SABATO 20
SETTEMBRE 2003

   
MESTRE
"Jam Club"

Via della Crusca, 34

Ingresso NP

Inizio ore 21.30

Info: info@sekt-id.org
DOMENICA 21
SETTEMBRE 2003

ROMA
"Init Club"

Via della Stazione Tuscolana, 133

Ingresso 12,00 Euro

Inizio ore 22.00

Info: grindinghalt@supereva.it
Il grande gruppo californiamo torna in Italia a più di tre anni di distanza dalla sua ultima esibizione con la band al completo. Questa volta grazie all'organizzazione di Ascension Magazine, Sekt-Id e Grinding Halt le date nel nostro paese saranno addirittura due, una al nord e una al centro, quindi non avremo più nessuna scusa per perderci questo evento. Partecipiamo numerosi per far iniziare nel migliore dei modi questa nuova stagione concertistica!

 
Se qualcuno volesse stilare un elenco dei gruppi più importanti degli ultimi dieci anni in questo ambito musicale non potrebbe escludere da un ipotetico podio i Faith and the Muse. Certo, l'antico detto latino "de gustibus non disputandum est" è sempre valido
Photo by www.photo-ap.net e potrebbero esserci delle persone in disaccordo con questa affermazione, ma se si vuole parlare oggettivamente di musica dark (quella vera) non si può certo prescindere dalla bravura, dal successo e dai bellissimi lavori del gruppo californiano.
I Faith and the Muse nascono nel 1993 dall'incontro artistico e sentimentale di due personaggi attivi in ambito musicale fin dai primissimi anni ottanta che rispondono ai nomi di William Faith e Monica Richards.
William è nato e cresciuto all'interno della scena glam e punk di una Los Angels da sempre molto attiva in questo senso, che l'ha visto militare in numerose band e divenire un volto noto a livello underground. Nell'89 con lo pseudonimo di Bill E. Bones fonda insieme a Tony Lestat il gruppo death-rock dei Wreckage che riscuote un discreto successo all'interno dei club gotici della zona. E' proprio in questo periodo che entra in contatto con Bari Bari e Stevyn Grey che gli offrono il posto di chitarrista nei Mephisto Walz con i quali registra l'album "Crocosmia" e l'Ep "As apostels forget" e partecipa alla ormai storica tournée europea del gruppo nel '92.

Grazie a questa partecipazione il nome di Wiliam Faith esce dai confini del suo paese e diviene conosciuto anche all'estero, ma la definitiva consacrazione come goth star avviene quando Rozz Williams in persona lo chiama (sempre insieme al batterista Stevyn Grey) per le registrazioni di "The path of sorrows" e "The rage of angels" a nome Christian Death e per il tour americano degli Shadow Project programmato in seguito all'uscita di "Dreams for the dying". E' proprio durante una delle date di questa tournée che
William Faith conosce Monica Richards che, con il suo gruppo Strange Boutique, fece da spalla all'esibizione degli Shadow Project nello stato di Washington.
Prima del progetto Faith and the Muse, Monica Richards aveva militato a lungo nella scena punk hardcore della east coast dei primissimi anni '80. Il suo primo gruppo ad avere un buon seguito di pubblico furono i Madhouse che durante la loro storia diedero alla luce un paio di Lp e condivisero il palco con nomi ormai leggendari come Xmal Deutschland e UK Subs.

La fine dei Madhouse fu alquanto curiosa: a parte alcune differenze di vedute musicali che con gli anni si erano andate via via
accentuando tra i componenti del gruppo, il fatto che pose fine alla loro carriera fu che Prince (si si, proprio quello di purple rain...) offrì loro un bel po' di dollaroni per acquistare il nome "Madhouse" con il quale era intenzionato a chiamare il suo nuovo e fantomatico progetto jazz... tutto questo avvenne durante un lungo periodo di inattività del gruppo a causa di un serio problema alle corde vocali che colpì Monica durante il 1986 e che la costrinse a stare lontana dalle scene per lunghi e lunghi mesi. L'unione di tutte queste circostanze convinse i Madhouse a sciogliersi e ad intraprendere strade differenti. Quelle di Monica Richards la portarono fin dall'anno successivo a formare gli Strange Boutique, gruppo dalle sonorità più oscure rispetto alle precedenti esperienze della cantante, la cui inconfondibile voce sarà un marchio di fabbrica anche per i lavori futuri.
Nei successivi sei anni di vita gli SB danno alla luce un Ep "Easter island" ('88), due 7 pollici "A happy death" ('91) e "In a heaven" ('92) e tre album "The loved one" ('90), "Charm" ('93) e "The kindest worlds" ('94). Grazie al discreto successo di questo progetto Monica gira l'America in lungo e in largo (inclusa qualche data in Europa di spalla ai Killing Joke), il che la porterà ad entrare in contatto con altre realtà musicali al di fuori di Washington e, come dicevamo in precedenza, a conoscere di persona William Faith e a diventarne la musa ispiratrice.
E così siamo finalmente giunti alla nascita del gruppo protagonista di questo articolo, nel 1993 e a quando Monica si trasferisce armi e bagagli a Los Angeles per intraprendere questa nuova avventura a nome Faith and the Muse.... William ha ora un gruppo tutto
Photo by www.photo-ap.net
suo dove è protagonista assoluto e dove può far emergere tutta la sua abilità di chitarrista, mentre Monica può esplorare le varie sfaccettature della sua voce in assoluta libertà. Tutto questo si traduce in quello che resterà per anni il marchio di fabbrica del gruppo, ossia una grande policromia di sonorità e stili musicali, anche all'interno dello stesso disco: spessissimo infatti si passa da brani prettamente gothic rock ad altri con influenze death-rock, ad altri più classicheggianti ed eterei fino ad arrivare ad influenze di folk celtico totalmente acustico. Il pregio più grande dei Faith and the Muse è che riescono ad amalgamare tutto questo miscuglio di suoni senza risultare mai banali, confusionari ed incoerenti.
Come somma finale di questi fattori viene alla luce nel 1994 lo stupendo album "Elyria" che irrompe nella scena dark di quegli anni come un fulmine a ciel sereno. In quel periodo c'era davvero bisogno di qualche nuovo gruppo capace di portare il proprio spessore musicale a livello dei mostri sacri del passato che cominciavano inesorabilmente a perdere colpi e gran parte del merito fu proprio nella chitarra e nella voce di questi due personaggi. Canzoni come "Sparks", "Mercyground", "Heal", "All lovers lost", "The trauma coil" (cantata dallo stesso Faith) e la title-track rimangono tutt'oggi dei capolavori del genere "oscuro". Visto il grande successo di pubblico e critica sia nel vecchio che nel nuovo continente, i Faith & the Muse intrapresero subito una lunga serie di tour in giro per il mondo.
Le prime esibizioni live in assoluto dei Faith and the Muse vennero inserite in un mega festival gotico organizzato dallo stesso William con i migliori gruppi europei del periodo e che il pubblico americano non aveva mai avuto la fortuna di vedere dal vivo. Il Processin Tour ebbe come protagonisti oltre ai Fatm i Rosetta Stone, i Das Ich e i Corpus Delicti e nell'arco di nove date attraversò gli Stati Uniti da Est ad Ovest nell'estate del '94. Finita questa grandiosa esperienza i Nostri si spostarono in Europa per un altro tour (de force) di 30 e più date che terminò con un'appendice di altre sette date nella sola Germania in promozione all'uscita cinematografica del film "Il Corvo", nel quale il pubblico assisteva prima alla proiezione della pellicola e poi al concerto della band.
Terminata verso la fine dell'anno questa esperienza da rock star di altri tempi (e chi ha assistito a quei concerti li descrive come stupendi) Monica e William si rituffano a
capofitto nelle registrazioni in studio per dare alle stampe dopo un anno di lungo ed estenuante lavoro il tanto atteso seguito discografico "Annwyn, beneath the waves" ('96). Il titolo preso a prestito dalla mitologia gallese, che denota anche le origini della famiglia di Monica, esprime in pieno le influenze musicali del disco. Se "Elyria" era stato definito un capolavoro che aggettivi bisognerebbe usare per descrivere questo seguito? Il disco è sicuramente superiore al suo predecessore, più potente, più oscuro... una pietra miliare insomma!
Con questa base di cemento armato sotto i piedi i Faith and the Muse passano i successivi 24 mesi alternando momenti di pausa a
frenetici tour, sia con la band al completo, che li vede protagonisti di esibizioni da brivido sia allo Zillo Festival '96 che al Treffen di Lipsa '98 dove suonano davanti a migliaia di persone, sia con un tour sperimentale chiamato "Vera Causa" che vede William e Monica impegnati i sognanti set acustici composti da sola voce e chitarra.
Ormai i Fatm sono diventati l'icona gotica per eccellenza della seconda metà degli anni '90 e proprio sul finire di questo decennio calano il tris d'assi con il loro più grosso successo commerciale "Evidence of heaven". Associare il nome Faith and the Muse ad un prodotto di qualità assoluta è diventata ormai un'abitudine, un po' come le auto tedesche... le compri e vai sul sicuro! :-)
A portare maggiore visibilità a questo disco è anche, come spesso accade, la presenza di una hit da dancefloor come "Scars flown proud" che ormai da quattro anni impera in ogni buona serata dark che si rispetti per la gioia di tutti i Dj a corto di idee e con la necessita di riempire la pista!
Nel tour successivo all'uscita del disco i Fatm sbarcano finalmente anche l'Italia in una memorabile data nell'Aprile del 2000 al "Binario Zero" di Milano, supportati nell'occasione dall'esibizione dei nostrani Vidi Aquam. A distanza di una anno e qualche mese, nel Settembre 2001, tornano di nuovo a trovarci in versione acustica a "L'isola del rock" di Igea Marina (Rimini), concerto tra l'altro recensito al tempo dal nostro prode Max 13-34 e che potete leggere cliccando qui a fianco. [leggi]
Ora, a distanza di due anni da quella felice serata, ne è passata di acqua sotto i ponti
e molte cose sono cambiate. Il doppio Cd "Vera Causa" contenente registrazioni live, rarità, cover e remix dei vecchi successi del gruppo è stato ancora una volta un gioiello nella loro produzione discografica ormai decennale, ma l'ultimo album uscito appena qualche mese fa intitolato "The burning season" è stata una delusione su tutti i fronti. E' sempre ingeneroso paragonare le ultime uscite di una band con i capolavori del passato, ma questa volta siamo davvero distanti anni luce dalla classe e dalla ricercatezza delle precedenti produzioni. Suoni da gruppo per teenager americani, pezzi danzerecci in stile Madonna, quelli rock (perché di rock si tratta, questo non è gothic) in stile Guano Apes (con tanto di riff scopiazzato in "Prodigal"), la bellissima voce di Monica che si trasforma in una brutta copia di Dolores O'Riordan... insomma, non ci siamo proprio.
Ciò non toglie che i due concerti che ci attendono Sabato 20 Settembre al "Jam Club" di Mestre (Venezia) e Domenica 21 Settembre al nuovo (per noi) "Init Club" di Roma, siano imperdibili per tutto quello che abbiamo scritto in questo lungo articolo ad eccezione delle ultime cinque righe. I Faith and the Muse sul palco sapranno sicuramente farsi rispettare, perché sono dei bravissimi musicisti e perché eseguiranno moltissimi pezzi storici per la gioia delle nostre esigenti orecchie! :-)
E poi se fosse una regola precisa non andare ad un concerto di gruppo che amiamo solo perché l'ultimo disco non ci è piaciuto, non avremmo più dovuto vedere Robertone Smith e soci dal vivo nel corso degli ultimi dieci anni! (... e lo stesso discorso vale anche per il 90% dei "mostri sacri" della musica dark). Quindi ci vediamo tutti a Roma e a Mestre!
[Articolo a cura di Erbadellastrega.it - Settembre 2003. Per le foto ringraziamo il sito
www.photo-ap.net]
 
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