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Mona Mur / En Esch "120 Tage - The fine art of beauty and violence"
Pale Music 2009
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Cosa succede quando due vecchie volpi si uniscono in un matrimonio artistico destinato alla pubblicazione di un album? A volte porcherie, a volte cose molto piacevoli. Un esempio è questo 120 tage - the fine art of beauty and violence", dove Mona Mur crea assieme a En Esch (ex KMFDM, mica cazzi)uno dei dischi più interessanti degli ultimi mesi. Per avere le coordinate vi posso dire che ad esempio "Surabaya Johnny" e "Der Song von Mandelay" hanno parti originariamente composte da Kurt Weill e Bert Brecht. Ma si spazia anche nel pop di classe con venature jazz come Snake, vecchio brano di Mona Mur, qui rivisitato assieme a molti altri suoi cavalli di battaglia. Il lavoro di rilettura ad opera di En è molto meno invasivo di quello che mi aspettavo. I brani si rivestono dunque con abiti nuovi, ma non perdono di efficacia, ne vengono snaturati completamente. Si potrebbe dire che, come troppe poche volte accade, le riletture davvero donano nuove dimensioni a pezzi già ottimi di per se. E non mi sembra poca cosa. La voce sexy, calda e drammatica di mona Mur la fa da padrona, mentre quella di En Esch si ritaglia piccoli spazi qua e là, sufficenti comunque a marcare il territorio e regalare puri momenti di stacco/fusione con l'artista tedesca. Fascinoso, seducente, di spessore e di classe, 120 Tage - The fine art of beauty and violence è uno dei dischi di inizio anno. Fatelo vostro.