BAUHAUS - GO AWAY WHITE
Cooking Vinyl 2008
FLASHBACK 1
Ero piccolino, sarà stata la seconda o terza elementare. Parlo dei primissimi anni '80. Mentre tutti i miei compagni di classe scambiavano figurine con su facce di Paolo Rossi o Pietro Paolo Virdis, io mi ero fissato coin un album che reputavo eccezionale. Si chiamava Look Generation, e al posto delle squadre di calcio, aveva i movimenti, le mode, con musica annessa ovviamente. C'erano i Punk, i Metallari, gli Skins, i Mod e tra gli altri i Dark. Due figurine che ritraevano in un disegno l'archetipo del dark maschile e quello femminile, una con una mascotte (ovviamente un corvo nerovesrtito, più simile a Rockfeller - il mitico pupazzo di quegli anni- che ad altro) due per la musica. In questo caso c'era Peter Murphy ed il logo dei Bauhaus. Nella didascalia ricordo che la descrizione del Dark tipo parlava della musica. E a più di vent'anni di distanza, credo che non ci fossero dubbi sulla qualità della pur stringata definizione "I Pionieri: Joy Division. Lo Splendore con i Bauhaus. Il Commerciale con i Cure." E non dimenticai mai quelle due parole affiancate. Splendore-Bauhaus. Prima o poi li avrei sentiti, appena diventavo più grande e potevo comprare più dischi rispetto alla carssetta al mese racimolando paghe e mancette. (Si, ero già irrecuperabile, che ci devo fare?).
FLASHBACK 2
Giro per Roma, Estate. Novantuno o Novantadue. Mentre a casa la nonna che mi ospitava per le ferie estive prepara pomodori col riso al forno, io mi faccio a piedi, metro ed autobus tutti i negozi di musica della capitale. Perchè devo trovare assolutamente le due vhs dei Bauhaus. Una per me, una per il mio amico Mauro. Fifty fifty, poi ce le doppiamo. Trovo, per prima, Archive, da Disfunzioni Musicali. Shadow Of Light mi si presenta in vetrina da Rock Set. Triste ricordare come questi due negozi, come mille altri-eccezionali-abbiano chiuso negli anni. Già. Arrivo a casa, metto dentro la cassetta e parte Archive. Sto intro del vecchio mi dice poco...e se fosse tutta così? Sai che fregatura!? Ventimilalire eh, mica poco!!! ma subito dopo, la visione. Parte Passion of lovers, e non ce n'è per nessuno. Il pezzo già lo amavo, ma non avevo mai visto CHI e COME lo suonavano, se non per foto. E Daniel Ash entrò di diritto nella mia lista del "voglio essere così!!". Vai te a cercare stivaletti a punta nera nei primi '90 a Chiavenna, in provincia di Sondrio...Sembra facile...Vai te dalla parrucchiera a dirgi "voglio i capelli così e così"...Vai te a capire come cacchio faceva a farli star su in maniera così spettacolare...fu meno difficile-anche se dispendioso-recuperare una clash, copia dellaTelecaster. Ovviamente nera. I Bauhaus erano un mito. Venuti sulla terra, han bruciato tutto e tutti e sono svaniti così. In un batter di ciglia. O prendendo come spunto "passion", "si leccarolo le labbra e si tramutarono in una piuma...".
NOTE DISCOGRAFICHE
Quando i Bauhaus comparirono nella mia vita, dato la scarsa reperibilità dei loro dischi da me, fu tramite un bootleg su cassetta. Il leggendario Odissea 2001 a Milano. era Novembre, e dovetti attendere fino all'estate successiva, tornando a Roma da mia nonna, per avere i dischi. O meglio, per andare da Rentun, affittare i loro cd, andare da Emiliano (Mi manchi parecchio...), Registrarli su cassetta e riportarli al negozio il giorno successivo. Erano già le ristampe, quindi con tutte le bonus tracks. Ma come tutti quelli che vanno in fissa per qualcosa, dovevo avere tutto e subito. E allora gira a cercare, e recupera il 12" di bela, il libro di Stampa altermnativa col 7", Lagartija Nick (che aveva paranoia paranoia..)... Ma il succo era questo. I Bauhaus erano rimasti integri. Sempre. Quattro album, una manciata di singoli, un live -eccellente- messo lì. Poi le pubblicazioni postume, che comunque erano raccolte più o meno speculative. Ma il loro discorso musicale era forte e coerente. La prima loro canzone a vedere la luce fu Bela Lugosi's Dead. L'ultima incisa ufficialmente e messa in coda a Burning From The Inside fu Hope. Hope, per chi non lo sapesse, era la moglie di Bela. E il cerchio, in qualche modo, si chiudeva. Le copertine di quesgli album erano tutte di bellezza inarrivabile, così come lo erano i titoli. Il cielo si è spento, Bruciando dall'interno...Perfetti. Ecco come risultavano i Bauhaus a noi, generazione postuma. Un entità perfetta. Aliena. ma viva. un pò come il monolite su 2001 Odissea Nello Spazio. E così doveva essere.
FLASHBACK 3
Febbraio 1998, girano voci su rockerilla che i Bauhaus si vogliano riformare per un paio di concerti in America. Nessuno ci crede, nessuno vuole crederci eppure succede. E succede anche che decidono di portare avanti l'idea del Tour. Il resurresction Tour del 1998. Corsi a Milano a prendere il biglietto, attendendo con ansia l'arrivo di quella data. C'era molta frenesia a riguardo, addirittura Marilyn Manson-all'epoca all'apice della sua fase di espansione di popolarità, tra Antichrist Superstar e Mechanical Animals fresco di stampa- chiese ai Nostri di andare in tour assieme. Cosa che rifiutarono. La data milanese fu assolutamente devastante. Il pubblico non era violento. Di più. Era un sogno diventato realtà, ed anche se non erano più ventenni, sul palco sembravano davvero le figure studiate a memoria su Archive e Shadow Of light. Scaletta ineccepibile, inizio al fulmicotone con Double Dare/In The Flat Field fino alla catarsi finale di Bela Lugosi's Dead. Incredibili. Per un pò si vociferò anche di un nuovo album in studio, ma alla fine ne uscirtà solo un pezzettino, "the dog's a vapour", sulla colonna sonora di heavy Metal 2000. Carina ma nulla di che. La band si sciolse di nuovo, basta tour, basta dischi. Avevamo avuto la nostra dose, doveva bastarci.
FLASHBACK 4
Nel 2005 i bauhaus si rimettono assieme a sorpresa, senza Murphy però che fa i capricci e non vuole suonare al Festival di Coachella. La reunion doveva essere solo per quella data, e furono in molti a favoleggiare un volo a/r dall'Italia per non perderseli. Alla fine quell'anima viziata di Murphy tornò, fecero uno show ottimo e i discorsi si chiusero lì. Ma non poteva essere finita. Infatti nuovo tour in arrivo. Near the Atmosphere Tour. A Febbraio 2006 suonarono a Milano. Fu molto bello, si, ma non fu magico quanto otto anni prima. Mancava l'effetto sorpresa, mancava la smania di vederli dal vivo, e soprattutto non c'era quell'atmosfera del "non ci posso credere!!", dato che anche chi se li era persi la volta precedente, o per l'età o per altro, sapeva che prima o poi sarebbe risuccesso, o almeno ci sperava. Vidi altre due date del tour in Estate. In Belgio (scaletta breve, zeppa di rogne per la chitarra di Ash) ed in Olanda, ad Utrecht. Ero con gli Chants, che gli facevano da supporto. Ho avuto quindi la fortunata possibilità di vederli nel soundcheck. E Murphy non c'era. E ho detto, Qui qualcosa si rompe. Lo show fu...strano. Litigarono aspramente sul palco, Murphy cantò seduto sul gradino della batteria, mentre toccò ad Ash tenere in mano la folla. Se la cavò da Dio, e spesso cantò al posto di Peter, che sembrava davvero annoiato e scocciato di essere lì'. Il concerto si interruppe, e dopo mezzora di fischi e di lanci di oggetti sul palco, i nostri tornartono per una Bela nervosa e tirata. Chiuso il sipario. Punto. Seguirono altre due-tre date, forse più. Che andarono nella media, se non bene. Perchè ormai avevano deciso. Come successe nell'83 la band si sarebbe sciolta comunque a fine tour. Punto. E c'era un nuovo album in ballo, di cui avevamo ascoltato due tracce dal vivo. Non male, ma non imprescindibili.
ED ORA, PARLIAMONE...
Si è parlato molto di questo album, e non parlo solo prima dell'uscita (il disco girava in internet già da un bel pò). C'era una grande attesa attorno ad esso, e come spesso accade, le grosse aspettative non possono essere sempre ripagate. Proprio perchè troppo alte. Personalmente non mi aspettavo nulla di che, se non un disco piacevole e poco più. E non sono stato deluso. Ma perchè le mie aspettative erano così poco calorose? Semplice, perchè so contare. I Bauhaus hanno basato le loro creazioni sull'inventiva sì, ma anche sull'urgenza, sul furore, sull'immediatezza giovanile. Che fa risultare il tutto più nervoso, più teso, più intenso. Tensione che ovviamente manca nel nuovo disco. Dieci composizioni morbide, se affiancate alla produzione storica della band, ma nemmeno troppo diverse dalle b-side dei singoli o da alcuni progetti Post Bauhaus. Perchè siamo nel 2008, e l'ultimo bauhaus era del 1983. Venticinque anni non possono essere cancellati in un colpo. Ed ecco quindi un Murphy che non è più selvaggio e magnetico, ma impostato e caldo. Ash, J e Haskins son sempre loro, ma ricordiamoci che "sempre loro" vuol dire anche Love and Rockets. E non possiamo ignorarlo. Ma andiamo per ordine. Il disco si apre con Too Much 21st Century, Zeppo di riferimenti alla vita dei giorni nostri. Tutto sembra troppo per Murphy e co, e vogliono dircelo in faccia. Il brano non è male, mantiene le caratteristiche del sound che conosciamo, alleggerendolo. Una b-side simpatica. Adrenalin già la conoscevamo, dato che è stata suonata nella coda estiva del tour del 2006. Non è male, si sorregge su un riff singolo per tutto il brano, abbastanza ovvio e scontato, ma le menate di Feedback di Ash si fanno sempre apprezzare. Undone parte proprio come se fosse stato estratto da The Sky's Gone Out. Quadrato, spigoloso, asciutto. Ma la linea vocale di Murphy lo rende più melodico, meno acido e pungente di quello che potrebbe essere. Siamo in territori quasi Tones On Tail, per capirci. Ma manca la voce di Daniel, e l'inciso davvero non mi convince. Resta comunque uno dei pezzi migliori dell'album. International Bulletproof Talent è piacevole, e scorre sui binari di Undone, anche se risulta più efficace. Finchè non arriva la parte finale, con impostazione molto, troppo rock and roll. Endless Summer of the Damned era stata anche lei proposta dal vivo durante l'ultimo tour, e mi piaceva parecchio. Il mio giudizio non è cambiato, anche se continuo a ritenerla un buon pezzo minore. Ma fila, c'è tutta, ci sta insomma. Saved c'entra come i cavoli a merenda. Pezzo ambient d'atmosfera con Murphy che gigioneggia. Un ottimo pezzo, se fosse stato su un disco di Peter. ma qui...manca perlomeno lo sforzo di esser Bauhausiano. Mirror Remains fa di nuovo il verso ai Bauhaus 1982, ma sembra più un pezzo dei Tones on tail dopo un acido andato a male. E mi piace comunque, perchè comunque i suoni son quelli, ed è forse la cosa più "alla Bauhaus" presente sul disco. Non stonerebbe in una raccolta per capirci. Black Stone Heart è uno scarto dei love and Rockets, ammettiamolo. Carina, piacevole, pop e catchy. Dog's a Vapour l'avevamo già sentita sulla compilation di Heavy Metal 2000, anche se in versione leggermente diversa. La solfa non cambia granchè. Brano d'atmosfera, lento e magmatico, che non passerà di certo alla storia. Chiude l'album Zikir, altro brano d'atmosfera dai sapori orientali. Piacevole mantra-outro che si fa ascoltare più volte nonostante la sua ripetitività. E siamo al dunque. Il disco è stato registrato in una manciata di giorni e si sente. La produzione non è un granchè ma non è quello che conta. Per come la vedo io anche i demo di un pezzo eccellente restano eccellenti. Solo che non è il gran ritorno col botto che tutti si aspettavano. Non è il seguito dei quattro dischi storici. E' solo un appendice, e che piaccia o meno, son passati troppi anni per credere che sia "il naturale proseguimento di un discorso interrotto venticinque anni fa". E' un altra cosa, un'altra fase, una raccolta di pezzi inediti eterogenei che servono, volendo, a placare la fame dei fan più accaniti, ma non di certo a saziarli. La vedo così: questi dieci brani, comunque, in un modo o nell'altro sarebbero saltati fuori. magari sparsi su bootleg e cose simili. E i fan li avrebbero comunque comprati tutti per averli. Bene, Prendete Go Away White ed avrete il pacchetto completo. Ma non aspettatevi qualcosa di illuminante od imprescindibile, solo un disco piacevole fatto da quattro persone che han deciso di rimettersi assieme ed utilizzare di nuovo quella sigla per dei concerti e per un album. Che non è poco. Ma nemmeno leggenda. Quella si è interrotta nel 1983. Ah, la copertina è quanto di più scomodo, brutto e scarno mi sia capitato di vedere da una band di un certo calibro. leggere i titoli e le note stampate in bianco lucido su fondo bianco risulta difficile a me che ho 10 decimi, non oso immaginare chi ha qualche problema con la vista. Digipach a due pannelli senza libretto. mmm. Fate vobis. I completisti non devono attendere, prendetelo. I neofiti si buttino nel reparto low price a cercare qualsiasi altra cosa dei quattrro ex non morti inglesi. Ribadisco il fatto che chi scrive è fortunato: non avevo aspettative alte e non sono rimasto deluso. Se vi avvicinerete con questo spirito vi piacerà, al massimo direte che sono stato troppo severo. ma se vi aspettate un In The Flat Field part 2, vi ricordo di guardare l'orologio e le date. Potrebbe esservi di aiuto e farvi riflettere meglio.
POSTFAZIONE
Ora il cadavere dei Bauhaus, sembra, riposerà finalmente in pace. I membri della band hanno deciso di dividersi definitivamente, perchè nonostante gli anni passino, le persone restano le stesse. E se la pazienza aumenta, aumentano con lei anche i difetti. Difficile vedere di nuovo Ash e Murphy su un palco assieme (due primedonne son duere da far convivere), ma forse è meglio così. Perlomeno finchè non ci sarà una prossima volta...