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VENUS - Trashed and Broken Hearted
Skindog 2006
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Mi era sfuggito questo album. male. malissimo. Molti di voi si ricordano certamente di Venus De Mars, leader degli All The Pretty Horses. E si ricorderanno anche di come il nostro riuscisse a concentrare nei suoi brani una carica enorme di feeling, sensualità, dolore, sofferenza. Bene. Questo suo lavoro solista è semplicemente splendido. Punto. Uscite a cercarlo, ordinatelo, fatelo vostro. E non c'è altro da dire. ma so che non vi fidate, e quindi vi spiegherò meglio... E cercherò di farvi capire la qualità dell'album in maniera magari trasversale, ma sicuramente chiara. bene. ok. Trashed and Broken Hearted è il disco che i fan di Bowie si aspettano dal Duca Bianco da anni ed anni. Eclettico, eterogeneo, androgino, denso, con vette altissime e momenti di pura magia sparsi per tutto l'album. Dove si fonde tutto, dal Glam all'elettronica (mai invasiva però), alla Wave primordiale alla ballata. Il tutto con la voce di Venus, una delle più belle ed emozionanti degli ultimi anni, che vola e fa volare chi la ascolta. Liriche dalle tinte fosche, che ben si addicono ai brani di De Mars, che di certo non brillano per gioia e felicità. Un anima tormentata, un artista vero che ha fatto del suo essere la propria bandiera, senza cedere di fronte a niente e nessuno. A differenza dei lavori con gli ATPH, Venus qui osa di più, lasciandosi andare completamente a tutte le contaminazioni sonore che gli garbano. E credetemi, è maledettamente eccellente quello che ne scaturisce. Non c'è un brano minore, non c'è una caduta di stile, non c'è un riempitivo. Dieci brani dieci, come si faceva una volta, pronti ad entrarvi nelle vene e a non uscirne più. Non cercate frignate alla Lacrimosa o goticume qui però. Le radici sono indietro, ben salde a quegli idoli che ammaliavano e stimolavano gruppi come Bauhaus, Siouxsie o Rozz Williams. Glam '70 dunque, ma senza l'alone "da party" che caratterizzava buona parte di quella produzione. Non ci sono sorrisi, e non potrebbe essere altrimenti con testi come "Vieni morte, portami via, perchè mi hai lasciato qui tutto solo?...". Sangue sudore e lacrime. musica sofferta e sofferente, come una ferita ancora calda e sanguinante che vorrebbe essere curata ma a cui nessuno vuole avvicinarsi. Il fantasma di Bowie è più che mai presente nella divina 8 Years (che non c'entra nulla con 5 years sia chiaro), mentre la decadenza di Love is Nothing sarebbe un riempipista eccezionale se parte dei gotici ascoltasse anche buona musica invece di porcherie fatte al pc. L'apparentemente ariosa Fall Down è solo una distrazione prima che Anna ci disintegri definitivamente l'anima. Con le lacrime che scendono piano facendo colare il mascara sul fondotinta. Anche questo è vita. Uno dei pochi veri personaggi credibili del ventunesimo secolo. Eccellente.