THE DAUGHTERS OF BRISTOL - Jones Hall
(Magnolia Records, 2007)
I lettori più affezionati di EDS sapranno che tempo fa “Voyage”, l’ep di debutto dei Daughters of Bristol, fù consacrato “cd del mese” contribuendo, almeno si spera, alla notorietà del gruppo anche dalle nostre parti. A distanza di due anni ma nello stesso giorno, il 13 Dicembre, la band Americana dà alle stampe l’attesissimo album d’esordio “Jones Hall” formato da dieci inediti.
I Daughters of Bristol confermano la loro opera di “macelleria” tagliando tutto il superfluo che oggi attecchisce nel gothic-rock riscoprendo in canzoni quali “Promised land”, “Moira” o “To wonder streets” la vera essenza del goth fatta di Velvet Underground, Suicide e Stooges, essenza già colta parecchi anni fa da Andrew Eldritch ma che oggi risulta annacquata -o appesantita, dipende dai punti di vista- dalle nuove generazioni di nerovestiti.
Il mix di secca drum-machine, essenziali giri di chitarra e baritonali vocalizzi di “First terror” così come il tribalismo metropoliano di “City lights” trasportano l’ascoltatore nei fumosi locali goth di inizio anni ottanta in cui l’unica luce concessa è quella emanata dai pallidi neon intermittenti. Rilevante qualità all’album è data dalle tracce d’atmosfera (poste quasi tutte alla fine cd) come “Black reign/Bleak house” divisa in due parti concatenate, “At my window”, una driven-song caratterizzata dal binomio basso-synth o l’intensa “Red river”, miglior composizione del lotto grazie al suo oscuro pathos; risulta invece un poco scontata la ballata “Deep” il cui richiamo melodico a “1959” è troppo palese.
Volendo definire in poche parole “Jones hall”, differenziato dalla massa delle altre pubblicazioni attuali per il suo “minimalismo gothic-rock”, affermerei che è il full-length che i primi Sisters of Mercy periodo 1980-1983 non hanno mai pubblicato…