Ataraxia - Kremasta Nera
(Ark Records 2007)
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E' incredibile. Non riesco davvero a capire come facciano i nostri a produrre una tale quantità di materiale inedito, in serie, in così pco tempo. Ormai le uscite degli Ataraxia non sono più a scadenze annuali, ma semestrali, e a volte riuscire a "stargli dietro" non è facile nemmeno per un ammiratore incallito. Il fatto poi che tali opere difficilmente risultino sgradevoli, mi stupisce ancora di più. Quindi potrebbe essere che: 1-Gli Ataraxia hanno trovato una formula, magica o matematica o entrambe, la usano e zac, esce un brano; 2- La Nicoli e Co hanno un archivio di inediti infinito e stiano pescando qua e là riuscendo comunque a rimanere interessanti ; 3-Sono posseduti dagli alieni. Qualunque sia il motivo di così tanta prolificità, quest'ultimo lavoro convince. Non è certo un must, ma le quattordici tracce che lo compongono sono tutte su livelli alti. Ispirato ai culti di Samotracia, il lavoro si distacca in modo quasi violento con Paris Spleen, il suo predecessore. Dove prima c'era flle ironia cabarettistica ora c'è introspezione e voli a picco nella malinconia. Non c'è sarcasmo. Solo pensieri. Riccardo Spaggiari, Vittorio Vandelli, Giovanni Pagliari e Francesca Nicoli ci regalano nuovamente un album ricco di emozioni. Come facciano a farlo dopo così tanti anni non lo so. Ma questo è. E ben venga.