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Milanese, classe 1985, Cimò ci regala un centinaio di pagine dove sillogismi, grafica e font si alternano andando a creare ( o ricreare?) una situazione quasi da reading. Su carta però. Uno spoken word su carta? Anche, forse. O forse no. L'unica cosa certa per chi scrive è che avrei apprezzato molto di più "sentire" queste parole, magari urlate in un microfono con voce filtrata mentre sotto scivolava un pattern claustrofobico. "Leggerle" e basta non mi è stato sufficiente. Alessandro se trova i canali giusti dentro di se potrebbe diventare uno degli esponenti più convincenti  delle performance Spoken Word in casa nostra. In quel caso, il libro sarebbe un appendice, non la radice. Provate per credere.

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Max1334