AMANDA PALMER - Amanda Palmer Goes Down Under
Liberator Music 2011
Avevo fatto finta che il lavoro precedente di Amanda Palmer, uscito sotto lo pseudonimo di Evelyn Evelyn (a cui aveva collaborato Jason Webley assieme ad un infinitā di ospiti) non fosse uscito. Perchč la adoravo. E quel lavoro era davvero.... malriuscito, diciamo. Una specie di concept album che sulla carta poteva essere strabiliante, ma che a conti fatti non coglieva il nocciolo della questione. Era tutto un restare sospesi, e la pur dignitosa cover straabusata di Love Will Tear Us Apart era davvero fuori luogo. Il disco tributo ai Radiohead risuonati con l'Ukulele (no, non č uno scherzo...) ho fatto proprio finta che non esistesse, ma se non potete resistere alla tentazione di ascoltare Creep, Exit Music, Idioteque, No Surprises, Fake Plastic Trees e High And Dry risuonati calla nostra amica con la chitarrina Hawaiana, scaricatelo o cercate il vinile, che in cd non c'č... E insomma, per completare il circolo di questi nove mesi di uscite imperdibili, ecco a voi "Amanda Palmer Goes Down Under", raccolta/collage di spezzoni dal vivo registrati in Oceania inframezzati da registrazioni in studio e cazzeggi vari col pubblico. La cover di "The Ship Song" di Nick Cave era evitabilissima, e purtroppo su tutto il lavoro aleggia quell'impressione di frettolsitā tappabuchi buona solo per gli aficionads all'ultimo stadio di Amanda. La Palmer a mio aviso č stata una delle artiste migliori che siano sbocciate agli inizi degli anni 2000. Ed ho una grande stima per il suo songwriting, motivo per cui voglio pensare che questo sia solo un momento passeggero di stasi creativa, dove butta fuori letteralmente ogni cosa le passa per la testa. Mi auguro di sentire, prima o poi, un vero, nuovo album con tutti i crismi del caso. A meno che non siate fan incalliti, saltate pure il turno...