O CHILDREN - o children
Deadly People 2010
Troppe volte negli ultimi mesi è capitato che amici, promotori, etichtte e quant'altro mi hanno spacciato la band x od y come "i nuovi Joy Division" o "gli eredi di Cure e Bauhaus". E troppe volte in realtà il disco era solo una mediocre fotocopia sbiadita di quanto promesso. Per quello, forse, quando il nome dgli O Children cominciò a circolare, non gli diedi peso e passai oltre. Fino alla telefonata di un amico fidato, che mi ha incuriosito con un aneddoto extra-musicale "Oh, ma il cantante faceva parte dei Bono Must Die!!!" . Grazie Alex, a volte cose così ti cambiano la serata... Per i curiosi, i Bono Must Die non esistono più (http://www.myspace.com/bonomustdie), ma poco importa, dato che quello spilungone di Tobi O’Kandi può liberamente dare sfogo alle sue passioni negli O Children. Che sono una delle band più convincenti di questa scena ancora senza nome (e che forse mai lo avrà), derivativi eppure personali, con un tiro micidiale ed una serie di canzoni che potrei definire già dei piccoli classici. Prendte il songolo d'esordio, "Dead Disco Dancer". Ascoltatelo. E ditemi come fate a non battere il piedino. E anche l'altro singolo, "Hurts", è efficace e cattura al primo ascolto. "Radio Waves" non è una cover di Roger Waters, ma un brano dove le influenze della Factory pre-dance si fanno sentire pesantemente. Gli altri brani si assestano su standard qualitativi notevoli, e nonostante qualche incertezza, l'album riesce a risplendere di luce propria, spiccando notevolmente in un panorama, quello attuale, davvero troppo zeppo di cloni dei cloni.
Tra l'altro è da poco uscito il disco gemello, ovvero lo stesso album remixato da cima a fondo da vari loschi figuri. Ecco, quello è solo per fans, diciamola tutta... ma se fossi in voi, un ascolto a questo debut lo darei, a meno che non siate già degli ammiratori sfegatati della band. Bravi!