Ricerche (08/01/21)
JACOB’S FALL
Nell’attesa che sia svelato completamente il progetto solista di Peer Pebrecht Voyna, presento un gruppo che ha alcuni punti di contatto con il sound dei Golden Apes. I Sassoni JACOB’S FALL, attivi nella città di Halle dal 2016, hanno esordito nel 2019 con l’ottimo album “The War We Miss?”(Woodhouse Records) che non ha avuto la meritata attenzione “internazionale”. Il lavoro, infatti, è uno degli esordi tedeschi sulla lunga distanza più interessanti degli ultimi anni e, goticamente parlando, potremmo inquadrarne il sound come un’interpolazione all’interno dell’intervallo Golden Apes – Jack Frost - Dreadful Shadows ma con una spiccata vena alternative-rock che lo rende fruibile anche su mercati musicali meno underground e più “pop-olari”. L’ineccepibile produzione di Siggi Bemm coglie tutte le peculiarità delle composizioni ed esalta il timbro musicale di un Christian Faust finalmente emancipato dalle sirene metal-liche dei My Insanity. L’iniziale “Dying Machine” inquadra il mood malinconico, romantico e molto “teutonico” dell’intero album che ha in “Don’t Cry”, nel singolo “Tracks In The Sand” ed in “Come With Joseph” i sopracitati legami con i “Golden Apes di Sven Wolff”. Dal retrogusto wave “I Need My Girl”, mentre le tracce “New Scene” ed “Eight” si contrappongono a “Ministry Of Truth” e “World Down” quasi a posizionarsi a metà della “trasmigrazione musicale” avvenuta dai Dreadful Shadows di “The Cicle” agli Zeraphine di “Kalte Sonne”. Chiude l’album la migliore canzone del lotto, quella “Escape The Gravity” che è già un classico del malinconico dark rock mitteleuropeo. Caldamente consigliato.
TRACKLIST: 01 Dying Machine; 02 Don´t Cry; 03 Tracks In The Sand; 04 Ministry Of Truth; 05 World Down; 06 I Need My Girl; 07 New Scene; 08 Eight; 09 Climate Of Fears; 10 You; 11 Come With Joseph; 12 Escape The Gravity.