MIRA ONIRICA - s/t
autoprodotto 2013
Dietro il Moniker Mira Onirica si cela nientepopò di meno che Paolo Taballione (Carillon del Dolore, Gronge...). Sarei ipocrita se vi dicessi che non mi sento in imbarazzo a parlare di un suo disco ora, dato che ho avuto la fortuna di affiancarlo sui palchi di mezza Italia nelle date di reunion dei Carillon del Dolore. Paolo è un amico, oltre ad essere una persona squisita dal talento innegabile. Cercherò quindi di essere il più obiettivo possibile. Ed in tutta sincerità, vi anticipo che questo nuovo progetto spaccherà in due. Chi si aspetta da lui la riproposizione di schemi già battuti in passato, rimarrà totalmente spiazzato. Chi invece brama per sentirlo battere nuovi territori, verrà travolto da un milione di note. Mira Onirica è un disco assurdo, dove per assurdo intendo folle, camaleontico, senza controllo. Immaginate un album psichedelico intinto nell'acido proveniente direttamente dalla fine degli anni 60. Tenete conto che quell'ipotetico album, umidiccio di lsd, sfiorerà ogni genere musicale degli ultimi 40 anni degno di nota, dalla Wave al noise, dal Metal meno cafone al Ponk/Postpunk più evoluto. Ci siete? Perfetto. Perchè "Mira Onirica" contiene tutto questo e anche di più. E' un trip che farebbe invidia agli Ozric Tentacles, è un disco che se lo avesse trovato Maynard James Keenan lo avrebbe folgorato. Non ci sono motivetti simil pop canticchiabili. Non ci sono litanie dark. Ne spigolature eccessivamente taglienti. Il tutto è un lungo viaggio, a tratti claustrofobico, a tratti visionario, a tratti concreto. Un disco che ti entra nei nervi ascolto dopo ascolto, che rimarca (se ce ne fosse stato bisogno) il talento di Paolo. Indispensabile l'apporto di Alex Rolfi, polistrumentista che ha dato forma agli arrangiamenti dei pezzi di Taballione. Graditissimo il cameo di Tiziana Lo Conte ospite in un brano. Copertina psichedelica come è giusto che sia. Un album da mettere su Vinile, per dirla tutta. Ripeto, Paolo è un amico e mi sono trattenuto. Se amate i generi sopradescritti, credetemi, lo ascolterete e poi mi direte che son stato troppo scarno nel giudizio.