AVANT-GARDE - ANTITESI
manic depression 2013
Potrei recensire il nuovo disco degli Avant-Garde scrivendo dell'equilibrio perfetto degli arrangiamenti, del synth al posto della seconda chitarra che rende la sezione ritmica piu' palpabile, dell'uso massiccio della batteria vera che dona piu' corpo e calore ai pezzi, dell'ottima idea di impreziosire il brano strumentale a meta' disco con la voce di Mushy che narra un racconto brevissimo di Borges. Potrei e l'ho appena fatto, ma tutto questo e' cio' che chiunque notera' subito e su cui non mi soffermo oltre. Al di la' del lato musicale, quello che ho concluso dopo numerosi ascolti in questi giorni e' che Antitesi e' impregnato di paura, anzi direi piuttosto timore, insicurezza, quasi Alessio (mi riferisco direttamente a lui in quanto autore) abbia affrontato una rinascita e si sia ritrovato svuotato, smarrito e incerto sul futuro. Antitesi parla di persone che se ne sono andate, di delusione spirituale, sociale, e' un disco emotivamente molto carico. Non che i dischi precedenti fossero inni alla gioia, ma stavolta percepisco una cappa piu' pesante del solito. E proprio per questo continuo a riascoltarlo, perche' sentire le proprie paure descritte da qualcun'altro in un disco aiuta.