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Un E.P. è sempre un buon biglietto da visita per una band. Meno impegnativo di un album, più esplicativo di un singolo. In un epoca dove intere discografie vengono scaricate per poi essere smangiucchiate a pezzetti lasciando la maggior parte dei piatti zeppi di cibo, proporsi con tre brani nudi e crudi può essere la carta vincente. Lode al metodo dunque. Ma il contenuto? Nulla per cui strapparsi i capelli, diciamocelo. Tre pezzi garage rock/indie abbastanza classici, tra distorsioni improvvise, riff pop, voce non invasiva. Musica da colonna sonora per telefilm americano ambientato in periferia per capirci. Il che non è necessariamente un male, ci mancherebbe. Ma non mi lascia nulla. De gustibus.

Max1334