Roger Waters - Forum, Assago, Milano, 3 luglio 2011
The Wall 30 anniversary tour
Per chi scrive, questa è stata l'ultima data del tour del trentennale di The Wall, voluto e portato in giro da Roger Waters. La sesta data al Forum di Assago di Milano. La mia terza lì, più una in Svizzera. Quindi è la quarta volta che vedo questo spettacolo. Motivo per cui non ho più molto da dire: il tutto è estremamente emotivo, ed ogni minimo barlume di criticità obiettiva è crollata, proprio come il muro che ci viene addosso nella prima fila alla fine di "The Trial". Questo spettacolo itinerante verrà ricordato per molti anni, ed è già entrato di diritto nella nicchia dedicata ai tour più spettacolari di sempre. The Wall non è mai stato solo un album. Erano le liriche e le musiche di Waters, gli splendidi disegni e cartoni animati di Scarfe, il controverso e magnetico film di Alan parker, il tour leggendario del biennio 80-81... E poi il gigantesco spettacolo del 1990 a Berlino, sino ad arrivare ad oggi, con il tour più incredibile a cui mi sia mai capitato di assistere. Chi c'era sa benissimo di cosa parlo, delle immagini struggenti che venivano proiettate sui mattoni o sul muro intero, degli slogan, dell'unione perfetta tra suono, testo, immagini ed effetti speciali. Della perfezione totale, di un esperienza difficilmente ripetibile. Si, perchè qui c'era tutto, al cento per cento. Tra qualche anno probabilmente mi ricapiterà di vedere uno spettacolo simile. ma non con questa colonna sonora di fondo. Non con un concept album talmente perfetto che non perderà mai di significato, tanto è semplice e legato a doppio filo con l'uomo stesso. Waters, con i Pink Floyd, ha scandagliato senza pietà le debolezze, le ansie e le paranoie dell'essere umano. The Wall è stata la summa di quel percorso. Sono passati trent'anni, e l'unica cosa che andrebbe cambiata nei testi è quell' "I Got thirteen channels of shit on the T.V. to choose from" da "Nobody Home", una delle perle liriche dell'album, che andrebbe mutato in "ho 3600 canali di merda su diciotto decoder da scegliere in TV". Il resto? Immutato. Ed immutabile. Non ho più parole per descrivere quello che è stato e resta il tour "meno concerto" che io abbia mai seguito. Un opera a cui manca solo la rappresentazione teatrale, e arriverà pure quella, con o senza Waters, credetemi. Altro che Tommy o Quadrophenia, altro che Jesus Christ Superstar... I nipoti dei nostri nipoti studieranno "The Wall", e ne rimarranno affascinati tanto quanto lo siamo stati noi o chi c'era prima. Perchè, lo ripeto concludendo, The Wall NON E' "solo" un disco. E' parte di ciò che siamo noi in quanto esseri umani nati nel mondo occidentale. Il declino interiore e la rinascita, che si ripetono da generazioni.
"Da soli, o in coppia,
Gli unici che realmente ti amano
Passeggiano su e giù fuori dal muro.
Alcuni mano nella mano
altri in gruppo.
I cuori teneri e gli artisti
oppongono resistenza.
E quando ti avranno dato tutto
Alcuni barcolleranno e cadranno
dopo tutto non è facile sbattere il proprio cuore contro il muro di un folle"