Wire-Red Barked Tree
(Pink Flag) 2011
Gli Wire sono tornati sulle scene nel 2004 con l'ottimo Send. Li ho sempre ammirati, il loro talento è senza pari, non sarei capace di scrivere commenti inclementi nei loro confronti tanta è la stima che provo per loro.
Ma non mi sono mai trovato nell'imbarazzante situazione di coprire, giustificare cadute di stile (a me stesso innanzitutto) nel caso degli Wire.
Il loro ritorno nel 2004 aveva il sapore di una toccata e fuga, Send è stato come un fulmine a ciel sereno, un regalo inaspettato, da prendere, ammirare e goderne quanto più possibile, la magia sarebbe finita presto; questo ho pensato all'epoca.
Poi c'è stato Object 47, e ora Red Barked Tree. Un percorso tutt'altro che instabile, un ritorno deciso, un progetto che ora acquista una sua linearità e coerenza. C'è una palese evoluzione stilistica, che all'epoca di Object 47 avevo imputato solo all'abbandono di Bruce Gilbert.
Red Barked Tree chiarisce tutto, gli Wire sono tornati davvero, forse non l'avevo capito solo io, e sono tornati non solo per per riprendersi di diritto un proprio spazio nell'odierna scena musicale, ideato e creato da loro; spazio che oggi devono condividere con innumerevoli formazioni che a loro più o meno dichiaratamente si rifanno. Ma anche per sviluppare ed espandere quello spazio. Ed effettivamente solo loro possono farlo.
Con Send sembrava volessero dire “nel '77 c'eravamo anche noi, o meglio, il punk l'abbiamo inventato pure noi, e siamo anche andati oltre”.
Con Red Barked Tree gli Wire sembrano non dover più dimostrare o chiarire nulla, semplicemente propongono una nuova possibile evoluzione del loro suono.
E come sempre lo fanno con enorme maestria.
Il loro ritorno non ha per nulla il sapore amaro di una triste reunion (ultimamente ce ne sono troppe e poche davvero riuscite), ma mantiene la freschezza dei primi anni. Consci del fatto che un altro capolavoro come 154 non potranno più farlo (anche se non si può mai dire), proseguono il loro cammino proponendo Musica di grande qualità, come davvero pochi riescono a fare dopo tanti anni di carriera alle spalle.
Dopo Red Barked Tree potrei ascoltarmi Pink Flag, Chair Missing, e ritornare a Send, senza alcuna difficoltà, anzi, provando piacere; piacere perchè i passaggi da un album all'altro e da una fase all'altra avvengono senza fratture o cadute, non si provano rimpianti per ciò che poteva essere e ciò che non è più. Mi succede con pochissimi gruppi, è davvero raro.
Anzi, preferisco questa fase a quella del dopo 154, ha una freschezza ritrovata che è percepibile anche dal vivo, li ho visti all'epoca di Object 47 e mi hanno convinto ancora di più.
Matt Simms degli It Hugs Back (www.ithugsback.co.uk) accompagnerà il gruppo nelle prossime date al posto di Margaret Fiedler McGinnis.
L'ascolto è assolutamente consigliato.