1) Come da rituale, presentatevi!
- Oilà, siamo gli Weegs! E' un piacere per noi parlare con voi!

2) Volete raccontarci un po' la vostra storia?
- Suoniamo assieme da circa tre anni e mezzo. Greg conosceva leva da un bel po' di tempo. Io (David Mia, n.d.Max) e Greg ci incontrammo più di cinque anni fa e dopo aver passato un sacco di tempo assieme capimmo di aver bisogno di formare una band. Suonammo con parecchie persone ma, quando la formazione attuale si ritrovò, capimmo subito che era l'equilibrio perfetto che stavamo cercando e che il gruppo era definitivamente fondato.

3) Il gioco di parole tra "Meet the Beatles" e "Meat the Weegs" è quantomeno curioso...
- Siamo una band che collabora molto. Non c'è un songwriter principale, per intenderci. Collaboriamo tutti equamente alla stesura
dei pezzi e posso dire che un processo simile viene applicato anche al concetto visivo che ruota attorno alla band. Grazie all'assistenza ed all'aiuto dei nostri amici, Alice e Ryan, siamo riusciti a dare corpo alle immagini che volevamo finissero per creare il concept che potete vedere sulla copertina dell'album. Tutto nacque una sera di qualche tempo fa. Stavamo cazzeggiando fuori da un bar dove ci eravamo appena esibiti e saltò fuori quest'idea con Ricardo, che ha registrato e mixato l'album, di fare una copertina storpiata sul modello di quelle dei Beatles... e da lì tutto il resto.

4) Vi lasciate influenzare da qualcosa in particolare per comporre i vostri pezzi?
- Oh sì, da tutta la musica che amiamo o meno. Non importa se la conosciamo a memoria oppure no. Qualsiasi musica che abbiamo ascoltato anche se solo per una volta nella vita ci ha inconsciamente influenzato per arrivare a fare quello che facciamo ora.

5) Ho visto delle foto dei vostri concerti. Indossate strambi costumi, maschere terribili e trucco davvero trash...
- Ci piace divertirci durante gli nostri show e ci piace fare in modo che il pubblico si diverta assieme a noi. Per questo molte volte scendiamo dal palco ed andiamo direttamente in mezzo alla gente, perché è davvero eccitante suonare, saltare
e cantare insieme a tutte quelle persone euforiche che ti zompano addosso. I costumi stessi sono un modo per "gasare" l'audience, perché tu non devi mai sapere precisamente cosa accadrà quando andrai a vedere gli Weegs. Potrebbe essere che, una sera, ci vestiamo in modo ridicolo e facciamo i clown e la sera seguente invece ci presentiamo in doppiopetto, serissimi. E' divertentissimo per noi poter dare sfogo a tutte le idee che ci vengono in mente senza limiti. Non abbiamo degli schemi predefiniti da seguire, quindi possiamo cercare ogni volta di rendere eccitanti i nostri spettacoli con qualcosa di divertente.

6) Come funziona la stesura delle vostre poco-convenzionali composizioni?
- Tentiamo di esprimere le cose in un modo che forse non è mai stato fatto, o perlomeno non esattamente nella maniera in cui lo facciamo noi, dato che lavoriamo come quattro individui indipendenti che cercano di fondersi l'un l'altro. Ci impegnamo molto
duramente per cercare di creare nuove ed intriganti maniere di scrivere canzoni: non ci piace fare scelte ovvie. La maggior parte dei nostri brani non si basano sul solito "strofa-ritornello-strofa-ritornello", anzi! Speriamo che questo ci porti ad avere uno stile il più personale ed unico possibile. Ogni pezzo ha la propria struttura e, molte volte, nelle prime fasi di stesura amiamo stravolgere le direzioni canoniche che il brano dovrebbe prendere, infischiandocene degli schemi e lasciando che le canzoni vengano fuori contorte come vorrebbero e dovrebbero essere. Senza dimenticare che in ogni canzone c'è una parte di sperimentazione personale, esplorazione di sound diversi e divertimento nel comporle e suonarle.

7) Qual'è l'ultima cosa che hai mangiato?
- Un burrito. Ma credo che ora andrò a prendermi una pizza. E probabilmente dopo un paio di birrette, che non guastano mai.

8) Quale disco non deve mancare nella collezione di un appassionato?
- Ce ne sono così tanti, ma sicuramente una copia di  "A love supreme" di Coltrane è d'obbligo.

9) Progetti futuri? Tour in Italia?
- Abbiamo un sacco di canzoni nuove scritte dopo l'uscita di "Meat the Weegs" e quindi credo che in Aprile andremo in studio a registrarle. Credo finiremo in Autunno, dopodiché ci piacerebbe fare un giretto per i club europei a promuoverlo. Conoscete qualche bel posto da voi dove possiamo suonare?

10) Ok, le ultime parole sono per voi!
- E' davvero gratificante sapere che c'è qualcuno in Italia che ama le nostre canzoni. Non possiamo fare altro che ringraziarvi per il supporto!!! Speriamo a presto!
Sito ufficiale:
www.realgone.org/weegs
[Intervista a cura di
Max 13-34 per Erbadellastrega.it - Marzo 2005]
 
 

 
° THE WEEGS - "Meat the weegs" [Hungry eye records, 2004]
La Bay Area colpisce ancora: questi qua, davvero, sono fuori!!! Non ci credete? Ok, allora prima di continuare a leggere la recensione andate al volo alla loro homepage e guardate qualche foto. Fatto? Perfetto. Allora: se la musica può essere anche follia allo stato puro, benvenuti, perché qua ce n'è a tonnellate! Provengono dalla stessa famigliola che ha sparso nel mondo i germi di Vanishing, Phantom Limbs, Sixteens e compagnia bella questi Weegs e, come i loro fratelli, sono geniali! A partire dalla complicatissima copertina, tanto semplice quanto illeggibile (i titoli dei brani ci sono, dovete "solo" capirne l'ordine) i nostri si distinguono per uno stile davvero
senza barriere di sorta, tra geniali wall of sound spezzati da tastierine idiote su ritmi ballabili e voci sgraziate che schizzano fuori da tutte le parti. Chessò, prendete i Phantom Limbs e mischiateli con i Sixteens, dategli un paio di trip e ci siete quasi. Davvero, l'ascolto ripetuto e prolungato di questo Cd può seriamente danneggiare la vostra integrità mentale. Perché se la no-wave è stata una delle cose migliori dei primi anni '80 in America, qua la stessa viene sezionata e fatta a pezzi proprio come la carne raffigurata nelle foto sul retro del Cd. Nella press realese vengono menzionati i Factrix come possibile accostamento e vi assicuro che, per una volta, la presentazione non è "esagerata", anzi... Non si può rimanere indifferenti di fronte a pure gemme ipnotiche come "The ballad of shitty McCollie" o alla saltellante "Pink elephant walk" o... insomma qui non se ne esce vivi! State attenti, molto attenti. Di roba del genere si può diventare dipendenti. Basta una volta e poi non se ne può più fare a meno. Grandissimi. [Max 13-34]
 
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