1) Domanda di rito per chi ancora non vi conosce: presentatevi.
- R: Romina, ex cantante degli EstAsia.
- G: Giorgio Ricci, tastierista futurista.
 
2) La prima domanda seria che mi viene in mente è la seguente: cosa vi ha spinto a ricominciare dopo tutte le esperienze del passato e soprattutto in questa nuova veste?
- R: è stata, per così dire, una sfida. Far interagire due stili così diversi come i nostri poteva essere stimolante.
- G: in realtà non ho mai smesso; sebbene con tempi più diluiti ho dato vita ad alcuni progetti come Sensor insieme ad Emy Dj; Hysterie con Davide Faranda; una produzione dei Metal Music Machine con album e video in uscita a Settembre; collaborazioni con il Teatro Satanico e prossimamente con i TH 26 di Cagliari.
 
3) RAN... cosa significano queste tre lettere?
- R: è il titolo di un film di Akira Kurosawa, tradotto dal giapponese pare che il significato sia "follia". E' anche il nome di un'amica di Lamù...

4) Come già accennato, i vostri passati musicali sono molto importanti... vi va di riassumerceli? Come mai esperienze di quel calibro (sia artistico sia di popolarità... per esempio penso alla tournée nei palazzetti con i CSI che gli Estasia fecero nel 1998) terminarono così, senza clamore? Cosa vi hanno lasciato sia a livello umano sia a livello prettamente artistico?
- R: l'incontro con i CSI è stata la nostra fortuna e la nostra maledizione. Grazie a loro abbiamo avuto la possibilità di farci conoscere a livello nazionale uscendo dal giro dei localini della zona. Siamo riusciti a vendere 10.000 copie del nostro Cd
"Stasi", a fare un video che è girato per molto tempo in quella che a suo tempo era Videomusic, a fare un tour durato ininterrottamente per un anno e mezzo con 140 date in tutta Italia. Ma quando l'etichetta si è sciolta, lasciandoci tutti a terra, ci è rimasto molto amaro in bocca per alcuni comportamenti scorretti che abbiamo subito da loro. Per molto tempo la gente ci chiedeva notizie, poi pian piano tutte le attenzioni sono andate a scemarsi sempre di più e ciò è comprensibile perché le attenzioni prendono poi un'altra direzione. Mi è rimasta una forte disillusione.
- G: difficile rispondere in poche righe. La prima cosa che mi viene in mente sono i concerti in giro per l'Europa con i Templebeat: da Praga a Rotterdam toccando Berlino, Amburgo e Bruxelles. Il tour con Dive e Sabotage, il pop Khomm di Colonia. Una trentina di apparizioni discografiche tra album, singoli, remix e compilation e poi le collaborazioni con Pankow, Limbo, Kebabtraume, Lassigue Bendthaus, Swamp Terrorist. E' rimasta forse un po' di rabbia per il fatto che mentre in Germania avevamo una casa discografica di grosso calibro (Dynamica), in Italia siamo rimasti praticamente sconosciuti.
 
5) Romina, sin dagli Antinomia le tue liriche erano pregne di influenze orientali. Da "The ghandi's song" a "Surya" fino alla più recente "Kaliyuga" il percorso sembra continuare... da dove trai queste ispirazioni?
- R: da una curiosità molto forte per tutto ciò che proviene da culture, filosofie,
stili di vita diversi e lontani da noi ("noi" nel senso di occidentali). In tutti questi anni non avendo mai affrontato un viaggio in oriente ho sempre cercato di colmare questo vuoto informandomi con libri e filmati. Adoro soprattutto l'India e il Giappone per motivi molto diversi tra loro. 
 
6) Perché avete scelto di usare la lingua inglese per questo nuovo progetto? Mi sembrava che l'italiano ben si sposasse con molte delle vostre atmosfere...
- R: vorremmo poter uscire dall'Italia e cantare in italiano ti costringe ad avere poche possibilità di esportazione. Sembra un pensiero prettamente commerciale... e lo è!
- G: trovo che la lingua Italiana si addica solo a generi legati ad un mercato strettamente italiano (dai cantautori a Sanremo). Vorrei guardare oltre usando un linguaggio sonoro e verbale molto più vasto e che non ci rinchiuda in confini già definiti.
 
7) Sempre parlando di testi: sono anche questi estrapolati di vere e proprie poesie come negli Estasia oppure sono stati scritti appositamente per le musiche?
- R: ho ovviamente molte più difficoltà a comporre in inglese perché non è la mia lingua madre ma soprattutto perché penso in italiano! Così ho messo un po' da parte l'attenzione per i bei concetti e le belle parole stando più attenta al suono della parola.
 
8) Giorgio, musicalmente parlando questo nuovo progetto si distacca molto da quelli in cui sei stato coinvolto in precedenza. Il tutto è qui molto più raffinato e delicato, al contrario di, chessò, gli Hysterie, dove la violenza psichica a cui erano sottoposti gli ascoltatori era davvero alienante... è stata una scelta ben precisa o più dovuta all'istinto?
- G: con Templebeat e Hysterie, Ran rappresenta il terzo lato che chiude un triangolo. Tre progetti completamente diversi tra loro malegati fortemente da una continua ricerca di suoni non convenzionali. RAN rappresenta una forma di equilibrio dove
le atmosfere a volte cupe e ritmi spigolosi sono addolciti e contrapposti dalla voce di Romina.
 
9) Quanto tempo è trascorso dalla nascita dell'idea al completamento del demo? Siete dei compositori pigri e selettivi oppure buttate su nastro tutto ciò che vi viene in mente (e se così fosse, sareste dei geni, dati gli splendidi risultati!)? :-)
- R: siamo pigrissiiimi, ma non svelo quanto ci abbiamo messo.
- G: siamo sia pigri che selettivi; cestiniamo spesso il cinquanta percento del lavoro.

10) E' da qualche anno che frequento attivamente il nord-est, e devo dire che mi ha colpito non poco questa specie di rivalità "assassina" tra alcune band. Nello specifico, c'è stata perfino gente che, non so con che coraggio, sosteneva che come musicisti non valevate nulla... ora, a prescindere dai gusti personali, la vostra competenza e validità sono innegabili. Eppure le malelingue serpeggiano... una specie di guerra tra poveri, oserei dire, senza vincitori ne vinti, che infastidisce. Perché secondo voi si creano queste situazioni?
- R: davvero? .....
- G: non ho mai avuto problemi con persone o altre band a parte un noioso ragazzotto di Pordenone, piuttosto mi sono spesso scontrato contro i pregiudizi di chi continua
ad affermare che per fare musica elettronica basti premere dei pulsanti allontanando il concetto di "purezza della musica suonata". Penso che la sostanza, le idee e i contenuti siano molto più importanti del saper suonare perfettamente uno strumento.

11) Siete ripartiti umilmente, autoproducendovi questo splendido promo. Quali saranno le prossime tappe del vostro percorso?
- R: il solito iter di tutti i gruppi, non siamo privilegiati rispetto ad altri. Abbiamo dei contatti con un'etichetta italiana, ma vorremmo provarci anche con le label d'oltralpe. Dovevamo partire quest'anno con il live al Matematik Festival di Vicenza ma purtroppo è saltato.

12) Domanda prettamente tecnica: che strumentazione avete utilizzato in studio per ottenere queste sonorità? Nonostante si parli di autoproduzione, il tutto mi sembra davvero molto limpido e chiaro, distanziandosi da decine di prodotti "piatti" che saturano il mercato...
- G: semplicemente un paio di synth, un sampler, e un Pc ma anche un lunghissimo e paziente lavoro di mixaggio e ricerca di suoni.
 
13) Pur essendo partiti entrambi dal "dark", mi sembra che ora questa definizione vi stia quantomeno stretta... quali sono le vostre preferenze attuali e cosa ne pensate della scena goth attuale? la seguite, vi stimola?
- R: dark è una parola che collego alla mia adolescenza: capelli cotonati, puntalini e sempre incazzata col mondo. Sono passati quasi vent'anni però... ora mi sento abbastanza lontana da un certo tipo di sonorità (soprattutto quella che voi chiamate goth), anche se la parte malinconica di me ama ancora ascoltare i Dead Can Dance, i Cocteau Twins, i Belcanto, i Cure, ecc. Ciò che preferisco ora sono i Lamb,Portishead, Massive Attack, Bjork, Craig Armstrong, ma spazio anche nella musica etnica, come certi "mattoni" indiani, la lirica (adoro la Callas), e all'opposto musica più dura come i Korn, il britpop o l'ndie e molti gruppi italiani.
- G: siamo ben lontani dai sopracitati generi dei quali conosco ben poco. Sono molto più vicino alle atmosfere sintetiche dei PanSonic o ai ritmi mozzafiato di Hypnoskull.
 
14) Cosa consigliereste a qualcuno che voglia, oggi, cominciare a suonare?
- R: sono una pessima consigliera.
- G: se è per cambiare il mondo è meglio dedicarsi alla lotta armata.
 
15) Grazie mille per la disponibilità, le ultime parole sono per voi...
R+G: ..... :-)
Contatti, E-mail:
momyblu@libero.it Tel: 0422.22388
[Intervista a cura di
Max 13-34 per Erbadellastrega.it - Luglio 2004]
 
 

 
° RAN - "Ran" [autoprodotto, 2004]
Ladies and gentlemen, della serie "quando la classe non è acqua" ecco a voi i RAN. Conscio che il nome dica poco/nulla alla maggior parte di voi, vi do qualche indizio: vi ricordate gli storici Temple Beat? E i troppo sottovalutati Estasia? Sì? Bene, già ci siamo! Ora, provate ad unire il genio elettronico di Giorgio Ricci con la splendida voce di Romina Salvatori, ed il gioco è fatto. Ebbene si, questo non è altro che il progetto del duo sopracitato, che farà la gioia di chi sentiva da troppo tempo la mancanza delle corde vocali della divina che ci incantava anni addietro con "Surya". Non c'è la violenza chirurgica degli Hysterie, ne la vena etno degli
Estasia, ed è quasi un bene, dato che i due dimostrano di essere ottimi musicisti e compositori anche al di fuori delle loro zone d'azione abituali. Atmosfere delicatamente pop, venato qua e là di un elettronica mai troppo invadente, che fa da tappeto ideale per ricami di voce mai sopra le righe, efficaci e leggere nel loro contrapporsi agli intarsi freddi ma coinvolgenti delle tastiere. La suadente "Foggy", la sinistra "Collyrium", la deviante "Kaliyuga" insieme a "See-saw" (la migliore, a mio parere) e "Call" fanno di questo mini Cd un dischetto prezioso, da avere e gustare goccia a goccia, aspettando che qualcuno noti questo sodalizio e decida di fare qualcosa che vada oltre il promo. Ne varrebbe davvero la pena. La classe non è acqua, appunto... [Max 13-34]
   
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