In occasione delle tre date italiane di Jessie Evans (ex Vanishing) abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lei, ormai habitué di EDS, per sentire cosa bolle in pentola...

1) Dimmi la verità... ami cambiare. In pochi anni ti abbiamo visto in svariate band, collaborazioni, dischi e roba varia. Ognuno di questi era sempre buono, e differente dal precedente.
- Cerco di fare quello che voglio, fondamentalmente. Amo lavorare con persone con cui si instaura un feeling artistico buono, a prescindere da ciò che facciano. Come ogni altro artista vedo che la musica sta piano piano diventando qualcosa di fin troppo
definito. Per quello che mi riguarda non sono nata sapendo e conoscendo tutto, quindi quello che ho fatto e che faccio ora non è altro che un riflesso del processo del diventare umana, ovvero tornare ad essere piena e pura, come un bambino che guarda ogni cosa senza porsi troppe domande su cosa si provi o meno.

2) La partnership con Bettina Koster (ex cantante delle leggendarie Malaria!, N.d.Max) sembra funzionare bene. Quasi come se due generazioni a confronto, invece di scontrarsi e giudicarsi, trovassero punti d'incontro e di scambio. Credi che la collaborazione proseguirà o la vedi più come un altro tassello della tua crescita artistica e personale?
- Prima di trasferirmi definitivamente a Berlino avevo l'impressione che avrei collaborato con un'altra cantante degli '80, ma non ero sicura su chi sarebbe caduta la  scelta (o il fato). Poi, una settima prima di prendere l'aereo per trasferirmi a Berlino ho avuto un sogno, in cui arrivavo lì e gironzolavo con le ragazze delle Malaria! come se fossimo amiche intime da sempre... e così successe. Quando arrivai incontrai Bettina appena scesa dall'aereo che era venuta a prenderci all'aereoporto per accompagnarci ad un intervista in cui, sia lei, sia noi, dovevamo essere intervistate. Seppe che noi (io e Brian, ex Batterista dei Vanishing) non avevamo un posto in cui stare, quindi ci offrì ospitalità per un po' a casa sua. Diventammo presto buone amiche e cominciammo ad esibirci in alcune
performance assieme. All'inizio con un progetto chiamato Krauch, ed in seguito con uno show burlesque... Eravamo entrambe molto eccitate riguardo al fatto che i nostri stili musicali fossero davvero molto simili. Entrambe inoltre suonavamo il sassofono, come se provenissimo dalle stesse direzioni artistiche, pur se da Paesi diversi. L'esperienza funzionò bene, regalando ad ognuna di noi molto di più di quanto immaginassimo. Il punto di forza è il fatto che, caratterialmente ed attitudinalmente, ci bilanciamo alla perfezione, dato che dove una è folle l'altra è attenta e calcolatrice, dove una è debole l'altra è forte e via così. Tieni conto che ci siamo incontrate in un momento in cui entrambe desideravano fortemente fare le proprie cose, quindi in un certo senso è come se noi avessimo fatto individualmente il nostro primo album solista... insieme! Per quanto riguarda collaborazioni future vedremo... credo che sicuramente faremo ancora musica assieme, ma ci sono priorità più grosse al momento. Io sto finendo il mio "secondo" disco da solista, mentre Bettina sta scrivendo un libro.

3) I testi attuali sono molto più folli e diretti rispetto ai tuoi precedenti. Hai dei messaggi come in passato, ora, o le parole sono solo un modo per esprimere ciò che sei adesso?
- Il mio modo di scrivere è mutato molto negli ultimi due anni. Quando cominciai a scrivere mi sentivo davvero di merda. Avevo così tanto da dire... dovevo dire tutto!!! E tutto in una canzone!!! Quindi il testo risultava molto sviluppato e storico e metaforico e
tutta 'sta merda qua. Ora parlo molto di più di ciò che sento al momento. Il soggetto dei miei testi è sempre lo stesso: l'amore. Ho sempre parlato di amore, guardando alle persone, alla vita e cercando di dare un senso a tutto questo. Io. Me. Ovviamente è solo un esprimere me stessa, ma credo più le parole siano semplici ed oneste, più possano cambiare radicalmente le persone in modo profondo, anche se solo per un momento, alterando le tue cellule e facendoti sentire vivo. La musica mi ha sempre fatto piangere o fatta sentire sexy o qualsiasi altra cosa... Comunque, la scorsa primavera eravamo in tour con Bettina e ascoltavamo parecchio Kylie Minogue ed ha avuto un profondo effetto sul mio modo di vedere la musica pop, perché tutte le sue canzoni riguardano l'amore e ti entrano sotto la pelle dopo un po'. Ho capito di essere spaventata riguardo lo scrivere canzoni d'amore perché le sentivo così pessime alla radio, e in quell'RnB schifoso che senti su MTV ed anche la dinamica di vedere 'ste giovani bionde e stupide gallinelle cantare dei loro fidanzati uccideva in me l'idea di concepire una canzone d'amore... ma ad un certo punto ho capito che era la cosa che davvero volevo esprimere.

4) Autonervous era il nome del tuo vecchio progetto con Billy... come mai lo hai utilizzato di nuovo?
- Rubai all'epoca il nome Autonervous al mio fratellino Anders, che lo
usava per il suo progetto solista quando aveva quattro anni (è un batterista, sto lavorando su alcune cose anche con lui in questo periodo). Credo che il nome abbia un feeling molto carino, ed evochi delle belle sensazioni positive... perlomeno un mood in cui io mi senta a mio agio e che conosco molto bene, hehe... Mi fa inoltre pensare a un ragno impazzito che balla ed è anche la prima lettera dell'alfabeto. In prima linea!! Un nome può essere fluido, senza intaccare o colpire nessun tipo particolare di persone o cose. Senza riferimenti chiari... La prima cosa che ho fatto uscire ufficialmente è stato un Ep 12" (che riprendeva le tracce originariamente apparse sullo split mini Cd demo con gli Zonetech, n.d.Max1334), una collaborazione con Billy Bates, ex Vanishing e Zonetech al synth. Quando i Vanishing si sciolsero volevo continuare ad usare Autonervous come nome per il mio progetto solista, ma poi incontrai Bettina e decidemmo di fare un disco assieme, suonando show sotto il nome di "Autonervous & Bettina Koster", ma tutti cancellavano Bettina Koster perché lo confondevano con il nome della band di supporto (terribile l'ignoranza... N.d.Max), quindi lo usiamo assieme in questo momento.

5) Ti senti ancora con gli altri ex-Vanishing? Come è nata la necessità di portare avanti i tuoi progetti in maniera autonoma?
- Avevo bisogno di spazi per tornare su me stessa e focalizzare le mie attenzioni sulla mia musica. Prima della fine dei Vanishing non collaboravo più alla stesura di nuovi brani, perlomeno non quanto avrei desiderato fare in modo attivo. Mi ero messa in una posizione, per me atipica, che mi relegava nel ruolo di "cantante", ed ho capito che la cosa, davvero, non mi soddisfaceva per nulla. Sono anche una musicista, insomma. In più lo stare costantemente in tour mi lasciavano uno strano retrogusto in bocca... come se stessi volando senza meta senza mai atterrare perché, sotto, la terra non c'era più... stavo perdendo di vista i miei obiettivi ed avevo dunque bisogno di fermarmi e focalizzare meglio le cose. Mi sono comprata un portatile, vari protools ed ho
suonato parecchie percussioni elettroniche e drum machines varie quest'inverno. Ho registrato questo disco con Bettina ed è stato divertente. Brian è tornato a San Francisco e sta facendo delle grandi cose laggiù. Continua con Billy il progetto Zonetech e sta inoltre lavorando ad un album solista sotto lo pseudonimo C.L.A.W.S. Suonerà con noi a San Francisco per il release party che faremo dopo l'uscita del disco nuovo.

6) Nello scrivere canzoni, dunque, il tuo approccio è mutato notevolmente.
- Si, molto. Prima provavo con la mia band e via, ora sto in camera mia e registro sul mio computer. Quindi il tutto si riassume più nell'atto di suonare e registrare come se fossero la stessa cosa, idea che mi piace molto, dato che sono convinta che molte volte la prima esecuzione di un idea sia sempre la migliore: pura e vera. Quando stai per avere un idea su un brano... ecco, nel momento in cui l'idea si sta materializzando nella tua testa... quello è il momento in cui la canzone è VERA e PURA e CHIARA. E' molto carino poter registrare, oggi, quello stato embrionale.

7) Sono quasi due anni che sei a Berlino. Ti sei mai pentita della tua scelta? Non hai mai nostalgia degli States?
- Ho sempre fortemente desiderato venire qua e nonostante il fatto che molte delle cose che avevo idealizzato e che mi aspettavo semplicemente non esistono più oggi, resta un posto fantastico. E' molto economico rispetto agli Stati Uniti, cosa che mi permette di
concentrarmi sulla mia arte e sulla mia musica senza fare la fame. In estate poi è fantastico. E' tutto verde, gli alberi fioriscono per le strade e ci sono laghetti e piscine e fontane sparse per tutta la città e tutti prendono il sole e nuotano tutto il giorno, come se non avessero un occupazione se non quella di stare al sole! Adoro nuotare quindi adoro tutto questo...
Ogni tanto mi manca l'America, mi mancano le sue follie, il caos... e mi mancano il cibo messicano e l'Oceano... le persone sono più calorose e dalla mentalità più aperta ma... non voglio vivere laggiù, ora. Il governo è davvero fottuto di testa e tutti sembrano davvero apatici a riguardo, come se non potessero cambiare nulla, cosa che da un certo verso è vera. Le situazioni positive o negative devono avere il loro corso, e distruggere è insito nella natura umana e proviene proprio da madre natura. Distruggere per ricreare. Viviamo in un era molto confusa, perché la rabbia e la distruzione sono davvero diffuse ovunque, ma sta al singolo individuo trovare la propria luce e diffonderla il più possibile.

8) Delle date in Italia che mi dici?
- Spero davvero di ricevere le stesse reazioni degli ultimi tour, che furono entusiastiche e mi diedero molto!

9) Progetti futuri?
- Suoneremo per alcuni concerti a Puerto Rico, Parigi, Stoccolma, Los Angeles, San Francisco, ecc... Vorrei viaggiare per il Brasile e l'Asia... ci sono così tante cose...

10) Buona fortuna, allora!
- Grazie, un bacio a tutti voi e se siete curiosi andate su
www.myspace.com/autonervous a dare un occhiata ed un ascoltatina!
Sito ufficiale:
www.autonervous.com
[Intervista a cura di
Max 13-34 per Erbadellastrega.it - Luglio 2006]
 
 

 
° AUTONERVOUS - "Autonervous" [Cochoon records, 2006]
Lo aspettavo. Lo bramavo. Lo desideravo. E alla fine è arrivato. Il tanto agognato disco che univa Jessie Evans (ex Vanishing, Subtonix, ecc...) e Bettina Koster (ex leader delle Malaria!) è nelle mie mani. E non posso non esultare. Perché tutte le aspettative che avevo a confronto si sono rivelate inferiori al risultato finale. Un disco eccellente, che distrugge tutti i cliché della musica alternativa e si ricostruisce, trionfante, su quelle macerie. Sin dall'opener "Anchors aweigh" le cellule cerebrali cominciano a viaggiare e a scontrarsi l'un l'altra in una frenetica danza in bilico tra euforia repressa e godimento puro. Perché è un piacere unico sentire LA voce femminile di inizio millennio (perché ditemi quello che vi pare, ma Jessie Evans è la numero uno in questo. Punto.) dettare con quella più matura, bruciata dalle sigarette eppur così calda ed espressiva di Bettina. E le sperimentazioni sonore in salsa Tones On Tail di "Don't walk"?
Dio mio come l'adoro... Non c'è nulla che non funziona in questo disco. Il gusto electro retrò minimale di "Still kaltes", le strizzate d'occhio alla disco di "Gold", la decadenza nera come la pece (ma con le stelline che brillano) di "Hello lovers" (che mi ha riportato alla mete alcune soluzioni presenti negli ultimissimi Vanishing, a dimostrazione di quanto Jessie fosse stata fondamentale non solo a livello estetico/vocale, ma anche compositivo per il combo americano). E la lenta e sensualissima "Sax new age"? E la schizoide "Easter bunny"? Questa deve essere una hit!!! E poco mi frega che in pista scenderebbero in due... ma questa è roba che scotta. Malata e viziosa, poggiata su ritmiche ossessive a mò di mantra ti entra nella testa e ti fa perdere il contatto con la realtà, trasportandoti altrove mente, inspiegabilmente, il corpo continua a muoversi senza fermarsi. "Why shiver" ci fa riprendere fiato, prima di ricadere totalmente nel vortice con "Prescription", nerissima mini piece per voce recitata e rumori ambient, che chiudono il cerchio riaprendone un altro. Che dire dunque? Che questo concetto Malaria incontrano Vanishing è perfetto. Non appoggiandosi nè su le une nè sugli altri, il risultato è un efficacissimo amalgama di ciò che le nostre sono state, sono e saranno. Nessuna scopiazzatura, nessun rimando particolare. Solo qualcosa che definirei, una volta tanto, originale. Disco essenziale per gli amanti di un certo tipo di suoni. Disco da evitare come la peste per tutti i trendisti dell'ultima ora. Niente cerone e pipistrelli e brani di facile presa. Niente lacrime versate per nulla e facciate pouseristiche. Sensualità, follia, suono. Tutto qua. E non è poco. [Max 13-34]
 
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