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° TEMPLE OF TWILIGHT -
"All the believers" [autoprodotto,
2006] |
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Per tutti coloro
che cercano qualcosa di nuovo - se non di
originale - in un genere
"spremuto" come il gothic rock,
da Dortmund ecco spuntare il secondo mini
Cd dei Temple of Twilight, band frutto
della galeotta relazione tra rock anni
'70 e gothic. Questo flirt, riscontrabile
in tutte e cinque le tracce di "All
the believers", ha il suo apice di
visibilità con "Graveyard", in
cui gli accordi musicali dimostrano
l'indubbio amore per l'hard rock 70ies da
parte dei cinque componenti della band.
"On your knees", risultato di
una sezione ritmica aggressiva e di un
refrian accattivante, non solo è la
canzone più tipicamente gothic-rock del
Cd, ma è anche la hit che fino ad |
ora
mancava nella discografia dei Temple of
Twilight. La tittle-track, caratterizzata
dai cambi di ritmo e dalle tastiere
progressive, ci introduce alla parte
romantica del lavoro formata da
"Through the rain" ed
"Away". "Through the
rain", una ballata simbiosi tra
strumenti elettrici ed acustici (piano,
violino), ha un posto di rilievo
all'interno del disco tanto da
risultare, assieme ad "On your
knees", la traccia che emerge di
più al primo ascolto risaltando i
vocalizzi del nuovo singer Andy che, al
pari del vecchio Darc, evita di ricadere
nella inflazionata voce baritonale dei
maestri del genere. Il lavoro si chiude
con "Away", canzone dal sapore
vagamente art-rock in cui l'abile uso del
violino può far ricordare i suadenti
arrangiamenti degli Into the Abyss.
Concludendo, questo secondo
"mini" dei Temple of Twilight,
conferma il dinamismo del
precedente "Moon attraction"
dimostrando che l'originalità nel
gothic-rock è ancora possibile. [Mr.Moonlight]
Sito web: www.temple-of-twilight.de |
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° TYSKE LUDDER -
"Sojus" [Black rain, 2006] |
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Come nel goth c'è
stato negli ultimi anni un ritorno alle
radici (vedi death rock e goth rock)
anche nella scena electro sembra stia
accadendo la stessa cosa. Dopo nove anni
infatti ecco tornare sulla scena i Tyske
Ludder, band di cui sinceramente ignoravo
l'esistenza. Mea culpa? Si, ma non del
tutto. I nostri infatti ci propongono
dieci tracce di ebm old-style secche,
dirette e ballabili, con tutti i clichè
del caso. Ed è proprio la questione
clichè che rende il tutto vagamente
superfluo. Uno di quei dischi non male,
che si fanno ascoltare, che mischiati
insieme ad altri ad una serata a tema
potrebbero anche riempire la pista, ma
che alla lunga verranno dimenticati |
data la
mancanza di spunti particolarmente
interessanti. Solo per afficionados.
Disponibile anche in doppio Cd limitato a
1.000 copie con remix di Feindflug,
Severe Illusion ed altri. [Max
13-34]
Sito web: www.blackrain.de |
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° FLINT GLASS -
"Nyarlathotep" [Black rain, 2006] |
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Dark ambient
interessante con HP Lovercraft e le sue
storie che ispirano tutto il lavoro. 72
minuti compresi i soliti remix ad opera
di AH CAMA SOTZ, DISHARMONY, XABEC
e EMPUSAE & THIS MORN'OMINA. Un'ora e
un quarto di dark ambient dicevamo. Ed io
che ci devo fare? Davvero, apprezzo lo
sforzo, ma senza un supporto visivo non
riesco a perdermi in queste sonorità.
Una soundtrack perfetta per i vostri
incubi o per un film horror pieno di
suspance. Ma che così com'è mi lascia
poco in bocca... ma son gusti... digipack
ad 8 facciate veramente ben fatto. [Max
13-34]
Sito web: http://flintglass.free.fr |
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° :WUMPSCUT: - "Jesus
anticristos/Die liebe"
[Metropolis/Audioglobe, 2006] |
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Nuovo mini Cd per
il progetto :W: , che spiana la strada
per il nuovo album "Cannibal
anthem". Sia Jesus Antichristus sia
Die Liebe presentano un remix a testa,
per un totale di quattro tracce. Remix a
cura dei Feindflug (che rendono Jesus...
ancora più marcata e marziale
dell'originale, come nel loro stile più
classico) e dei Recently Deceased, che
apportano alla più melodica Die Liebe
una soluzione più stratificata e densa,
nonostante la base resti comunque
intatta. Pezzi che possono essere buoni
per riempire buchi nella pista. Per gli
altri, un prodotto superfluo. [Max
13-34]
Sito web: www.wumpscut.com |
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° IN STRICT CONFIDENCE -
"Exile paradise" [Minuswelt
musikfabrik, 2006] |
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Anticipato qualche
mese fa dall'Ep "Where sun and moon
unite" ecco il nuovissimo album
targato In Strict Confidence. Mai come in
questo caso l'apripista è stato così
chiaro e limpido. Infatti in questo disco
troviamo tutto quello che ci era stato
anticipato dall'extended play. I nostri
hanno sì affinato il loro gusto per gli
arrangiamenti e per la cura dei suoni, ma
hanno anche stretto non poco i contatti
con una formula molto più easy listing e
morbida rispetto in passato. Chiaro, non
che i nostri abbiano mai fatto techno o
roba sparata, ma è per rendere l'idea
della sensazione soft che pervade tutto
il lavoro. Tentativi di rendere
l'atmosfera più oscura ed opprimente |
("Forbidden
fruit", "Fading light") si
mischiano a soluzioni più morbide
("Wintermoon", "Away from
here"), cosa che probabilmente
porterà ad una scissione. Da una parte
gli estimatori di ciò che fù,
dall'altra una nuova schiera di
fedelissimi che troveranno tra questi
sessantadue minuti una band ottima da
seguire ed amare. Come già detto in
precedenza, produzione ottima, scelta dei
suoni non sopra le righe, ottime le linee
vocali femminili (meno quelle maschili) e
3 supporti diversi da scegliere. Cd
singolo, doppio Cd con tre tracce extra e
triplo Cd con confezione formato Dvd
contenente inoltre remix, video,
screensaver e roba varia. Vedete voi. [Max
13-34]
Sito web: www.instrictconfidence.de |
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° CEREBRAL APOPLEXY -
"Cold heart" [Mental ulcer
forges/Audioglobe, 2006] |
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Noti agli
appassionati del genere electro, i
Cerebral Apolexy si erano fatti notare
per le collaborazioni ad alcuni remix
presenti nei lavori recenti di
Wumpscut, e si vede che quest'ultimo
ha apprezzato non poco il loro lavoro,
dato che li ha messi sotto contratto ed
ha licenziato tramite la sua etichetta
personale il loro debut album. Il disco
non è assolutamente male, anzi. Siamo in
territori electro di chiaro stampo
europeo, melodie catchy su basi tra il
ballabile e lo scandito (che vuol dire?
Non so, ma si capisce dai...), voce
femminile discreta in primo piano
alternata dalla solita voce incazzosa
maschile ultrafiltrata... Gradevoli
sicuramente, ma dato il |
clamore
che ho sentito attorno a questo nome
probabilmente mi è sfuggito qualcosa...
a me sembrano "normali",
piacevoli e tutto quello che vi pare. Ma
non credo faranno faville a destra e
sinistra... La formula è fin troppo
rodata, trita e ritrita e alla lunga
l'identità della band ne risente.
Vedremo se il tempo mi darà torto... [Max
13-34]
Sito web: www.cerebralapoplexy.de |
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° MALAISE -
"Hypnotized by forgotten lies"
[Ultrachrome, 2006] |
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I Malaise sono
tornati. Dopo cambi vari di line up e
vicissitudini disparate, questi alfieri
del goth rock industriale svedese
ritornano in pista per far vedere ciò di
cui sono capaci. Forti di collaborazioni
quali Kim Blomkvist (Therion, Internal
Decay) e Tobias Sidegard dei
Necrophobic i nostri ci buttano addosso
cinque tracce di goth rock diretto ed
incisivo. Che suona proprio come
suonerebbe un disco di Goth Rock con
venature industrial (ma proprio venature,
eh!). Niente di più, niente di meno.
Questo può essere il loro difetto
maggiore, ma anche la loro forza, perchè
ciò che fanno lo fanno bene. Melodici e
graffianti in "This is for a
friend" e "In your
dreams", |
più
electro (pure troppo) in "Little
girl of me" e "Paradox"
(potevano evitare il growling nel
ritornello...), magmatici quanto basta in
"No confusion". Non male ma,
detto fra noi, dovevano davvero tornare
per forza? [Max
13-34]
Sito web: www.malaise.net |
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° ALEX FERGUSSON -
"The castle" [Eis &
Licht/Audioglobe, 2006] |
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In teoria non ci
sarebbe bisogno di presentazioni. In
teoria. Ma in pratica non posso
pretendere che tutti voi sappiate chi sia
Alex Fergusson. E questo è male. Un pò
di storia quindi, giusto per dare delle
direttive... Fine anni '70, piena
esplosione punk, dozzine e dozzine di
band valide e meno valide. In mezzo c'era
un po' di tutto, anche cose che col punk
avevano poco in comune. Tra queste
c'erano gli enormi Alternative TV
ed, in questi ultimi, militava Alex.
Questo già vi può aiutare un poco,
chiarendo il fatto che non ci troviamo di
fronte ad un ragazzino... ma andiamo
avanti... In seguito ad una
collaborazione con "un certo"
Genesis P. Orridge, che militava |
in una
band chiamata Throbbing Gristle, i nostri
assieme ad un altro brutto ceffo chiamato
Peter Christopherson unirono le loro
forze sotto il nome di Psychic Tv. Le
cose cominciano ad essere più chiare
ora? Bene. Dopo la sua dipartita dagli
Psychic, Alex fece perdere le sue tracce,
conducendo una vita artistica perlopiù
isolata. Ha prodotto alcune band tra le
quali spiccano gli Orange Juice e i
Go-Betweens, fatto concerti con il
progetto Essences (di cui esiste anche
un disco) ed alcuni ex compagni
vari e roba varia. Se non erro questo
dovrebbe essere il suo terzo lavoro da
solista e come i precedenti non è di
facile reperibilità (anche se da noi
l'Audioglobe ha fatto una bella mossa
aggiudicandosene la distribuzione). E' un
gran disco, questo "The
castle". Molti lo infileranno
sicuramente nel filone
neofolk/industrial, sbagliando di grosso,
le influenze sono molto più legate ad un
certo tipo di sonorità di fine '60 inizi
'70, con forti richiami al sottosuolo
vellutato e al folk più classico. Brani
splendidemente semplici come la Reed-iana
"Hope" o la divina "Let
the sorrow go" non possono lasciare
indifferenti. Quest'ultima, tra l'altro,
ospita alla voce una certa Rose McDowall
(e, come sopra, se non sapete
chi sia è grave... Come punti di
riferimento generici ma che danno un'idea
pensate a Strawberry Switchblade e
Current 93 family), ed è un piacere
risentirla "cantilenare" come
ai vecchi tempi. E che dire di brani
crepuscolari come "Daybreak" o
piccole gemme acustiche come
"Solitude"? Amo il suo stile,
amo la sua voce, amo il modo in cui fa le
sue cose, e le fa dannatamente bene.
Dischi come questo fanno sparire il
novanta per cento della feccia
pseudo-intellettuale che gira nei negozi
e nei mailorder. Un grande ritorno per
una grande conferma. Punto. [Max
13-34]
Sito web: www.alexfergusson.com |
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° PUNISH YOURSELF -
"4 titles" [Active entertainment, 2006] |
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Questo mini Cd
promo fa da apripista per il prossimo
parto in casa Punish Yourself, ovvero
"Gore baby gore" (a cui andrà
ad aggiungersi un Dvd live). Ho tra le
mani tre brani nuovi ed uno in versione
live dunque, che mi danno perfettamente
l'idea di ciò che mi aspetta: un'altra
mazzata in stile Punish Yourself! Se
avete letto i miei pareri sui dischi
precedenti tra queste pagine, avrete
capito che questi strambi freaks mi
piacciono non poco, e il giudizio non è
cambiato. In particolare ho amato
l'accattivante "Mothra Lady",
terribilmente ipnotica e veloce, così
come mi ha convinto "Come on come
on", rock and roll infestato di
elettro industrial che sarebbe |
stato
benissimo tra le cose più spinte di
Manson periodo Mechanical Animals. Meno
convincente invece "Voodoo
virus", troppo "chitarre
quadrate a palla" ma vabbeh.
Eccellente invece la versione live di
"Worms", magmatica, evocativa,
emotiva, di certo la migliore del lotto.
Sono da tenere d'occhio questi ragazzi,
altrochè... Dopo anni di carriera
underground alle spalle sembra giunto il
momento del salto nel mercato vero e
proprio. [Max
13-34]
Sito web: http://punishyourself.free.fr |
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° MAJA ELLIOTT -
"1000 water craters on the sea"
[PREcordings, 2006] |
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Nuova uscita per
la nostra PREcordings e nuovo dischetto
prezioso che andrà a far compagnia alle
buone uscite degli ultimi mesi sullo
scaffale dei prediletti. Polistrumentista
ed artista a 360 gradi, Maja Elliott è
nota al pubblico soprattutto per le sue
collaborazioni con i Current 93
("Soft black stars",
"Hypnagogue" e live performance
annesse). Ed è un peccato, perché lei,
da sola, sa fare cose molto, molto
interessanti. Muovendosi in territorio
ethereal sperimentale, si è avvalsa
della collaborazione di Steve Stapleton e
di Paul Bradley per regalarci questi
dodici minuti in cui la sua voce
sussurrata ci guida verso lidi soffici e
lontani, prima di implodere dentro |
se
stessa in un climax che, se vissuto al
momento giusto, ha del memorabile. Un
artista che, come molti, non conoscevo, e
che mi ha stupito piacevolmente per la
serenità con cui ci rende partecipi
delle sue emozioni, regalandocene un
pezzettino ogni volta che il dischetto
ricomincia a girare nel lettore. Da
tenere d'occhio. [Max
13-34]
Sito web: www.precordings.com |
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° L'ORCHESTRE NOIR -
"Eleven" [PREcordings, 2006] |
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Per chi non lo
sapesse, L'orchestre Noir non è altro
che un progetto parallelo ai Sol
Invictus, dalle sfumature più
classicheggianti rispetto al gruppo
madre. Questo è il loro secondo lavoro,
uscito originariamente nel 1999, che
seguì di due anni il debut
"Cantos". Punto. Come
riassuntino dovrebbe andare bene, credo.
Allora... questa ristampa ad opera della
PREcordings ha molti assi nella manica. A
cominciare dal sobrio ed elegante
digipack con libretto, continuando per il
lavoro di remissaggio che ha reso
giustizia ai brani, soprattutto a quelli
più "sussurrati", concludendo
con la bonus track "La chanson
du Roi Renaud (Wakeford Re-Mix)",
assente nella |
stampa
originale, che se non imprescindibile di
certo non sfigura in mezzo al resto del
materiale. Questo concept era ottimo,
partorito come un requiem per i caduti
della Prima Guerra Mondiale, con scritti
di Rosa Luxembourg e Albert Camus che
vanno ad incastrarsi su composizioni
neoclassiche e barocche di rara bellezza.
Le due versioni di "Eleven" (in
apertura e chiusura dell'album),
"Odin's Day",
"Memory".... solo per citare
alcune perle di un album che dio solo sa
perché la gente sembra aver
(ingiustamente) dimenticato. Ottima
operazione dunque quella della
PREcordings, che riporta alla luce un
piccolo grande gioiello che va riscoperto
e riamato. Per chi scrive, uno dei lavori
migliori di Wakeford. Da avere. [Max
13-34]
Sito web: www.precordings.com |
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° BABY DEE - "Live in
Turin" [PREcordings, 2006] |
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Chi è Baby Dee?
Molti si potrebbero porre questa domanda.
Ma molti si stupirebbero della
risposta... Baby Dee è una delle figure
transgender più particolari e singolari
che bazzichino per New York e non solo.
Baby Dee è colu(e)i che ha prestato la
sua arpa allo splendido debutto
discografico di Antony and the Johnsons.
Baby Dee ha riempito con la sua voce
(accompagnata da arpa e pianoforte)
alcuni mini Cd ormai introvabili,
pubblicati per la Dutro. Baby Dee fa
oramai parte integrante del "mondo
Current 93", parteipando attivamente
a pubblicazioni e live shows,
impreziosendo con la sua presenza
"importante" e con il suo stile |
unico le
performance del combo capitanato da
Tibet. Baby Dee, dicevamo, suonò due
anni fa un concerto presso il Cafè
Procope di Torino (è grave se dico la
verità, ovvero non lo conosco?) e il Cd
che mi ritrovo tra le mani ne è la
testimponianza audio. Un ottimo disco,
che funge anche un po' da "best
of" data la difficilissima
reperibilità del suo materiale...
materiale che ci presenta un artista che
ama mettersi in gioco, regalandoci
emozioni in musica, fasciate da
arrangiamenti delicati e pressochè
perfetti nella loro semplice
complessità. Nulla di eclatante. Solo
stile. E non è poco. Un ottimo
documento. [Max
13-34]
Sito web: www.precordings.com |
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° OFFCHESTRA [PREcordings,
2006] |
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Cominciamo con il
dire che questo NON E' un disco comune,
nel senso che non ci troviamo di fronte
ad un lavoro vero e proprio di
"qualcuno", nè di fronte ad
una compilation. Se la cosa non vi sembra
chiara, I'm sorry, questo è. OFFchestra
in realtà è il nome dato ad una
collana, cito testualmente dalla press
release "una sub-concept-label nata
dalle fucine degli studi OFF", che
ha il compito (o il desiderio) di rendere
ufficiali le più disparate sessions che
si alternano negli studi di registrazione
OFF, che siano colonne sonore,
collaborazioni, extravaganze varie,
ecc... Questo è il primo volume della
collana ed include tredici brani che
fanno parte |
della
colonna sonora dello spettacolo teatrale
"L'apocalisse di Giovanni" di
Valter Malosti. Colonna sonora a cura di
Marco Milanesio (ovvero DorsDNE) e
Fabrizio Modenese Palumbo (già con
Salamander, Larsen e Blind Cave) con la
collaborazione estemporanea in un brano
di Julia Kent (violoncellista al seguito
di Antony and the Johnsons) e Marco
Schiavo (già batterista nei Larsen).
Complessa e di non facile ascolto, questa
lunga suite in tredici movimenti (così
mi piace pensarla e viverla) risulta
comunque non tediosa come la maggior
parte delle operazioni simili, riuscendo
a ricreare anche se solo parzialmente le
emozioni che, probabilmente,
scaturirebbero dalla visione dello
spettacolo dal vivo. Interessante a
questo riguardo l'inserimento di un clip,
"Le sette lettere
dell'apocalisse", a cura di Giulia
Carrà e Marzia Migliora, che ci mostra
il montaggio di un installazione che era
parte integrante dello spetacolo in
questione. Un lavoro non per tutti, ma
che sicuramente attirerà l'attenzione di
coloro i quali ritrovano in situazioni
sonore simili spunti di interesse
particolarmente validi. [Max
13-34]
Sito web: www.off.to.it |
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° AMDUSCIA - "From
abuse to apostasy" [Out of line/Audioglobe,
2006] |
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Dopo un paio di Ep
ed un debutto votati all'harsh ebm in
linea con quanto proposto dagli Hocico,
riecco tornare i messicani Amduscia, che
ci propinano undici nuove tracce che
potrebbero benissimo essere scarti del
lavori precedenti o remix degli stessi,
tanto son tutti uguali. Sia chiaro, per
chi ama queste sonorità probabilmente
qualcosa di buono c'è, ma è tutto
talmente mediocre al mio orecchio...
nessun brano che spicchi, bpm sparati
tanto per spararli, il tutto per un ora
di maniera che più di maniera non si
può. Probabilmente in una compilation
uno di questi brani ci starebbe pure bene
(uno a caso, tanto è uguale...), ma
tutto il disco è una noia enorme. |
Forse è
solo un momento di assestamento, forse.
Vedremo il prossimo album, se mai ci
sarà. Di certo gli Amduscia sono
l'esempio lampante di quanto il genere
ebm sia ormai saturo di clichè. [Max
13-34]
Sito web: www.amduscia.de |
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° SPETSNAZ -
"Totalitar" [Out of
line/Audioglobe, 2006] |
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Allora, a me
Nitzer Ebb non dispiaceva e questo
progetto Spetsnaz nasce dalle ceneri di
un gruppo cover di NE. Questo dovrebbe
essere il secondo album. Punto. Avete
capito che vi aspetta dunque, no? Tredici
canzoni tredici a cavallo tra pop ed ebm
vecchio stampo, ma non malata ed acida.
Si lascia ascoltare con piacere e il suo
unico difetto è forse la scarsa
originalità del tutto, ma va bene così.
Dalla poppeggiante e saltellante
"Kindred" all'elettrica
"Autonomy" è tutto un
susseguirsi di sonorità che sanno di
già sentito ma che comunque coinvolgono
a sufficenza. Non fondamentale, non una
rivelazione, ma piacevole e non noioso. [Max
13-34] |
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° HEIMSTATT YIPOTASH
- "Storegga effect" [Hands
productions/Audioglobe, 2006] |
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Settanta minuti
per il secondo album del progetto
Heimstatt Yipotash. Dopo aver partecipato
a parecchi festival industrial in Europa,
i nostri si sono rinchiusi in studio per
dare seguito a "Common pack"
(che a sua volta era la ristampa di un Cd
autoprodotto in 25 copie distribuito ai
concerti). La band, che nasce dalla
fusione di due progetti precedenti
(Heimstatt e Yipotash, appunto) è molto
affascinante a mio parere. Mischia con
sapienza e freschezza electro, dn'b,
spruzzate vaghissime di jungle, ritmiche
ossessive ed ipnotiche e soluzioni sonore
interessanti. Ideali come colonna sonora
di una notte acida gironzolando nei club,
non hanno assolutamente |
la
pretesa di essere ballati (che poi uno
possa ballarli benissimo è un altro
discorso... mi avete capito, no?) e sta
proprio qui la loro forza. Niente
ruffianità in queste quindici
composizioni (o meglio, quattordici più
una, dato che nel disco c'è anche una
rilettura convincente di
"Radioaktivitaet" dei
Kraftwerk) ma solo tanta voglia di
esprimersi. Ottimo Cd che fa ben sperare
per il futuro. [Max
13-34]
Sito web: www.heimstatt-yipotash.de |
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° BEYOND SENSORY
EXPERIENCE - "The dull routine of
existence" [CMI/Audioglobe, 2006] |
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Se non sbaglio
questo dovrebbe essere il secondo lavoro
per la band formata dai signori Drakhon e
Meizter, svedesi col pallino del dark
ambient. Questa se non sbaglio è la
seconda uscita per la label di Karmanik,
dopo tre dischi pubblicati per l'Italiana
Old Europa Cafè. Album in cui erano già
abbastanza chiare le sonorità amate dai
nostri, sonorità che vengono riprese in
questo concept album, il cui scopo è il
descrivere l'apatia e il piattume di una
vita ordinaria. Questo già ci fa capire
che difficilmente ci troveremo di fronte
a guizzi sonori o stravolgimenti
particolari, infatti tutto l'album si
muove su linee "medie", soft,
ovattate e dilatate. Ambient che più |
ambient
non si può, con l'unica eccezione di
"The dreaded sun" (davvero
bella e coinvolgente, nella sua
visionarietà), "Escapism"
(ballata lenta per pianoforte in bilico
tra sogno ed incubo) e
"Kverulant" (quasi come se i
Sigur Ros si mettessero a fare dark
ambient? No, ma quasi...). In definitiva,
dunque, l'album non è assolutamente
male, anzi, si rende piacevole in più
parti, ma non è di certo tra le uscite
memorabili degli ultimi anni e
difficilmente tra due o tre anni qualcuno
potrà ancora essere interessato ad
ascoltarlo. O forse no? Parere mio
personale, manca quel tocco in più,
essere buoni mestieranti a volte non
basta, soprattutto in un ambiemte
inflazionato come l'ambient. [Max
13-34]
Sito web: www.coldmeat.se |
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° FOUNDATION HOPE -
"A call to all redeemers" [Divine
comedy/Audioglobe, 2006] |
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Da Nijmegen in
Olanda ecco provenire questo progetto di
cui non sapevo nulla, se non che dovevano
uscire con questo debut per la Divine
comedy. Non so dirvi di che pasta erano
fatti i due Cd-r che lo hanno preceduto
("Broken sounds set to despairing
melodies" e "The forsaken
playgrounds", entrambi del 2003),
dato che non ho avuto modo di ascoltarli.
Di certo si denota che lo stile è già
ben definito, dimostrando come i
particolari siano stati studiati a fondo.
Siamo sempre e comunque in ambito dark
ambient et simila, seppur con qualche
guizzo in più. Già dalla prima traccia,
"Gelatenheid" tra sampler
vocali e suoni campionati va a crearsi un
|
atmosfera
claustrofobica ed alienante. In
"Symphaty entrophy" vengono
usati campionamenti particolari per cui
sembra di essere al centro di una lite
familiare violentissima (sembrano
americani dall'accento) e vi assicuro che
l'effetto è davvero verosimile. La
tensione resta alta per tutto il disco,
finchè non si placa (o è un cerchio che
si chiude e ricomincia?) sul finire di
"To all our empty fields". Una
soundtrack eccellente. Attendo solo che
qualcuno ci faccia un film per potermela
gustare appieno. Anche uno slideshow di
foto come quelle in copertina andrebbe
benissimo. No?... Ah il packaging dicevo!
La copertina è davvero eccellente,
cartonata richiudibile, con due scatti
(credo risalenti alla prima metà del
'900) che ritraggono un interno di una
chiesa visibilmente devastata,
probabilmente per calamità naturali.
Seppiato, questo artwork è molto, molto
suggestivo ed è il vestito ideale per un
lavoro come questo. Limitato a 500 copie.
[Max
13-34]
Sito web: http://tuchtunie.nl/foundation-hope |
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° THE TRANSMISSIONS -
"Over wires" [Scary elevator,
2006] |
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Dall'America mi
arriva questo dischetto che mi ha fatto
tirare il fiato. Non lo nego e non l'ho
mai nascosto, a me certe cose piacciono
e, se sono fatte bene, tanto meglio. I
Transmissions, dopo un mini molto
piacevole, arrivano al debutto
semi-autoprodotto con un Cd davvero
convincente, che amalgama in modo
efficace rock (inteso come quello dei
'70), post punk, spruzzatine di garage
punk, noise e post rock. Un bel
minestrone, direte. Si, proprio bello.
Perché quando vi trovate di fronte a
composizioni semi lisergiche che poi
esplodono nel caos più totale senza
però dimenticare l'approccio melodico
mentre una voce modello John Lydon che
vorrebbe cantare le |
canzoni
dei Fugazi che facevano le cover dei
Cure. I pezzi migliori, a mio avviso,
sono le semi ballate in acido, come la
splendida "Haunt all living
things", ma anche il post punk molto
molto inglese di "Thor for
Odin" è da cardiopalma. E la dolce
"Idle" che accelera e sfocia e
rirallenta ed esplode dentro in un
caleidoscopio di emozioni... o la
waveggiante "Creeps me out",
che mi ha riportato alla mente non poco
le cose più wave dei leggendari True
sound of liberty. Bello, terribilmente
bello. Questo posso dire di questo disco.
In un periodo storico in cui si tirano in
ballo nomi altisonanti della vecchia
guardia new wave post punk per descrivere
la niu sensesciò dell'alternative rock
(ma alternativo a cosa ormai?) che in
fondo in fondo è patinato che più
patinato non si può, gruppi come i
Transmissions ci ricordano dove si
dovrebbe tornare per avere davvero lo
spirito di quel sound. Ottimo. Ne voglio
ancora. [Max
13-34]
Sito web: www.thetransmissions.com |
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° MILA SERVE AI TAVOLI -
"Mila Serve Ai Tavoli" [autoprodotto,
2006] |
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Da Modena arrivano
questi Mila Serve ai Tavoli, band formata
da cinque elementi dotati di un'ottima
tecnica che ci propongono il loro mix tra
rock, accenni al blues, pop e
particolarità varie. I Sei brani
scivolano via con piacere, in particolare
mi è piaciuta "La corona di
Ponzio", davvero ben strutturata ed
interpretata, così come la conclusiva
"lucciola", schizoide ed
avvincente. La voce di Bianca è davvero
eccellente e, come già scritto, la band
c'è tutta. Di sicuro una promessa nella
scena underground italiana, ma mi sento
in dovere di avvertirvi: niente dark wave
& related (nemmeno post rock, nu wave
o quello che vi pare). Solo puro pop rock
italiano ben |
fatto.
Darei più peso alla produzione, al fine
di differenziare di più il suono, fin
troppo omogeneo, cosa che va a
"impastare" un pò troppo la
resa finale, non rendendo giustizia agli
arrangiamenti, davvero ben fatti. [Max
13-34]
Sito web: www.milaserveaitavoli.tk |
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° FORMFLEISCH -
"Grip" [autoprodotto, 2002] -
"Puppet" [autoprodotto, 2004] |
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Era da un po' che
volevo scrivere due righe su questa band
tedesca, quindi perdonatemi se i dischi
in questione non sono proprio freschi
freschi di stampa, ma alla fine che ci
frega? Mica dobbiamo essere sempre e
comunque ultratrendy ed attenti alle
nuovissime uscite... Allora, il primo dei
due dischi in questione,
"Grip", risale al 2002 e mi
piacque non poco, con quelle influenze in
bilico tra american gothic, rimandi vaghi
ai leggendari Lacrima Necromanzia
(soprattutto nelle parti più melodiche)
e strizzatine d'occhio a qualche venatura
più goth-metal, ma assolutamente non
invadente. Anzi. Molti lo chiamerebbero
gothic rock, e non a torto. Basta
l'opener "Trip" per capire che
i nostri non scherzano e sanno il fatto
loro. Tirato e coinvolgente il pezzo
scorre lasciando un ottimo sapore in
bocca. Sapore che diventa più vizioso e
perverso quando ad uscire dallo stereo è
la seconda traccia, "Tidal
wave", evocativa ed avvolgente, con
la bella voce di Dorian che la fa da
padrona. "Lust" è più malata
e sinistra, pur mostrandoci il lato più
emotivo dei nostri. Chiude il lavoro
"Jade", che soffre forse di un
eccessiva "metallizazione" del
sound: peccato, perché le intuizioni
erano davvero buone. Passano due anni e i
nostri tornano all'attacco con un altro
mini, "Puppet", che continua la
loro evoluzione verso le sonorità già |
sperimentate.
Apre "Array", non male, si
denota subito che i nostri hanno trovato
il loro sound, corposo, compatto senza
dimenticare l'approccio malinconico. Ma
è con la seconda traccia che raggiungono
il capolavoro. "Batkaver" è
infatti uno dei brani che più ho amato
negli ultimi anni, così tremendamente
deathrock americano di classe che non
poteva non inchiodarmi ad ogni ascolto.
Diretta, emotiva, mi ha ricordato una
sfilza di nomi che sarebbe stupido star
qui ad elencare ma, davvero, è un
gioiello prezioso. Anche perché,
nonostante i rimandi, resta comunque
"personale", cosa non da
poco... Segue la plumbea e funerea
"Lucke von Ruhe", un altro
viaggio nel tempo di qualche lustro, per
ritrovare e riassaporare emozioni che da
troppo tempo non sentivo, perlomeno da
uscite recenti. Bellissima in ogni sua
parte, assieme a Batkaver resta, a mio
avviso, uno dei momenti più alti della
loro discografia (a cui manca in questa
recensione il primo demo omonimo, acerbo
sotto molti punti di vista). Chiude il
lavoro "Skin", che va a legarsi
nuovamente a certe soluzioni più
"pesanti", che non mi
dispiacciono per nulla, ma davvero, con
pezzi come Batkaver e Lucke von Ruhe il
resto scompare. Il video di
"Trip" nella sezione Rom non è
nulla di che, invero, ma non duole dare
un'occhiata alle loro performance live.
Da tenere d'occhio questi ragazzi,
considerando anche che a breve uscirà il
loro prossimo lavoro e sono curioso di
sentire la nuova cantante, dato che
l'eccezionale Dorain se n'è andata:
peccato, era una delle voci migliori
degli ultimi anni nel genere a mio
modesto parere. Spero davvero che la sua
sostituta sia altrettanto personale ed
evocativa. Resto in attesa... [Max
13-34]
Sito web: www.formfleisch.net |
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