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° REVOLTING COCKS - "Cocked and loaded" [13th Planet/Audioglobe, 2006]
Dopo un attesa durata più di dieci anni, ecco il ritorno dei famigerati(ssimi) Revolting cocks!!! E questo dovrebbe bastare per chi conosce già il nome, ma per gli altri, un pochino di storia... che si potrebbe riassumere in una serie di amici che cazzeggiando al bar tra un tour e l'altro decidono di metter insieme questo side project. Side project a cui, negli anni, hanno partecipato persone come Trent dei NIN, Ogre degli Skinny Puppy... Vi basta? Ah, specifichiamo che se all'inizio, con la presenza di Richard 23 dei Front 242 il tutto era "serioso", dopo la sua dipartita il cazzeggio è stato totale.... E' più chiaro? Ok, il risultato che ne salta fuori inserendo il dischetto nel
lettore è una bomba atomica, un misto tra industrial, rock and roll, electro, glam, punk e tutto quello che vi viene in mente. Un pugno dritto nello stomaco sparato a cento all'ora, a dimostrazione di come il rock n'roll, in tutte le sue diramazioni, non morirà mai!! Stavolta insieme ad Al Jourgensen dei Ministry (il capoccia storico della situazione) troviamo Jello Biafra (emozionante sentirlo "vibrare" come al suo solito nella bellissima "Dead end streets", che farebbe impallidire Marilyn Manson), Gibby Haynes dei Butthole Surfers,  Robin Zander e Rick Nielsen dei Cheap Trick. E' pieno di sorprese questo disco! Dalla decima traccia senza titolo (ovvero una cover di "Cock au lait" della mitica Lady Monster, con lei stessa alla voce!!!!), alla cover riletta e stravolta di "Dark entries" dei Bauhaus (qui intitolata "Caliente"), devastante e micidiale che farà storcere il naso ai puristi e godere gli amanti del crossover, alle strizzate d'occhio allo sleeazy anni '80... Insomma ce n'è per tutti i gusti, basta entrare nell'ottica "fun" del progetto e lasciarsi andare a questi tre quarti d'ora devastanti, ironici e violenti. Dai, come potete rimanere non basiti di fronte a "Viagara culture" o "Devil cock"? Bisogna entrare nell'ottica ironica, niente pianti e frignate... Un grande comeback!!! Dopo titoli come "Big sexy land", "You goddamned son of a bitch", "Stainless steel providers" , "Beers, steers and Queers", "Linger ficken good" e tutta una serie di singoli. Micidiali, cazzuti e carichi i nostri sono tornati per disturbare (o animare) le nostre nottate selvagge. Imperdibili. Certo che se amate l'ethereal laciate perdere, qua ci si sporca e non poco! ;-) [Max 13-34]
Sito web:
www.revoltingcox.com
 
° ANXTV - "Anxtv" [autoprodotto, 2006]
Che Flash! Questo gruppo mi ha fatto fare un salto nel passato, ma parlo di tanti anni, tanti... di quando internet non c'era, i cellulari nemmeno, le playstation e tutta sta roba non spappolavano regolarmente il cervello dei ragazzini, e gli adolescenti col cervello si univano e creavano qualcosa. Qualcosa che fosse un manifesto di denuncia per la società che li circondava, una denuncia nei confronti delle limitazioni e nei confronti dell'annullamento a livello esponenziale dell'individualità personale da parte di istituzioni come Stato o Chiesa. Sto parlando di punk, di quel punk con degli ideali di fondo, che si spingeva oltre il cazzeggio a tre accordi. Sto parlando di
demotape in cassetta con due canzoni ma con fanzine ciclostilate autoprodotte allegate. Sto parlando di un mondo che oggi non c'è più e, se c'è, perdonatemi, è molto, molto più "inglobato" nel sistema di quanto si possa credere. Qua invece mi sembra che perlomeno negli intenti lo spirito di quegli anni si sia mantenuto. Ovviamente siamo nel 2006 e le cassettine sono state sostituite dal Cd. Ma anche da qui si vede la differenza... tutto fotocopiato ma con foglio A3 apribile pieno di scritti, collages, testi tradotti anche in inglese... cristo davvero, mi mancavano cose così. E mi mancavano 'sti demo con 4 canzoni registrate live in studio in presa diretta in meno di due ore. Canzoni che magari non brillano in originalità ma che trasudano convinzione e passione ad ogni nota, grezze, secche, tirate. Daniela (voce), Andrea (Chitarra), Marco (basso) e Veruschka (batteria) si scagliano letteralmente sull'ascoltatore, con "1984", "Contro la guerra non basta una bandiera", "Suicidio katodiko" e "Nel vostro grigio eterno". Testi sinceri e diretti, che una volta tanto fanno riflettere. Ne sentivo seriamente la mancanza. Punk H/C vecchia scuola per dare una svegliata alle nuove generazioni addormentate... La tendenza all'entropia non ha mai fine, ma finchè ci saranno cervelli pensanti come gli Anxtv avrò speranze per il futuro. Chiudo con parole loro..."Questi pezzi non vogliono essere solo il solito slogan musicale a basso costo, ma uno dei tanti urli di dissenso per ciò che sempre più prepotentemente ci circonda". Non pagare più di 1,50 Euro. E ho detto tutto. [Max 13-34]
Contatti: Andrea Bonini, Via Taranto 4, 19123 La Spezia
 
° DOGKENNEL HILL - "All the king's horses" [Whitelight records/Project, 2005]
La cosa che mi ha colpito di più quando ho messo su questo Cd è stata leggere chi ci suonava. E allora ho cercato info per vedere se mi ero totalmente rimbambito (più del solito intendo) o meno. E invece no, la mia memoria non aveva fatto cilecca stavolta. Guy Bailey e Tim Bewlay erano infatti membri dei leggendari rockers inglesi Quireboys verso la fine degli '80 - primi '90, fautori anche di un singolo che spopolò su Mtv, quella "I don't love you anymore" che ha spezzato milioni di cuori grazie anche alla voce rauca di Spike (che fine ha fatto?!?!). Insomma, poco c'entra, ma il disco che mi ritrovo fra le mani (che ho scoperto essere il secondo dopo il
debut "Sweethearts of the rodeo") è molto, molto bello. Ma davvero! In bilico tra Nick Cave, Tindersticks, Iggy Pop, venature dark (e perché no, decadenza street inglese... Vi dicono nulla Dogs D'amour?) e chili di blues scivolano via le undici tracce di questo disco che non ha smesso di appassionarmi nota dopo nota. Dalla sfacciata "Heavy metal lover", al fantasma di Ziggy che fluttua attorno a "Bad days gone" (vabbè, aleggia un po' su tutto il disco e non è una brutta cosa) è tutto un susseguirsi di brani che non dicono nulla di nuovo ma che piacciono e si fanno piacere. Recuperate una bottiglia di buon bourbon, un paio di pacchetti di sigarette, abbassate le luci e godetevi questo All the King's horses, ricordando di alzare il volume. Ottimi. [Max 13-34]
Sito web:
www.dogkennelhill.com
 
° MANA ERG - "Red dust" [Glyptique, 2006]
Bruno de Angelis continua il suo cammino e facendolo continua a stupirmi piacevolmente. Questo nuovo mini Cd, quarta uscita ufficiale del progetto Mana Erg, allarga nuovamente lo spettro d'azione di Bruno. Intendiamoci, nessuno stravolgimento, ma un rinnovato gusto e stile nello scegliere i suoni per le sue composizioni. L'opener "The ditch", con la bella voce di Deborah Roberts che si contrappone a quella di Bruno, è catchy ma non ruffiana e si insinua, in modo piacevole, nei nostri cervelli a volte troppo spappolati da bpm sparati a raffica senza senso. E' curativa, volendo, e piace. Così come piace "EA 1729", con odori di NIN qua e là ma non a livello
"fotocopiatrice", bensì "affinità", e la differenza è enorme a mio avviso tra i due modi di intendere il paragone. Ottima. Chiude il lotto una calda "Living room", che lascia l'amaro in bocca solo perchè si tratta della traccia conclusiva. Richiami a Recoil, Clock Dva e post rock/shoegaze (si, ho sentito approcci shoegaze... strano per un gruppo "elettronico", vero?) si spargono tra mie povere cellule cerebrali, mentre l'attesa per un nuovo disco vero e proprio comincia a farsi davvero sentire. Ottimo, come sempre. [Max 13-34]
Sito web:
www.manaerg.1me.net
 
° PRIMUS INTER PARES - "Gerda" [Eislicht/Audioglobe, 2006]
Gerda è il debut album dei Primus Inter Pares, progetto solista della mente principale degli Orplid. Un disco voluto, scritto e composto per omaggiare sua figlia e i sentimenti che prova per lei. Per riuscire al meglio nell'intento, Frank Machau ha fatto un percorso all'indietro, andando a ricercare sonorità a lui care nell'adolescenza che sente ancora vivere dentro di lui oggi. Ecco spiegato il perchè di questo alone "Factory" che ricopre tutto il lavoro. Joy Division/New Order o Dorutti Column sono citati a piene mani, pur senza essere realmente sacchegiati, dato che la mano di Frank negli anni si è resa abbastanza abile nel rielaborare certe sonorità seguendo un gusto
personalissimo. Basti ascoltare la prima traccia ("Gerda") per capire quello che intendo. un album delicato e dolce, da ascoltare ad alto volume, lasciandosi cullare tra le note di "Ans licht", o tra le visioni vagamente lisergiche della quarta traccia, "(...)", sì, non è un errore di battitura, tre puntini tra parentesi... conosco bene chi adorerebbe alla follia un concetto come questo, e so che amerebbe questo disco come lo amo io, come lo ameranno tutti quelli che dalla musica cercano emozioni vere e vive, lontane dai clichè predominanti. Stiano lontani quindi vampiri, goticume vario, guerrieri a cavallo con spade insanguinate e cazzate del genere. Questa è musica che parla da sola senza bisogno di immagini, se permettete. Da avere assolutamente. Un gran disco. [Max 13-34]
Sito web:
www.eislicht.de
 
° FOUR A.M. ETERNAL - "Almost" [autoprodotto, 2005]
Dalla calda Sicilia mi arriva questo demo Cd con 4 tracce, opera prima dei Four AM Eternal. Molto piacevoli, ma davvero. Un ibrido tra darkwave, post rock per un genere che una volta veniva chiamato "indie" (ora tutto è indie... o no?). Apre le danze "Uninvented world", che chiarisce gli intenti non modaioli dei nostri. La delicata "Over the streetlights" è quella che più mi ha colpito, leggera e in delicata sospensione tra Sonic Youth melodici, Cure e via dicendo. La registrazione, pur non essendo eccelsa, regala il pieno valore delle composizioni, anche se avrei lavorato di più sulla voce e sugli effetti della stessa, mentre ho apprezzato non poco la chitarra e il
basso "secchi" che ben si amalgamano con la drum machine. "Almost" è carica, ma non quanto la conclusiva "Civilization of decadence", molto joydivisioniana con strizzate d'occhio ai chitarrismi smithiani. Un buon debutto che pur con tutti i suoi difetti e le ingenuità dovute all'inesperienza ci fa ben sperare per il futuro. [Max 13-34]
E-mail:
fourameternal@katamail.com
 
° THE MUGSHOTS - "House of the weirdos" [Lombroso, 2006]
Dopo la piacevole scoperta dei veneti From Outer Grave (o F.O.G.) di qualche mesetto fa, eccomi arrivare da brescia questo Cd che ridona vita alla scena horror punk più schietta e diretta. I Mugshots non sono il classico gruppo che fa il verso ai Misfits, ed anzi, ben pochi sono i punti di contatto con la band di Danzig (perchè, esistono Misfits dopo l'uscita di Danzig?...). Il punto di riferimento principale mi sembrano i Damned, grazie anche ad una vena waveggiante che si avverte su tutte le tracce. Prendete ad esempio "Love on red yesterdays", così sfacciatamente eighties, o "Le patetique", plumbea ed evocativa come dovrebbero essere le canzoni del
genere. Non c'è che dire, i nostri, pur con i dovuti limiti dovuti alle inesperienze, ci sanno fare. E se i complimenti li ricevono anche da Tv Smith degli Adverts o da JJ Burnel degli Stranglers un motivo ci sarà... teneteli d'occhio, buon Cd. [Max 13-34]
Sito web:
www.mugshots.it
 
° INFIERI - "Looking for the key" [autoprodotto, 2005]
Recensiti su queste pagine qualche anno fa, riecco gli Infieri, fautori di una darkwave sintetica classica, a cavallo tra Clan of Xymox e Depeche Mode più oscuri. I tre brani che compongono questo Cd sono un parziale passo in avanti rispetto al materiale precedente. Nonostante il punto di riferimento principale dei nostri restino gli Xymox ("My key") i nostri tentano qua e là delle innovazioni, pur non correggendo il tiro in modo enorme, spostandosi in territori più depechemodiani ("Eclissi"). Non male. Un piccolo passo nella direzione giusta, ma lo sforzo è apprezzabile. Migliorati nettamente la registrazione e la cura nella scelta dei suoni. Lavorerei invece sulla
voce, ancora un pò acerba ed incerta. [Max 13-34]
E-mail:
infieri@email.it
 
° INFIERI - "Moments of eternity" [autoprodotto, 2006]
Ho appena finito di ascoltare il mini precedente ed ecco che subito a ruota nel lettore entra quest'ultima fatica degli Infieri. Sempre un mini composto da tre tracce, sempre un passettino più avanti rispeto al recente passato. L'opener "Your angelic steps" si stacca nettamente dalla produzione dei nostri, strumentale marziale ed epico che strizza l'occhio al neoclassico soprattutto nella seconda parte. interessante sviluppo. La seguente "Through the immortal wind" si muove invece in territori più ambient, sognante e impalpabile, così come la versione strumentale di "Victory flags", romantica e delicata, ci accompagna nel nuovo mondo degli Infieri o forse
semplicemente in un ramo del loro intendere la musica che era rimasto ancora inesplorato. Da rivedere la produzione, ma è un neo che non annacqua più di tanto il progresso dei nostri. A questo punto la curiosità per un disco vero e proprio comincia a crescere. Attendiamo. [Max 13-34]
E-mail:
infieri@email.it
 
° UNHEILIG - "Modern zeiten" [Fourrock entertainment/Audioglobe, 2006]
Eccoli qua. Per me sono una novità questi Unheilig ma esperti mi dicono che sono in giro da sei anni e che tra mini Cd, album, dvd e roba varia questa dovrebbe essere la decima o dodicesima uscita discografica. Bene, quindi non sono novellini. E si vede, dalla grafica curata alla produzione ottima, niente è lasciato al caso. Solo che con tutta la buona volontà io proprio non sopporto il genere. Un po' di Rammstein, un po' di Lacrimosa, spruzzate qua e là di suoni elettro e cantato melodrammatico/incazzato in tedesco... No, non fa per me. Sono certo che agli appassionati del genere potrebbe pure garbare ma, personalmente, farei a meno di roba simile: perchè a
copiare il riff del ritornello di "This corrosion" ("Helden") ci hanno già pensato in mille, perchè non amo questo crossover, perchè mi annoia. Tutto qua. E alle ballatone ("Astronaut") fatte così piuttosto preferisco gli Scorpions. E perchè... duemila motivi. Ma è inutile dilungarsi, avete capito se comprare 'sto disco o passare ad altro. Dipende da voi. Io mi astengo. [Max 13-34]
Sito web:
www.unheilig.com
 
° RECENTLY DECEASED - "Barren Inc." [Mental ulcer forges/Audioglobe, 2006]
Rudy Ratzinger, in arte :Wumpscut:, ha rimesso in piedi da un pò la sua label personale, la Mental ulcer forges. E sembra voler premiare con essa tutti gli artisti più meritevoli che abbiano collaborato con lui negli ultimi anni. nella lista ci sono anche i Recently Deceased, che ci propongono dodici tracce di ebm ben costruita, a cavallo tra innovazione e veccha scuola con poche concessioni facili da dancefloor. Non intendo dire che non ci siano brani ballabili (per me tutto si può ballare, per "la gente comune" no, ma son discorsi diversi), bensì che il Cd si presta più per una situazione d'ascolto piuttosto che per buttare fuori le tossine in pista. Melodici,
avvolgenti, evocativi, si muovono tra tinte di chiaroscuro con destrezza riuscendo a convincere anche dopo pochi asolti. Penso a "Secret", o a "Like on a killer way", dove mi hanno ricordato alcune cose dei Future Sound of London di "Dead cities" (anche se ovviamente la presenza di una voce "cantata" dà sapore diverso al brano rispetto ai fsol). O le strizzate d'occhio ad Aphex Twin in "Rentgen", L'electropop scuro e sinistro di "Staying devoted", le sfumature d'n'b di "The head on the plate", le intuizioni Jungle di "Metah". Insomma un lavoro davvero convincente, denso, che si fa apprezzare sempre di più ad ogni ascolto. Di sicuro una delle uscite più interessanti degli ultimi mesi nel genere. Teneteli d'occhio... [Max 13-34]
Sito web:
www.wumpscut.com
 
° L'EFFECT C'EST MOI - "Tomber en heroes" [autoprodotto, 2005]
Interessante questo progetto proventiente da Recanati con a capo Emanuele Buresta. Nel suo curriculum vitae spicca l'appartenenza anni addietro ad una black metal band in vece di tastierista e chitarrista e non è raro vedere molti appassionati di quel genere avvicinarsi a diversi tipi di sonorità. Il promo in questione infatti viaggia su toni in bilico tra il marziale ed il medievaleggiante con qualche spruzzata ambient qua e là, seguendo un concept diviso in due parti (Pour le splendor d'empire / Et l'obscuritè de son pouvoir) che a detta dell'autore vorrebbe descrivere nella prima parte lo splendore dell'impero romano e, nella seconda, tutto quello che fu tramandato ai
posteri fino ai regimi totalitari della prima metà del secolo appena trascorso. Il lavoro ha il suo perché si fa ascoltare con piacere e riesce in qualche occasione a coinvolgere in modo convincente. Peccato per la registrazione non cristallina e per alcune indecisioni in fase di mixaggio, inoltre la mancanza totale di voci rende meno fluido l'ascolto, ma tant'è, siamo al debutto e ci sono margini di miglioramento. Per appassionati. [Max 13-34]
E-mail:
garzaroth1348@libero.it
 
° INTERIOR DEUS - "Interior deus" [autoprodotto, 2005]
Dalle ceneri dei Dilogia e da costole dei Simon Dreams in Violet e 17Re nascono questi Interior Deus. Il moniker mi fa subito venire in mente un grandissimo brano inedito dei Litfiba pre "Desaparecido", ed è quindi con interesse che infilo il dischetto nel lettore e schiaccio "play". Che dire? Quattro tracce + ghost track che mi fanno tornare indietro di una quindicina d'anni, quando sonorità simili erano già demodè nel mainstream ma vivevano nel fervente sottosuolo. Darkwave anglosassone, dalla ballata ("Luxuria", la mia preferita), all'assalto sonoro marcatamente gothic rock ("Live and die") alle reminescenze più classiche ("Waiting for the
night", "Sunrise in her black dress") ce n'è un po' per tutti insomma. Manca il pezzo forte, il brano che davvero resti appiccicato in testa, ma le qualità ci sono. Un po' più di cura negli arrangiamenti e nella ricerca di soluzioni più personali non guasterebbe, così come la scelta di linee vocali e suoni meno figlie di cose già note. Non male come debutto, ma aspettiamo ancora un po' per un giudizio definitivo. [Max 13-34]
Sito web:
www.myspace.com/interiordeus
 
° GALERIE SCHALLSCHUTZ - "Montauk project" [Tesco/Audioglobe, 2006]
Non è facile per me recensire dischi del genere perché come già detto altre volte, fatico a perdermi in sonorità simili se non accompagnate da supporti visivi. Ambient electro, soundscape ndustriali et simila si dilatano lungo le quattordici tracce che compongono questo lavoro dell'one man band Galerie Schultz attiva dal 1999. Il concept dietro questo nuovo album è molto voivodiano (chi vuole capire ha capito) e dovrebbe essere il seguito del precedente "Haarp", dove si consideravano le possibilità di manipolare e controllare la psiche umana attraverso strumentazioni tecnologiche. Qui la teoria si amplia... e l'effetto "pratico" c'è nel senso che ascoltando
il Cd sull'autoradio piuttosto che nell'impianto stereo casalingo piuttosto che nel lettore dvd, i suoni cambiano e spuntano fuori ad ogni ascolto delle cose nuove (si, ascolto i dischi che recensisco più volte... è normale, credo... o no?... Ehm....), lasciandomi vagamente "alienato". Ottima "opera d'arte", dunque, se per arte si intendono anche installazioni o cose simili ma di difficile assimilazione, soprattutto per chi non è a proprio agio con certe sonorità. Difficile, dunque, ma molto interessante. Peccato solo per la mancanza del video... Ma, come detto all'inizio, è un difetto personale. Consigliato agli amanti del genere. [Max 13-34]
Sito web:
www.galerieschallschutz.de
 
° OUTWORLD - "No dimension" [autoprodotto, 2005]
Ammetto che quando ho aperto il pacchetto che conteneva il Cd mi aspettavo qualcosa tipo gothic metal o giù di lì sia per la foto dei nostri, sia per il packaging, e invece mi sbagliavo di grosso (l'abito non fa il monaco, lo so, ma uno a volte ci cade). Elettronica. Elettronica. Elettronica ed ancora elettronica. Che sia ambient, techno o ebm, sempre di electro stiamo parlando. I tre foggiani ci regalano otto tracce strumentali che scivolano via, otto pezzi che non hanno grossi difetti ma nemmeno grossi pregi. Un deja-vu continuo, non fastidioso ma non emozionante. Un disco strumentale che non è male, ma nemmeno bene. Ritmi digitali, loops ed altri
trucchetti sono molto piacevoli ed efficaci. Ma durante i ripetuti ascolti del lavoro mi sono ritrovato troppo spesso ad apprezzare queste cose piuttosto che il brano in se. Buon punto di partenza, ma sono da riorganizzare le idee in fase compositiva. Perchè questo vuoto? Non so, forse è proprio la mancanza di una voce (filtrata, recitata, urlata...) il vero neo di un lavoro che è discreto ma nulla più. Attendiamo nuovi sviluppi. [Max 13-34]
E-mail:
outworld@lycos.it
 
° DUST FEAR OF LOVER - "Narrow" [autoprodotto, 2006]
Vi ricordate gli Psycho D-Vein? Furono una di quelle band che mi convinsero poco ai primi ascolti, ma che col passare del tempo mi piacquero non poco, colpendomi positivamente con il loro "Dust fear of lover". Dal titolo di questo disco prende il nome del progetto solista di Deathboy, ex Psycho D-Vein, che continua la strada dell'evoluzione musicale personale in modo egregio. Al terzo lavoro come solista, Deathboy coniuga in queste quattordici tracce un'infinità di lezioni apprese dal passato, dalla wave italiana al goth inglese dei primi '80 alle sperimentazioni più vicine alla no-wave. Si parte con la cantilena pop sotto Lsd di "Imaginary girl", passando per le acide
sonorità wave di "A.K.A.", le strizzate d'occhio ai Jesus and Mary Chain e Velvet Underground in "Brain"... Velvet Underground citati anche nella ben riuscita rielaborazione di "Real good time togheter", brano che proviene se non erro dalle sessioni abortite del quarto album. Occhiate pop elettronico su "Really friend", visioni allucinogene in "House of wax", richiami ai Suicide in "Lock it e cide", goth americaneggiante in "I don't like" e "Nailed to a life", una personale (ma non convincente al cento per cento) cover di "Nothing changes" dei Death in June e la chiusura con una molto virginprunesiana "Direct" in salsa elettronica. Insomma, un bel minestrone pieno di sfaccettature. Non un capolavoro, non un miracolo, ma un buon demo underground. Deathboy, con l'aiuto di Lupa alle voci e X-Noise alle chitarre, ha creato un dischetto piacevole, da ascoltare tenendo conto dei limiti tecnici e ingenuità sparse un po' su tutte le tracce. [Max 13-34]
E-mail:
deathboy1@aliceposta.it
 
° KILLING OPHELIA - "Iamai" [Black rain, 2006]
Non male questo ritorno dei Killing Ophelia. Per tutta la durata del Cd i nostri, forti di un debutto convincente come "Last vision" (uscito qualche tempo fa) ci ripropongono il loro crossover sonoro in bilico tra soluzioni gothic rock, electro e intuizioni meno ghettizzate. Piacevole, anche se non sorprendente, lascia un certo senso di incompletezza, probabilmente a causa della voce, a mio avviso troppo bassa nel mixaggio finale, ma si fa ascoltare volentieri e contiene svariati brani che spiccano sul resto. Prendo ad esempio "For no one but me", che mi rimanda a Bjork del periodo "Post" un attimino più "carica", o "Dolls", che mi è entrata in testa e ha gironzolato
per un bel pò. Forse il difetto di questo album sta proprio qui. Non prende posizioni. Non coccola, troppo vizioso. Ma non assale, troppo dolce. Un equilibrio che sa di perfezione ma che alla lunga può stancare. Siamo comunque sopra la media delle proposte del genere, e sono certo che molti tra voi potrebbero trovare pane per i loro denti tra queste note. Interessanti e ben fatti anche i tre videoclip che accompagnano il Cd, rispettivamente di "Cut", "For no one but me" e "Iamai". [Max 13-34]
Sito web:
www.killing-ophelia.com
 
° PZYCHOBITCH - "Strom aus fantasie" [Minuswelt/Audioglobe, 2006]
Nuova uscita per Pzichobitch, un Ep allungato con remix e roba simile. Otto tracce che sanno di detersivo per pavimenti comprato al discount. Tanta roba, ma funziona poco e non sa di nulla. Se l'intento della tipetta che sta alla voce (per piacere, bel corpo, ma niente primi piani...) era quello di dimostrare le sue doti, beh... ok, ce l'hai fatta. E torno a dire, bel corpo, ma... che vuol dire tutto. Il tentativo electroclash di Pzycho pop group non è pessimo, così come tutti i remix presenti sono formalmente ben fatti. Gli ospiti poi si sprecano: In Strict Confidence, Rosa Iahn dei Bloody Dead and Sexy che canta in "Come true", Tweaker Ray... insomma, ce n'è
per tutti ma... non so, davvero, se devo ascoltare qualcosa di elettrico, pop e simpatico allora mi butto su Tying Tiffany o Miss Violetta, non vedo perché devo andare fino in Germania... Divertente e simpatica, non c'è dubbio... ma, bah, de gustibus. [Max 13-34]
Sito web:
www.pzychobitch.com
 
° CODE 64 - "Leaving Earth" [Memento materia/Audioglobe, 2006]
Synth pop figlio diretto degli anni ottanta più easy, questo Ep dei Code 64 scivola via tranquillo e spensierato come una caramella alla fragola. Le tre versioni di "Leaving Heart" sono piacevoli nonostante non lascino il segno, la cover di "True faith" dei New Order potrebbe benissimo essere un remix dell'originale, mentre il pop mix di "Say hello" è molto annacquato e lascia il tempo che trova. Cinque tracce, in teoria. In pratica un paio, quindi un singolo. Quindi abbastanza superfluo... Testi blandi, suoni casti, produzione zuccherosa... Potrebbe piacere solo agli amanti del synth pop leggero leggero, oserei dire ultralight. Quasi una Tourtel, ecco: sembra birra
ma è solamente acqua sporca... [Max 13-34]
Sito web:
www.code64.se
 
° ESPERIMENTO VIOLETTO N° 8 [fanzine autoprodotta, 2006]
Non mollare mai, barcollo ma non mollo... sono tanti gli slogan che si utizzano ironicamente o meno per descrivere situazioni in cui chi compie delle azioni lo fa con fatica, ma stringendo i denti continua per la sua strada. La scelta dell'autoproduzione e della distribuzione gratuita delle fanzine è lodevole sotto mille punti di vista, dato che il redattore e chi ci scrive, DAVVERO non ci fanno un soldo e DAVVERO sono continuamente in perdita. Nemmeno i soldi per i bolli e le fotocopie... tutto in nome della passione e della gioia di fare. Non posso, davvero, non ammirare queste iniziative. Esperimeto Violetto, fanzine autoprodotta di Udine, è arrivata al numero 8 e non posso che applaudire i risultati che, numero dopo numero, Davide e Fri (e i loro collaboratori) stanno conseguendo. Migliorata, seppur
di poco, la parte grafica, si sono arricchiti i contenuti. Molti gli spunti interessanti e gli argomenti che possono essere una buona base di partenza per discussioni e chissà, nuove passioni da parte dei lettori. In questo numero, oltre a molte recensioni su libri, interviste a Theatres Des Vampires e I Treni dell'Alba, interessante progetto neofolk di casa nostra (neofolk nell'accezione più ampia del termine). Uno sguardo al lato fashion con un servizio sul fenomeno gothic lolita, una lunga intervista al progetto Savoltans, poesie, racconti fumeti ed altro. Avanti così! In cerca di nuovi collaboratori, Esperimento Violetto si può richiedere gratuitamente semplicemente scrivendo all'indirizzo e-mail pubblicato qui sotto. [Max 13-34]
E-mail:
esperimento.violetto@libero.it
 
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