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° FUNKER VOGT - "Fallen hero" [SPV, 2005]
Nuovo singolo per i Funker Vogt. Nuovo prodotto ben fatto e ben confezionato, ma che fondamentalmente è destinato solo ai fans della band o ai Dj del settore. Su sei tracce presenti nel maxi Cd infatti, tre sono remix della titletrack e due ("Pain" e "Our battlefield") non aggiungono nè tolgono nulla alle cose a cui ci hanno abituato i FV. Ritmi ballabili, melodie catchy e suoni curatissimi sono le carte sul tavolo di questo mini (su cui, va detto, fa anche capolino il bel remix di "Fallen hero" ad opera dei Birthday Massacre) che, comunque, resta interessante solo per gli appassionati del combo ebm. [Max 13-34]
Sito web: www.funkervogt.de
 
° THE LAST DANCE - "Once beautiful" [Dancing ferret, 2005]
I Last Dance sono per me una cosa misteriosa. Nella loro lunghissima carriera li ho sempre trovati eccellenti dal vivo, ma troppo stucchevoli in studio. Tale infatti era l'impressione nell'ascolto di dischi pressochè perfetti, ma fin troppo di maniera, "puliti" e sempre alla ricerca di un ibrido tra goth ed orecchiabilità che raramente raggiungeva a mio parere lo scopo originario. Colpa forse delle varie produzioni... non so... ma credo che stavolta le cose possano cambiare. "Once beautiful", pur non apportando sostanziali cambiamenti al tipico Last Dance style, scorre via più piacevole ed omogeneo dei suoi predecessori, auspicando, se il battage
promozionale funzionasse a dovere, un successo di pubblico e di vendite finalmente adeguato alla classe dei tre americani. Brani romantici e sognanti accostati a cose più dirette, elettronica mischiata a feeling "umano", ritornelli malinconici ma canticchiabili, sono il punto di forza di un album che potrebbe voler dire molto per la band. Spero vivamente che questa volta il salto ci sia, perché non è per fare il portasfiga, ma se dopo quindici anni di attività si barcolla ancora in una certa fascia di audience, non è più possibile fare piani a lungo termine per cambiare il proprio status. Staremo a vedere... L'album c'è, i pezzi pure, le potenzialità sono al massimo. Speriamo bene. [Max 13-34]
Sito web:
www.thelastdance.com
 
° DIARY OF DREAMS - "Alive" [Indigo, 2005]
Cosa volete aspettarvi da un disco dal vivo dei Diary of Dreams? Dai, dai che ce la fate... appunto. Nulla di più o di meno da un loro disco in studio. Registrazione pressoché perfetta (cosa che mi fa dubitare abbastanza rispetto alla "veridicità" delle loro performance, anche in seguito ad un paio di date che ho visto), produzione eccellente, canzoni che, quelle, o piacciono o annoiano a morte. E' colpa mia se io faccio parte di coloro che la vedono come nel punto due? Davvero, il carisma di Adrian è innegabile, la convinzione con cui reinterpretano quelli che dovrebbero essere i loro cavalli di battaglia è ammirevole (perdonatemi se non so dirvi se ci siano
inediti o meno, non sono, ripeto, così fanatico dei DOD), ma il tutto mi lascia quella sensazione di... nulla. Soggettività, probabilmente. Alla fine che posso dire? E' un live dei Diary of Dreams, no? credo che i fan se lo siano già comprato e lo adorino alla follia. Chi li odiava continuerà a farlo... Un prodotto only for fans dunque, utile magari anche per quelli che sono incuriositi dalla band e cercano una specie di best Of. Copertina splendida come nel loro stile, ricca di foto seppiate all'interno, suoni pulitissimi e professionalità assicurata. [Max 13-34]
Sito web:
www.diaryofdreams.de
 
° VESTFALIA'S PEACE - "Tra mari, pantani e ponti rotti" [autoprodotto, 2005]
Aspettavo con molta curiosità questo nuovo Cd dei Vestfalia's Peace. Tanto infatti mi era piaciuto il suo predecessore che ero davvero curioso di sentire quali sorprese ci stavano preparando i nostri. E l'attesa è stata ripagata. Nonostante una registrazione assolutamente non all'altezza che per ovvietà di cose sacrifica parte della magia che i nostri riescono a creare, il lavoro è eccellente. And Also The Trees nel cuore e tanta, tanta classe. A partire dall'opener "L'antico viaggio" i nostri cominciano a sprigionare vita ovunque. Paesaggi rurali si stendono di fronte ai nostri occhi, gli stessi paesaggi della sera che scende suggeriti dalla strumentale per sola chitarra
classica "Totila il grande", "La mazurca degli sfollati" si racconta da sola, dondolante e imprevedibile nel suo procedere lungo trame sempre più intricate e suadenti, con un finale che definire da commozione è poco. "La ventn'ora" è un coltello di new wave malata nel fianco, mentre "Il mare alle caviglie" è una delle cose più poetiche che mi sia capitato di sentire negli ultimi anni. Pianoforte, voce femminile e il mare che è lì, con il cielo grigio e la brezza che carezza la pelle e nessuno in giro. L'anima ti si apre in due tanto è bello. Non potevo aspettarmi di meglio. Grandissimi. [Max 13-34]
E-mail:
nunesvais@hotmail.com
 
° GATES OF DAWN - "Into the white line" [Upf records, 2005]
I Gates of Dawn sono la nuova incarnazione con la quale tre dei sei Anubis si pongono l'obiettivo di lasciare il classico "gothic metal con voce femminile" (Dreams of Sanity, Theatre of Tragedy, The Gallery, ecc...) per sperimentare nuovi suoni chiedendo la collaborazione di Steven Sader, frontman della wave band CryptCha. Il lavoro di un anno di vita della band si concretizza con "Into the white light", un album dalle molteplici influenze: dal metal progressivo ("We are") all'hard rock anni '70 ("Mystify"), da influssi provenienti dalla musica irlandese (come nella ballata "Yearning for life") fino ad ammiccamenti pop-rock orecchiabili ("Hollow prosthesis")
il tutto costellato da cospicui cambi di ritmo che vedono spesso protagonista l'uso malizioso della chitarra acustica. Tra tante influenze non mancano canzoni più propriamente gothic come "Never again" e, soprattutto, "Via dolorosa" in cui il goth-pop di stampo tedesco (Scream Silence, Zeraphine, Mono Inc…) si unisce ad evoluzioni rock progressive. Sebbene lontano da quella etichetta "dark melodic rock" affibbiatagli dai recensori teutonici, "Into the white light" è un lavoro ben suonato e prodotto in modo impeccabile, in cui il caleidoscopio delle varie influenze è equilibrato da un mood prettamente metal ma con forti ingerenze wave e pop rock. [Mr.Moonlight]
Sito web:
www.gates-of-dawn.de
 
° ALL GONE DEAD - "Conceiving the subversion" [autoprodotto, 2005]
Questo è uno dei migliori mini Cd degli ultimi mesi. Punto. Ma facciamo un passo indietro. Questa è la band che Stich, ex Tragic Black trapiantato di recente a Londra, ha messo in piedi. Pochi a dire il vero i punti di contatto con i deathpunkers americani, dato che qua mi trovo di fronte a tre gemme di dark wave goth mischiate con post punk di vecchia data da fare accapponare la pelle. Niente assalti sonori veri e propri, ma tonnellate di melodia ed atmosfera. Apre le danze "Sunday went mute", basso e batteria in primo piano con chitarre deathrock/cure che amalgamate creano una sensazione galleggiante tra angoscia e paranoia, spezzate solo
dal refrain dal sapore vagamente OI che ci sta a pennello. Grande inizio. Segue "Orchids in ruin", divinamente splendida nel suo lento incedere, tra atmosfere plumbee, voci tra l'annoiato e il depresso, climax in continua crescita ed espansione... Cristo, riempie l'anima come non mi capitava da anni... Una nuova versione degli Ostia con voce maschile? I Cure che ritornano ad essere davvero oscuri e psichedelici? Tutto questo e non solo. Splendida. Echi di Cocteau Twins, 4ad e darkwave inglese di classe nelle strutture musicali di "Just 80 miles west", altro punto altissimo ed emotivamente violentatore di un demo Cd eccezionale. Non ho parole di fronte a canzoni così. Non ho parole per descrivere una delle uscite migliori dell'anno, che riapre alla grande il discorso "dark wave" nel panorama musicale attuale. Un Cd imprescindibile, enorme, unico. L'attesa per un album vero e proprio è cominciata. Grandissimi. [Max 13-34]
Sito web:
www.allgonedead.net
 
° ALBIREON - "Il volo insonne" [Cynferdd, 2005]
Quando si dice che il neofolk sia morto, lo si fa perché non si guardano realtà diverse, che pur partendo da quella matrice hanno saputo sviluppare sonorità personali e valide (penso a Spiritual Front o a Calle Della Morte od altri). Gli Albireon sono tra questi che, movendosi tra brani neofolk ("Ala di falena") e situazioni più neoclassicheggianti ("Le rose di acrom") riescono a regalarci dieci brani non di certo sbalorditivi, ma di sicuro impatto e piacevoli. Peccato solo che la voce sia, a mio avviso, non utilizzata al meglio, cosa che va a discapito dell'interpretazione di alcuni brani, facendone perdere un poco lo smalto. Ma devo ammettere che di fronte a testi
così vivi e sentiti, anche questi difetti cadono un po' in secondo piano (suvvia, Tony Wakeford mica era un usignolo, ma l'abbiamo sempre adorato, a ragione). Testi che parlano di fiabe e storie, ma che sono metafore sia della vita, sia soprattutto di stati emotivi interiori. Travagliati, lacerati, sofferenti eppur vivi, vogliosi di verità, di risposte a se stessi. Un disco che vedo più come un pezzo di poesia. Da leggere ed ascoltare e sentire. Ovvio che se per voi la poesia è "As evening falls", il discorso cambia… [Max 13-34]
E-mail:
d.borghi1@virgilio.it
 
° LUDMILA - "Disadorne" [Milarecords, 2005]
Li avevamo lasciati qualche tempo fa con una serie di promo e devo ammettere che ero davvero curioso di sentire il nuovo, vero lavoro dei bravissimi Ludmila. "Disadorne" può essere considerata la summa di quanto fatto fin'ora dal duo italiano e, per summa, non intendo un best-of bensi un punto di arrivo (o un nuovo inizio) che suggella in queste nuove composizioni il loro stile nella ricerca musicale. La splendida voce di Paola è sempre più libera e cosciente di se, regalandoci continuamente nuove emozioni. Emozioni alimentate anche dalle eccellenti parti strumentali ad opera di Luca, che nonostante la sua eterna modestia, può essere benissimo
considerato come uno degli esponenti più validi di un certo tipo di musica, non solo in Italia. In bilico continuo tra Massive Attack, Portished meno claustrofobici, minimalismo e new wave di classe, scivolano via le nove tracce che compongono il disco. E non venitemi a dire che non avete sentito odore di Tones On Tail più sperimentali. "Volo grigio" ne è un esempio, così come situazioni più alla Tuxedomoon sono rintracciabili, ad esempio, nella title track. Eccellenti, sotto tutti i punti di vista. Completa l'opera nelle prime cento copie, l'inclusione di "Stella splendens". Come detto nel promo recensito tempo fa, si tratta di un progetto di Paola Bianchi, che va a ricercare antichi canti cristiani donandogli anima e spessore con la sua voce. Cinque tracce che trasudano spiritualità da ogni secondo e che dimostrano nuovamente, se ce ne fosse bisogno, che la voce di Paola è quanto di meglio si possa ascoltare oggi nel panorama "oscuro". Che brutta parola, oscuro. Perché i Ludmila non sono oscuri, non nel temine di gotico perlomeno. Sono artisti. Veri. Da conoscere ed apprezzare. Eccellente. Minimale e grazioso il digipack apribile a mò di doppio vinile. [Max 13-34]
Sito web:
www.ludmila.it
 
° LA MAMOYNIA - "Mono ego" [Die kraft durch die form, 2005]
Ora io non so... davvero. Non capita così spesso di mettere un disco nel lettore, di una band che già conoscevate e che magari reputavate "carina" ma poco più… folgorarvi. Ecco. Questo disco mi ha folgorato. Ma davvero. Le sonorità glaciali, martellanti ed ipnotiche che vengono sputate fuori dalle casse non possono lasciarmi indifferente. Posso chiamarla darkwave? Non so, ma mi ha riportato alla mente le cose più ostiche ed impulsive delle Malaria!, dei Siekiera e roba simile. Ritmi sincopati, oppure lenti, oppure non ritmi, tra percussioni industriali, drum machine, due bassi, synth e una voce che è di quanto meno vocale abbia sentito ultimamente, ma che si
sposa alla perfezione con la musica. Mi sembra di essere tornato indietro di qualche lustro, tra avanguardia, sperimentazioni e qualche cortometraggio di Richard Kern, dove anche i tentativi di fare (passatemi il termine) pop erano troppo taglienti e spigolosi per non risultare malati e grigi. Ecco, questo è un disco grigio. E nero. Sa di vicoli di periferia tra palazzoni che si lanciano in alto senza fermarsi. Sa di Berlino, sa di aspro. E' malato. Gronda sangue da piaghe aperte nel cemento. E se non brilla di originalità e suona un po' anacronistico, chissenefrega. Ce ne fossero di dischi così. Una delle uscite più convincenti degli ultimi mesi, senza dubbio. I La mamonya, per me, non sono più un gruppo "carino". Sono una delle realtà migliori che abbiamo ora in Italia. Bel digipack suggestivo ed in tema con l'atmosfera del disco. Provatelo. [Max 13-34]
Sito web:
www.lamamoynia.com
 
° THE MOON AND THE NIGHTSPIRIT - "Of dreams forgotten and fables untold" [Equilibrium music, 2005]
Nati nel 2003 per opera di Agnes e Mihaly, gli ungheresi The Moon and the Nightspirit approdano al debutto su lunga dorata dopo un promo mini Cd uscito poco tempo fa. Già il moniker dovrebbe aiutarvi non poco nella classificazione della band, che si rifà marcatamente a sonorità in bilico tra il neoclassichegiante, medievale e similari. Le composizioni sono tutte di valore e, pur non contenendo amio modesto parere dei veri e propri "cavalli di battaglia", il lavoro si fa apprezzare proprio per la sua omogeneità, quasi come se tra "Egi Taltos" (che apre il lavoro) e "Of dreams forgotten and fables untold" ci fosse un filo conduttore che porta l'ascoltatore a
farsi un viaggetto spirituale nel paganesimo, tra chitarre acustiche, violini, percussioni (di cui si occupa il terzo membro, Gabor) e pianoforte. Un lavoro che ha il suo punto di forza nella freschezza a favore della pomposità, cosa che lo rende di sicuro più interessante rispetto alla media che circola attualmente nel genere. Grafica in tema, bella voce di Agnes, piacevole e non stucchevole. Fossi in voi un ascolto lo darei... [Max 13-34]
Sito web:
www.themoon.equilibriummusic.com
 
° AA.VV. - "The nomadism" [Nomadism records/Masterpiece distribution, 2005]
Interessante prima uscita per la neonata Nomadism Records, label italica che ha nei suoi propositi il desiderio di rilanciare il gothic rock su scala mondiale, tentando di rinverdire fasti un po' oscurati dall'avvento negli anni della ebm e del nu-deathrock. La compilation in questione, per gli amanti del genere, non contiene sostanziose novità (tranne forse l'inedito dei Catastrophe Ballet)  ma può essere uno strumento utilissimo per tutti coloro che vogliano avvicinarsi ad alcuni dei gruppi storici del gothic rock. Fields of the Nephilim, Crudeness, Reptyle, Soulscape, Voices of masada... sono molti i nomi di punta, vecchi e nuovi, affiancati da altri che, a parer mio,
non sono propriamente gothic rock, anzi... (vedi Clan of Xymox o Mephisto Walz ad esempio) ma che comunque "stanno bene in mezzo al mucchio". Chiude il lotto una piccola sorpresa per me, ovvero lo stesso Phoneix che con "A falling affair" ci mostra le doti vocali eccellenti di Marfa Morskaja. Un ottimo punto di partenza sia per la label, sia per i neofiti che potrebbero trarre ottimi spunti da operazioni come questa. Bella grafica con accattivante digipack e dedica dell'opera riservata ad Andrew Collins, Carl McCoy e ai Nephilim... [Max 13-34]
Sito web:
www.nomadism-records.com
 
° AA. VV. - "Tribute (a tribute to Public Image)" [Eastworld/Audioglobe, 2005]
I PIL... dio mio quanto ho amato i Public Image Limited. Uno dei gruppi fondamentali della musica contemporanea, che, perlomeno nei primi tre album, non ha sbagliato un colpo, regalandoci brani perfetti che hanno fatto storia e scuola, influenzando le generazioni successive in maniera profonda. Gruppo trasversale, è riuscito a farsi amare dai pubblici più disparati. Goths, punx, metallari e poppettari, un po' come fecero, in maniera diversa, gli attivissimi Killing Joke per intenderci. Ed ora, a più di dieci anni dalla loro scomparsa, ecco arrivare puntuale il tributo. Come ho già scritto altre volte in occasioni simili, i tributi non mi sono mai piaciuti granchè, vanno
bene solo per i completisti delle band che vi partecipano o della band tributata, ma solitamente non lasciano il segno e qualitativamente se si eccettuano casi rari, si sta sotto la sufficienza. Purtroppo anche questo tributo non si dissocia dai suoi fratelli e se, da una parte, ci sono delle buone reinterpretazioni (su tutte Hanin Elias che stravolge "Public Image" in chiave electroclash), ce ne sono altre che lasciano il tempo che trovano (Omegaman e Pigface che mi massacrano "Religion" così sono da galera a vita). I brani sono eccellenti, alcuni gruppi sono buoni, altri da buttare al cesso. Come da copione per un tributo. Segnalo dunque solo quelli più riusciti, tralasciando le schifezze, così vi fate i vostri calcoli. Hanin Elias "Public Image", The Winterbrief "Bad baby", The Damage Manual "Memories", October File "Under the house", The Countdown "Annalisa", Vanishing Kids "Death disco". [Max 13-34]
Sito web:
www.plastichead.com
 
° AA. VV. - "Domestic landscapes" [Nail records, 2005]
Interessante sampler questo della Nail Records, che mette assieme una serie di lavori precedentemente pubblicati su vinile. Come riporta il sottotitolo, infatti, "All tracks from Nail Records domestic landscapes 12" vol 1-5 2003-2004", quindi questa può essere un occasione ghiottissima per tutti gli amanti di sonorità in bilico tra l'ambient e l'eletronica per avere in un colpo cinque lavori di cinque artisti diversi. Troviamo infatti brani di Coleman, Modern Institute (aka Teho Teardo, già collaboratore di Lydia Lunch, Mick Harris e molti altri), Baby Zizzanie (progetto che coinvolge Jim Thirwell aka Foetus e Jim Coleman dei Cop Shoot Cop), Rothko e Operator
(ovvero Teho Teardo e Scott Mccloud dei Girls Against Boys). Artisti diversi tra loro che riescono comunque, nonostante il genere non sia tra i miei preferiti, a coinvolgermi non poco nell'ascolto. Da sentire. [Max 13-34]
Sito web:
www.nailrecords.com
 
° VIGILANTE - "The heroe's code" [Black rain, 2005]
Credo sia la prima volta che tra le mani mi arriva un disco ebm cileno. E non posso che rimanerne stupito. Molto buono il lavoro svolto dai quattro ragazzi, che hanno tutte le carte in regola per piazzare qualche hit nei dancefloors europei ed americani. L'ebm proposta si avvicina più a cose tipo Y-front che Vnv Nation, per intenderci. Chitarre pesanti, ritmiche ossessive ma ballabili, ritornelli emotivi e malinconici ma carichi di aggressività. Ottimo il lavoro in sede di incisione/missaggio, che rende giustizia ai lavori di finitura in fase di arrangiamento. Non un gruppo imprescindibile, ma di certo qualcosa che potrà soddisfarne parecchio gli amanti del genere meno esigenti
in fatto di originalità. [Max 13-34]
Sito web:
www.vigilante.cn
 
° TO AVOID - "Voyage into the past" [C.o.p. int, 2005]
I To Avoid fanno parte di quella schiera di duri e puri che fanno ebm a palla. E dovrei rispettarli, perché il purismo mi piace. Ma mi piace anche la personalità. E mi piacciono i gruppi interessanti. E i To avoid, non lo sono. I loro brani sono tutti piacevoli, ballabili (ma attenzione, niente vere e proprie riempipista da dancefloor), ascoltabili, ben prodotte, tirano fuori questa sequenza di canzoni che sono delle vere e proprie assassine, dirette, massicce, senza fronzoli. Niente synth pop o ebbiemme d'ultimo pelo. Ipnotici ed ossessivi in maniera soffocante, creano atmosfere davvero claustrofobiche e convincenti. Ma il tutto sa di già sentito durante
l'ascolto. Non c'è un guizzo, un flash nella mente e nel cuore che me li faccia amare. E dov'è il problema allora? Non lo so. Fa parte di quei dischi che ho ascoltato con piacere. Ma che non rientreranno mai nel lettore. [Max 13-34]
Sito web:
www.toavoid.de
 
° REDRUM - "Disco macchina promo 2005" [autoprodotto, 2005]
Per la terza volta su queste pagine, ecco a voi i romani Redrum con questo promo 2005 che mantiene vivo l'interesse nei confronti di questo valido combo. Musicalmente non ci sono stati dei cambiamenti evidenti dall'ultimo Cd, "Icona". Sempre synth pop figlia dei Depeche Mode, sempre testi in italiano e accostamenti a Soerba e Bluvertigo, anche se devo ammettere che l'elettronica è qui utilizzata in maniera più "diretta" e meno soft, cosa che dà corpo alle loro composizioni. Adorabile in questo senso il cambio che fluttua fino a fine brano di "Viaggi", così come ho apprezzato l'appeal generale che permea "Sinapsi", ricca di cambi di tempo e d'atmosfera che
rapiscono l'ascoltatore. Da segnalare inoltre tutto il concept che accompagna questo promo a partire dalla particolare veste grafica infatti (con tanto di bulloni veri) il lavoro può essere visto come un omaggio al futurismo, includendo anche alcuni estratti dagli intonarumori (nello specifico, gracidatore, urlatore e ronzatore) di Luigi Russolo. Buono. Avanti così. [Max 13-34]
Sito web:
www.redrum.it
 
° FEINDFLUG - "Volk und armee" [Black rain, 2005]
Dopo nove anni di attività intensissima ecco arrivare i teutonici Feindflug al loro nono lavoro. Non male, ma nulla di nuovo. Ebm massiccia, diretta, marziale e potente, con potenziali hit da dancefloor ultramalato dal vago odore destrorso. La registrazione è buona, i brani ci sono, la confezione è adeguata al tipo di musica ed ideologie presenti nel dischetto. L'unica cosa che devo ammettere è: mischiatemi un pezzo qualsiasi dei Feindflug in mezzo ad altri dieci dello stesso genere e non avvertirei nessuna differenza. [Max 13-34]
Sito web:
www.feindflug.info
 
° KZL333 - "Nausea" [autoprodotto, 2005]
Non conoscevo i KZL333, band siciliana sulle scene già da qualche anno. Sono al terzo demo e propongono un mistone di sonorità niente male, che comunque va a legarsi alla new wave chitarristica figlia di And Also The Trees, Sad Lovers And Giants, post punk viscerale e chi più ne ha più ne metta. Volete che vi dica che sono originali? No, non lo sono. Memorabili? No, assolutamente. Ma terribilmente onesti, diretti e sanguigni in quello che fanno. Echi di Lords Of The New Church e Wall Of Voodoo vanno a mischiarsi con cavalcate in puro gothic rock old style, quando le chitarre ancora non erano metallizzanti e i cantanti sputavano fuori il loro
spleen con acidità, e non melodia glassata da Mtv. Una bella realtà. [Max 13-34]
Sito web:
www.kzl333.tk
 
° HIDDEN PLACE - "Wather Station" [autoprodotto 2005]
Interessante progetto questo Hidden Place, plumbeo e grigio come la cover che avvolge il dischetto. Tra industrial vecchi stampo, ambient e liriche in italiano, tedesco ed inglese fredde e glaciali recitate da una profonda voce maschile (a cui, a volte, si contrappone una "lei" non eccelsa ma che fa bene il suo lavoro) scorrono le dieci tracce presenti nel lavoro, con forti richiami all'electro minimale di qualche lustro fa. Echi di Kraftwerk "easy listing" in "Pure ice", minimal compact a pezzettini in altri lidi e produzione ultrascarna danno le direttive generali. Mi hanno anche ricordato, qua e là, i Kirlian Camera, cosa che non guasta. Eviterei tentativi più folk come
"Anymore", o incursioni nelle cose più danzerecce come negli inserti di "A day without time", a favore di brani più precisi ed opprimenti come "Centrali termoelettriche". Niente di nuovo sotto il sole, ma non male. [Max 13-34]
E-mail:
hiddenplace@email.it
 
° DESIDERII MARGINIS - "That which is tragic and timeless" [CMI/Audioglobe, 2005]
Tornano i cugini scandinavi dei Raison D'etre, ovvero i Desiderii Marginis. Il nuovo lavoro come da copione non corregge di molto il tiro del progetto nordeuropeo, rimanendo sempre in ambito dark ambient, seppur con un piglio più da "colonna sonora". Le composizioni scorrono lente, lentissime... e pesanti, pesantissime... come macigni. Ossessive e asfissianti, catapultano l'ascoltatore in un'altra dimensione, tutt'altro che piacevole, fatta di buio ed oppressione. Non ci sono vie di mezzo, cose come queste o vi fanno impazzire o le detestate. Ed è inutile anche segnalare un brano o due, dato che dal mio punto di vista questo come gli altri dischi di Johan Levin
vanno presi nel loro complesso, delle opere complete dal quale è quasi impossibile estrapolare un sampler senza rischiare di rovinarne la bellezza acquistata all'interno dell'intero concept. Un disco di non facile assimilazione, solo per appassionati, come da sempre la Cold meat ci ha abituati. Potreste adorarlo a morte come prender sonno. Va a gusti. Buon ascolto. [Max 13-34]
Sito web:
http://desiderii.coldmeat.se
 
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