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° BLOODY DEAD AND
SEXY - "Narcotic room" [Alice
in..., 2005] |
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A due anni di distanza dal
suo predecessore "Paint it red"
riecco affacciarsi sul mercato deathrock
i tedeschi Bloody Dead and Sexy. Tacciati
come meri copiatori dei Christian Death,
secondo me invece avevano colto
l'atmosfera giusta del concetto
deathrock. Canzoni semplici, orecchiabili
e dirette, niente tastierine o coretti
idioti, solo energia allo stato puro. Era
con curiosità dunque che attendevo
questo nuovo lavoro, alla luce anche
delle esibizioni che i nostri tennero in
terra italica sul finire dell'anno
scorso, in cui vennero presentate molte
composizioni che mi sembravano veramente
convincenti. Infatti le mie aspettative
non sono state deluse "Narcotic
room" è |
un netto
passo in avanti per i nostri, che si
spingono avanti nel songwriting e, pur
rimanendo abbastanza fedeli ad un certo
tipo di deathrock sound, cercano nuove
soluzioni che nel loro caso si rivelano
vincenti. A partire dall'opener "A
friend in mescaline" sembra chiaro
che i nostri pur non avendo cambiato
nettamente direzione si siano evoluti e
non poco. Ascoltate "Sweet as
evil", con degli incisi quasi
psichedelici, o la lunga nenia
"Slow", alcolica e dopata
quanto basta. "4th coma" ha
l'aria di una "Sick 6 minutes, part.
2" ma più varia ed emotiva.
Conoscevamo già "The crystal
clear" nella sua versione demo di
New Dark Age 2. La title track è il
brano che più mi ha spiazzato:
bellissimo, melodico e decadente,
mantiene tutte le caratteristiche del
suono BD&S ma lo spinge svariati
gradini più in su, infarcendolo di
melodie e note che si rincorrono.
"Suitcase men" sembra
incompleta, ma arriva "Around &
around", ottimo preludio alla
splendida "Find a clean
needle", dondolante e scomposta,
ubriaca ed ubriacante, fino alla
conclusiva "My secret
gardener", finale eccellente per un
album che promuove a pieni voti (e poche
riserve) una band che, ne sono certo, non
smetterà di stupirci. Ah, esiste anche
una versione limitata in digipack, con
copertina differente, due booklet e un Cd
aggiunto, contenente remix, demo e
chicche oltre che ad avere come ospiti
Annette Benjamin (Hans-A-Plast) e Stevyn
Grey... Fatelo vostro, ora. [Max
13-34]
Sito web: www.bloodydeadandsexy.de |
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° KATZENJAMMER KABARETT -
"Promo 2004" [autoprodotto, 2004] |
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Dopo anni di mp3 sparsi sul
sito web e nessuna pubblicazione
ufficiale, ecco il primo vero promo Cd
dei francesi Katzenjammer Kabarett. E'
vero, lo stesso può essere scaricato per
intero dal loro sito, ma è la prima
volta che i nostri spediscono dei promo
ufficiali e quindi sembra che qualcosa di
grosso si stia muovendo, grazie anche
alla loro partecipazione su una
compilation della Strobelight e alle
svariate interviste e live report che
hanno affollato le webzine di mezzo mondo
negli ultimi tempi. In realtà questo Cd
era pronto, ovvero doveva essere il debut
ufficiale per un etichetta (non faccio
nomi, porta male), ma i nostri non erano
pienamente soddisfati del |
risultato
finale, non al cento per cento perlomeno.
Dato che le composizioni cominciavano ad
invecchiare e la smania per dedicare
tempo a cose nuove aumentava, hanno
deciso di regalarci queste undici tracce.
Tracce che, per chi scrive, sono tra le
cose migliori mai sentite negli ultimi
anni in ambito goth. Le influenze di Sex
Gang e Cinema Strange si sono stemperate
ed i nostri hanno accentuato la vena
cabarettistica, senza tralasciare qualche
sferzata elettronica che va ad arricchire
un sound diretto ma complesso, pieno di
cambi di ritmo, deviazioni musicali e su
cui la voce della splendida Mary gioca a
suo piacimento. Una novella Liza Minnelli
in Cabaret, mi viene da pensare. Canzoni
trascinanti, veri e propri anthem come
"Katzenjammer kids" o recital
malinconici e noir come "L'amiral
cherche une maison à louer".
"The crowd around", presente
anche come videoclip in due versioni
(live e studio) nella sezione enhanced
del Cd è bellissima nella sua struggente
malinconia saltellante, mentre ventate di
freschezza sonora si possono avvertire un
po' dappertutto su questo Cd, la cui
unica pecca è quella di essere stato
"accantonato". Peccato, perché
DAVVERO il prodotto era ottimo, una nuova
forma di "deathrock batcave
punkcabaret"
(chiamatelocomecazzovipare) intelligente
ed ispirata. Teneteli d'occhio,
potrebbero sfondare da un momento
all'altro e non sarebbe difficile vedere
Mary su tutte le copertine delle riviste
di settore, con la fila di ragazzini e
ragazzine (certo, non si può?) che fanno
la fila per avere anche solo uno sguardo
da lei. Grandissimi. [Max
13-34]
Sito web: http://katzkab.free.fr |
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° EVA O. -
"Damnation/Salvation" [Alice In...,
2005] |
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Erano circa sei anni che
attendevo questo Cd. Tanto è passato da
"Damnation/Ride the madness",
ultimo lavoro della nostra Eva. All'epoca
partì subito il battage pubblicitario,
dato che "Damnation" doveva
essere la prima parte di un concept
diviso in due album mancava dunque
"Salvation" all'appello. Poi la
nebbia si infittì. Date rimandate, voci
di corridoio, casini, siti web ufficiali
che sembravano morti e defunti, fino ad
un annetto fa, Mz O and her Guns (una
specie di nuovo alter ego) si riaffaccia
sulla scena, annunciando l'imminente
uscita della seconda parte di
"Damnation". Passa un anno ed
ecco che il disco esce e c'è subito una
sorpresa. Non si |
tratta
infatti solo della seconda parte, ma di
un album a se stante con alcuni brani
riregistrati provenienti dal Cd
precedente (da qui, probabilmente, il
nome "doppio"). Cosa devo dire
a riguardo... chi ha adorato Eva O. non
rimarrà assolutamente deluso dai brani
presenti, chi la odiava continuerà a
farlo. Perché se c'è un artista che si
è sempre tenuta fuori dai trend,
signori, questa è Eva. Brani pesanti,
violenti (qualcuno ha detto metal... non
del tutto, anzi...), complessi, che
rendono giustizia alla carriera di una
donna artefice di alcune tra le più
belle canzoni degli Shadow Project e dei
Christian Death di Rozz anni '90. Perché
a molti, troppi, sfugge che, nonostante
Rozz sia stato sicuramente il personaggio
catalizzatore di quegli album, la
macchina crea riff che macinava gemme
come "Sex" o "Under your
wing" era proprio lei. Un disco
intenso "Damnation/Salvation",
fatto di un deathrock che (purtroppo) non
c'è più. Nessun fronzolo, nessun
prigioniero. Eva va dritta al sodo
facendo terra bruciata attorno a se. In
attesa di vederla prima o poi anche in
Italia... [Max
13-34]
Sito web: www.evao.com |
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° BLACK ICE -
"Terrible birds" [Hungry eye, 2005] |
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Attendevo con molta ansia
questo debut dei Black Ice. Soprattutto
dopo la notizia dello scioglimento dei
Phantom Limbs, mi chiedevo cosa sarebbe
saltato fuori da quello che era il loro
side. Ho amato il demo Cd prima ed il
10" dopo, ma sapevo, grazie alla
compilation "Witches of the
west" che probabilmente il meglio
doveva ancora arrivare. E così è stato.
Questo è il disco dell'anno e credo che
sarà difficilissimo batterlo. Intenso,
viscerale, oscuro, malato, vizioso,
romantico... tutto e niente di ciò, in
un mosaico caleidoscopico di emozioni
dirette e violente. Non ci sono bands di
riferimento o influenze predominanti.
Oltre ad (ovviamente) i Phantom Limbs |
non ho
trovato legami diretti con nessun'altra
band. I Black Ice non inventano nulla, ma
sono in grado di metabolizzare la musica
che li ha cresciuti e risputarla fuori in
maniera del tutto originale. Non posso
rimanere indifferente di fronte a tutta
questa bellezza, dio mio. Non posso non
reagire di fronte agli attacchi postpunk
di "Terrible birds" o
"Elixer", al romanticismo
decadente della già nota "Stitched
up"... "My eyes hurt" è
profonda e visionaria, della bellezza di
"The souse" ho già parlato in
sede di recensione riguardo a
"Witches of the west" (che più
passa il tempo, più ritengo la
compilation DEFINITIVA degli ultimi 4
lustri), "Yellow letters" sa di
no-wave malata (ma suonata) mischiata al
post punk come non se ne sente da anni...
semplicemente divina. "In
Winter", lunga nenia angosciante e
malinconica, o l'attacco finale della
conclusiva "Fingers", da sola
spazza via la maggior parte delle uscite
deathrock o simili degli ultimi anni. Ho
lasciato per ultima proprio l'opener,
"The stillness", per un motivo
ben preciso. Enorme, epica, oscura e
splendida è il biglietto da visita
perfetto per questo album. Appena
inserirete il Cd nel lettore, dopo le
prime note avrete già chiaro di quello
che vi attende. Un disco splendido,
enorme, che lascia senza fiato. Da avere
assolutamente a tutti i costi. Ora. I
Black Ice sono la darkwave fatta musica.
Niente fronzoli. Solo canzoni eccellenti.
I Black Ice faranno parlare a lungo di
loro e spazzeranno via tutti con un colpo
di spugna, perché se ne fregano e vanno
avanti alla grande. Talmente alla grande
che anche i loro stessi lavori precedenti
quasi impallidiscono di fronte a questo
Cd. Enormi. [Max
13-34]
Sito web: www.mungaso.com/blackice |
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° ZONETECH -
"Zonetech" [autoprodotto, 2005] |
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Dopo lo split con gli
Autonervous di Jesse Eva recensito un
paio di anni fa e il brano sulla
compilation "Nostalgia del
buio", ecco un altra prova di quello
che sanno fare assieme Billy e Brian,
entrambi ex Vanishing. Quattro tracce di
elettronica ipnotica e alienante,
soundscapes ritmati che farebbero sfaceli
nelle sale da ballo, nel senso che i
neuroni andrebbero in frantumi. Si parte
con "Knives in back of my mind"
e subito si riconoscono le mani di Billy
sul moog, mentre le due note ossessive
che formano la base sembrano andare
avanti all'infinito creando uno stato di
angoscia/suspance stemperata solo dal
secco e lontano drumming di Brian.
"Captive Captain" è più
electro |
industrial
minimale primi '80, lenta e sulfurea,
prepara il terreno per la perla del Cd,
quella "Paranoia in the disco
theque" già su
"Nostalgia..." che posso
considerare la sintesi estrema dello
Zonetech sound attuale. Davvero, canzoni
paranoiche da ballare nei club. Ritmata,
cadenzata, monotona, asfissiante, malata,
rapisce dopo pochi secondi e non molla
più. Alienazione. Punto. Chiude il
lavoro "Folding space pt. 2",
un viaggio lungo otto minuti e passa
nello spazio, mini suite supportata dal
battito cardiaco effettato che accompagna
le nostre cellule cerebrali in altri
luoghi inesplorati. Niente voci in queste
canzoni. Solo macchine. Ma NON digitali.
E si sente. Non vedo l'ora di avere tra
le mani il debutto su vinile (o Cd)... [Max
13-34]
Sito web: www.thevanishing.com/zonetech.htm |
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° QUIDAM - "Barking,
mewing, hissing and mocking" [PSM Records,
2005] |
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Dopo un paio di validi demo
Cd, ecco arrivare al debutto discografico
vero e proprio il trio spagnolo di
schizoidi che risponde al nome Quidam.
Non c'è che dire, le aspettative non
sono state assolutamente tradite. I
nostri ci deliziano con dieci brani che
ricalcano le orme del deathrock style,
quello vecchio, per intenderci. Pochi
ritornelli canticchiabili, voci
strazianti e straziate, energia a
profusione ed effettini macabri. La
registrazione pur non essendo eccelsa
riesce a dare il giusto spessore alla
qualità dei brani, mentre un plauso va
fatto all'eccezionale packaging, digipack
apribile in tre veramente ben fatto e
sfizioso. Oltre a tre tracce che
conoscevo data |
la loro
inclusione sul precedente mini-Cd (tra le
quali la grande "Horrores") il
disco getta le basi per un nuovo
quidamsound, sempre legato agli schemi
del deathrock ma con aperture strumentali
inedite, che fanno ben pensare per un
futuro interessante. Di sicuro il lavoro
risente, e non poco, della scarsità di
musicisti (suonano come se fossero in
cinque ma sono in tre) cosa che,
ovviamente, fa perdere buona parte
d'impatto e "densità" delle
canzoni. Nonostante questo non posso che
parlare bene di questo disco, onestissimo
e piacevole. Non cambierà la vita a
nessuno, ma perlomeno si differenzia
dalla massa di nu-dettrocche band
crestate che gironzolano troppo
ultimamente. Avanti così. E riascolto
"Cypress perfume" per
l'ennesima volta. [Max
13-34]
Sito web: www.quidamcave.com |
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° ATARAXIA/AUTUNNA ET SA
ROSE - "Odos eis ouranon/La via verso il
cielo" [E.m., 2005] |
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Poche volte capita di
trovarsi di fronte a lavori come questo.
Lo split in questione, infatti, è
composto da due Cd, uno per band.
Insomma, si potrebbe dire che abbiamo di
fronte due dischi distinti, e invece no.
Perché il progetto sotto cui il tutto è
nato e partito in seguito ad un concerto
che le due band tennero assieme alla
chiesa di San Michele, a Rovigo. Non fui
presente a quella serata, ma chi ci andò
mi parlò di un enorme energia palpabile
che invadeva l'ambiente, creata dalle
splendide esecuzioni scelte dal proprio
repertorio (oltre a qualche cover
riarrangiata per l'occasione) dalle due
band. Ed è proprio in seguito a quella
esperienza così intensa che i due |
ensamble
hanno deciso di unire le proprie forze e
dare alle stampe questo doppio Cd che
contiene tutti i brani che vennero
proposti quella sera. Non si tratta però
di un live, bensì di un lavoro in
studio, ma ciò non toglie che ci
troviamo di fronte ad un prodotto
eccellente. Stupisce molto la cover di
"Egypt", originariamente
composta da Steven Brown (Tuxedomoon) qui
riarrangiata dagli Autunna Et Sa Rose in
maniera incantevole, mentre il resto del
materiale non fa altro che confermare gli
altissimi livelli qualitativi ormai
raggiunti dagli Ataraxia, oltre che a
farci conoscere meglio ed apprezzare
l'eccellente lavoro degli AESR. In
particolare terrei d'occhio Sonia,
soprano dalle doti vocali non comuni che
sa regalare vere e proprie emozioni
all'ascoltatore con le sue
interpretazioni cristalline. Riassumendo,
nel Cd degli Ataraxia (intitolato
"Strange lights") troviamo due
inediti ("Strange lights" e
"Seds of the moon") oltre ad
estratti dalla loro discografia
riarrangiati per l'occasione, mentre
nell'altro (intitolato "Logos")
troviamo due cover degli Ataraxia
("Canzona" e "Landschaft
der vegangenheit") e il brano di
Brown oltre a materiale già edito in
precedenza. Un lavoro eccellente, che non
potrà non soddisfare tutti gli amanti
delle due band e del genere in questione.
Buon ascolto. [Max
13-34]
Sito web: www.equilibriummusic.com |
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° CALLE DELLA MORTE -
"Gente di malaffare" [Hau Ruck Spqr,
2005] |
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Dopo un demo ed un 7"
in vinile ("Tardo autunno",
recensito su queste stesse pagine tempo
fa) è arrivata l'ora del vero e proprio
debutto su lunga durata dei Calle Della
Morte, progetto che pur non avendo le
radici nella serenissima, da essa
traggono ispirazione per il progetto in
questione. Jonny B e Vinz, accompagnati
da ottimi musicisti, hanno messo su
nastro (che poi è un Cd ma
chissenefrega) queste nove tracce + ghost
track separate idealmente in "atto
primo" ed "atto secondo".
E' un disco interessante, questo
"Gente di malaffare". Un disco
come difficilmente ne circolano,
perlomeno nella cosiddetta "area
oscura" della musica indipendente.
Non so |
ancora
dirvi, in realtà, se sia un ottimo Cd o
un lavoro riuscito a metà. So solo che,
in egual misura, vi sono pregi e difetti
e che gli stessi coincidono tra loro. I
testi e le musiche sono accattivanti,
avvicinandosi in parecchi punti al folk
tradizionale cantautoriale italiano, vere
e proprie storie di vita, narrate più
che cantate. Amori travagliati, vino
rosso in quantità, tranelli ed omicidi
come nelle più torbide litanie
tramandate da generazioni. L'etichetta
neofolk sta stretta ai Calle Della Morte
che cercano in molti casi (vedi
"Senza fare rumore") di
avvicinarsi, magari inconsciamente, alla
canzone d'autore, creando un atmosfera
anche goliardica, in certi spunti, che
non può che distinguere i CDM da decine
di altre band sui generis. Ora, il
discorso è questo: se siete aperti a
questo tipo di sonorità questo dischetto
potrebbe darvi non poche soddisfazioni,
d'altro canto, se non sopportate nemmeno
trenta secondi di cose alla De Andrè
(paragone da prendere con le pinze, ma
giusto per dare un idea), è meglio che
cambiate strada. Per quello che mi
riguarda, un lavoro non perfetto, ma
comunque la strada è quella giusta. Un
appunto: se siete incuriositi dal logo
con le due maschere/teschi dei CDM,
andate a cercare in libreria
"Leggende veneziane e storie di
fantasmi - guida ai luoghi misteriosi di
Venezia" e "Veneziaenigma -
tredici secoli di cronache, misteri,
curiosità e straordinarie vicende tra
storia e mito" di Alberto Toso Fei,
Elzeviro Editore. Leggeteli, magari
proprio con i Calle Della Morte in
sottofondo... Ora voglio sentire le nuove
cose degli Inner Glory di Jonny B... [Max
13-34]
Sito web: www.calledellamorte.com |
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° ZOMBINA AND THE
SKELETONES - "Mondo Zombina" [7"
autoprodotto, 2005] |
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Ritorna la prolificissima
Zombina con i suoi scheletrini con un
advance Cd-r che ci presenta un 7"
in uscita a Giugno. Quattro tracce in
pieno Zombina style, tra horror punk,
surf e rock and roll che accompagneranno
le danze estive degli zombi di mezzo
mondo. A partire dall'opener "Zombie
hop" il piedino comincia a battere
freneticamente e continua per tutta la
saltellante "The new orleans
incident" (già presente sul promo
precedente recensito qualche mesetto fa
su queste pagine). La veloce "Spring
heeled jack" introduce nel sound una
sezione di fiati che rende tutto molto
ska, fiati che restano in primo piano
anche sulla conclusiva "Counting on
your |
suicide",
pulp, molto pulp, ma non troppo. Liriche
sempre in bilico tra il goliardico e lo
splatter, sferzate punk in un mare di pop
e melodia, per quattro brani divertenti e
simpatici, tutti da ballare ed ascoltare.
Recuperatelo. [Max
13-34]
Sito web: www.zombina.com |
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° MISS VIOLETTA
BEAUREGARDE - "Evidentemente non abito a San
Francisco" [Anemic dracula records, 2004] |
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Avete presente le Suicide
Girls di www.suicidegirls.com? Bene. Aiki è
una di loro. Ma soprattutto Aiki è una
musicista micidiale, anche se lei mi
odierebbe per questa definizione,
probabilmente. Il fatto è che uno mette
il Cd nel lettore, il display segna
sedici brani per un totale di venti
minuti, più o meno. Manco i Ramones. E
schiaccia play. E non ci capisce più un
cazzo. Da dove salta fuori questo
folletto sotto speed? O era acido? Su su,
confessiamo... Questo disco è quanto di
più eccitante, fresco, diretto,
violento, visionario, stimolante mi sia
capitato di ascoltare da molto tempo a
questa parte e non so come fare a
spiegarvelo. Davvero. Quindi andrò per
tentativi. |
Immaginate
roba in bilico tra Sixteens e Suicide. Ci
siete? Bene. Non c'entrano nulla ma sono
sempre una buona partenza. Da lì,
togliete un poco di strumentazione,
soprattutto sul microfono, dato che, da
quello che la stessa Violetta ci dice,
quello che percepiamo come voce filtrata
in realtà è voce pulita urlata in un
microfono del cazzo. Comunque, dove
eravamo rimasti? Mi sono perso. Che è
più o meno la sensazione che da questo
disco. Tra basi ultraviolente in bilico
tra hardcore elettronica ed avanguardia
un po' come se gli Atari Teenage Riot
facessero un orgia con i creatori delle
canzoncine dei Game Boy. C'è di tutto
qua dentro, un mondo intero decomposto e
pressato in venti minuti. Dall'innocente
violenza sonora di "Pavlov dogs pt.
2", dai diciotto secondi di
"It's so fucking cool to be he
subject of a conversation",
"Sesso illustrato per
Silvestrin" con richiami ai
kraftwerk o la geniale rilettura
decomposizione decostruzione
dissacrazione degli Yodel in
"Schultzkrapfen chainsaw
massacre". Un disco che riporta la
musica ad essere quello che dovrebbe:
istinto puro. Un disco che potreste amare
alla follia senza riuscire a trattenervi
dal metterlo e rimetterlo centinaia di
volte al giorno in casa, in macchina, in
ufficio, a scuola... con la sicurezza che
vicini, parenti, mamme, papà, fidanzate
e chi vi pare lo odierà. Un disco che la
gente "normale" giudicherà con
la solita frase "Ma cos'è sta
roba?!?!". Come con i Napalm Death o
gli Einsturzende Neubauten. Non sono
davvero certo che la nostra Violetta ami
gli uni o gli altri, ma sono sicuro che
è VERA come loro. E si sente.
Paurosamente folle e geniale, è un Cd
che DOVETE avere a tutti i costi. Sorry
per tutta la pseudo avanguardia italiana
ma Violetta polverizza tutti con questi
venti minuti. Perché non siamo a San
Francisco (appunto) ma nemmeno a New
York, Los Angeles o Berlino. Siamo ad
Alessandria e quindi tutte le menate
sulla musica italiana stagnante e senza
sbocchi possono pure andare all'inferno.
Dicevo all'inizio, una volta messo il Cd
nel lettore... il problema è riuscire ad
autoconvincersi a toglierlo. Chicca:
ospite in un brano Allison delle
Bratmobile!!! [Max
13-34]
Sito web: www.violettasucks.com |
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° VILLA VORTEX -
"Villa Vortex" [autoprodotto, 2004] |
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Annunciare nelle nostre
gothnews i Villa Vortex come gli eredi
dei Lucie Cries (la dark band francese
senza dubbio più importante degli anni
novanta) è stato alquanto rischioso,
soprattutto per la grande stima che la
band di Olivier Paccaud ha sempre avuto
nel nostro paese. Ebbene, dopo aver
sentito e risentito il mini-Cd
"Villa Vortex" posso
serenamente confermare quanto detto: la
voce energica di Barascud che esprime le
proprie liriche in francese, l'incalzante
batteria di FG1 accompagnata dal puntuale
basso di Will A. e la possente chitarra
di FG2 fanno dei Villa Vortex i degni
successori dei grandi Lucie Cries. Tutte
e cinque le canzoni inserite in questo
esordio |
hanno
un'anima post punk più o meno evidente,
con le potenti rasoiate chitarristiche di
FG2 che in "Corpus
chrysanthéme" e soprattutto in
"Décombres" possono
sorprendere l'ascoltatore lasciandolo
favorevolmente colpito da come un riff di
chitarra spiccatamente hard-rock possa
incastonarsi alla perfezione in una
classica composizione wave-rock.
"Décharge" è una traccia
dalla doppia personalità: semplice e
lineare nel suo andamento ma che subisce
un brusca trasformazione ad ogni refrain
dove le parole "Décharge au fond de
leur coeur" sono accompagnate da un
tumultuoso abbinamento chitarra/batteria
da cardiopalmo. "Occident III"
ed "Entends-moi" sono ottime
canzoni post-punk in cui la sezione
ritmica diventa più regolare ed emerge
un piano che ne impreziosisce
l'evoluzione. Se questo mini-Cd è il
buongiorno che si vede dal mattino, il
primo full-lenght dei Villa Vortex, in
fase di produzione, si candida a
diventare uno dei migliori album
dell'anno. [Mr. Moonlight]
Sito web: www.villavortex.com |
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° OPENED PARADISE -
"Occult-advance Cd 04" [autoprodotto,
2004] |
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Il gothic rock greco,
abbandonato per sempre dai defunti Flower
of Romance e lasciato dal transitorio
silenzio degli Into the Abyss, viene
preso per mano dagli Opened Paradise, uno
dei più promettenti gruppi del panorama
goth europeo. Fin dalle prime note di
questo lavoro si osservano due
particolarità: la prima è data dalle
influenze dei Fields of the Nephilim e
dei New Model Army riscontrabili nel
sound, la seconda è data dall'ottimo
affiatamento musicale dei componenti che
si tramuta in un perfetto bilanciamento e
coesione di tutti gli strumenti
all'interno delle singole canzoni.
"Dancing with shadows", la
opening track, presenta una nervosa
sezione ritmica |
supportata
dalle tastiere (sempre presenti ma in
secondo piano) sulle quali si erge una
chitarra mai abusata ma che nel suo
incedere riesce a diventare protagonista
al pari della voce di Periklis, una sorta
di incrocio tra Carl McCoy e Artaud Seth.
La stessa formula viene eseguita in
"Deep water" e nell'evocativa
"Prayers for the damned" dove
il tribalismo della batteria raggiunge il
suo apice. "Opened paradise" è
la traccia più incalzante dell'album con
un repentino giro di chitarra stile
Damien Deville (Nosferatu) che ne
sostiene l'intero procedere mentre il
trittico formato dalla stupenda
"Senseless", da "Hopes on
crystal" e da "All dreams
like men" ha un andamento più
lineare, in cui il maggior uso delle
tastiere riconduce l'ascoltatore ai
Garden of Delight del periodo '93/'94
(Sargonid seal/Necromanteion IV).
"Distant walks through shifting
light" è il vero capolavoro di
questo album: l'inizio nephiliano alla
"Celebrate" è solo il prologo
di una canzone che nei suoi oltre nove
minuti di durata vive di continui cambi
di ritmo, dal vigoroso gothic-rock a
momenti intimisti voce-piano-chitarra
acustica per concludersi nello stesso
modo evocativo in cui era iniziata.
L'album finisce con la bonus track
"Closer", un motivo
dall'andamento funereo cadenzato con
campane a lutto per metà della sua
durata e spezzato repentinamente da un
esplosione di chitarre
nell'intramontabile gothic-style. Questo
Cd conferma ancora una volta come il
tanto bistrattato gothic-rock old school
riesca ancora a generare nuovi gruppi ed
interessantissimi lavori. Auguro che
"Occult" sia pubblicato al più
presto da una vera label come merita, sia
per l'ottimo lavoro musicale, sia per la
produzione di Sakis Tolis (Rotting
Christ) sia per la masterizzazione di sua
maestà Artaud Seth. [Mr. Moonlight]
Sito web: www.openedparadise.tk |
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° NAMOSH - "Promo
cold cream tour" [Friendselectric, 2005] |
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Chi è Namosh? Da dove
viene? Cosa fa? Come fa a farlo? Cosa
ascolta? Cosa mangia? Insomma, da dove
salta fuori quel gioiello electroclash
electrominimale che è il singolo
"Cold cream"? Ditemelo!!! E
ditemi chi ha avuto l'idea di girare un
video come questo!!! Ditemi quanto latte
fanno quelle mucche ogni giorno dopo
essere state sottoposte alle riprese di
questo clip surreale e micidiale. Ditemi
tutto, parlatemi, datemi informazioni.
Perché questo folle tedesco canta in
inglese e giapponese? Perché riesce a
scrivere queste canzoncine con 2 note
alle tastiere analogiche che ti si
inchiodano in testa dopo dieci secondi?
Perché sento lo spettro dei Kraftwerk in |
acido? E
mi dite perché il nostro eroe sembra
avere un cantante rock and roll nella
gola che fa a botte con un androide ed un
personaggio dei fumetti? Perché ci sono
danze frenetiche alla DAF migliori con
inserite atmosfere vagamente
mediorientali? E le vaghe incursioni
nella disco commerciale a cavallo tra i
'70 e gli 80 da dove vengono? E che ci
fanno qui in mezzo? E perché i remix
presenti sono così diversi tra loro
arrivando a diventare delle tracce a se
stanti? Perché non dovrei smettere di
ascoltare questa roba? E perché mi
ritrovo da qualche giorno a canticchiare
"Cold cream" ovunque? Misteri
dell'electropop minimal radical non chic.
A suo modo, geniale. [Max
13-34]
Sito web: www.namosh.de |
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° THE LIES -
"Underdogs and infidels" [Kill rock
stars, 1999]
° THE LIES - "Resigned" [Kill rock
stars, 2001] |
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Prima che i Vanishing
nascessero, Jesse Trashed era nelle
Subtonix, Brian cazzeggiava con svariate
band tra le quali gli Zonetech (che sono
tornati ad essere il suo progetto
principale dopo lo split dei Vanishing) e
Sadie Shaw, tastierista e compositrice su
"Into the bathaus" e
"Songs for psychotic children"
militava nei The Lies. Non è quindi
difficile trovare nei The Lies molti
punti di contatto con il vanishing-sound
(quelli del primo periodo |
ovviamente).
Melodici, malinconici, una band post rock
wave che butta un occhio spesso e
volentieri al goth anni '80. Sono rimasto
affascinato e rapito dalle note di
"Add insult to injury" o
"Jump shit", con quel sapore
così Adolescents nelle linee vocali...
C'era molto nei The Lies e tra le altre
cose anche una vena psichedelica/shoegaze
eccellente. Erano un gruppo quasi
perfetto ai miei occhi. Un ibrido tra le
sonorità migliori uscite dal calderone
post-punk dei primi '80. Il debut album
"Underdogs and infidels" è
davvero un viaggio, mentre il secondo
"Resigned" è vagamente più
riflessivo, con influenze vagamente Sonic
Youth-iane del periodo "Daydream
nation" (vedi "Accident &
emergency") e notevolmente più post
rock che wave. Splendido nella sua fumosa
decadenza, era forse meno coraggioso del
suo predecessore, ma faceva parte di una
stessa medaglia, per cui mi sento di
consigliarlo comunque agli ascoltatori
dall'orecchio più "aperto".
Due ottimi lavori dunque, che sarebbe un
peccato dimenticare. Riscopriteli,
andatevene qualche giorno via, lontano da
tutto e tutti e fatevi uno dei viaggi
mentali più belli degli ultimi anni. [Max
13-34]
Sito web: www.killrockstars.com |
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° TEAM PLASTIQUE -
"Suck" [Eas, 2004] |
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Questi qua sono fuori!!! Ma
davvero fuori!!! Partendo dal presupposto
che il loro intento principale è,
sintetizzando, riportare la libertà
sessuale ai livelli pre-aids, senza
limiti e senza inibizioni, quello che ne
può seguire, come potete immaginare, non
può non essere, perlomeno, bizzarro. Ed
è proprio questa l'impressione che si ha
appena si tiene tra le mani questo
"Suck", debutto ufficiale del
quartetto australiano da poco trapiantato
a Berlino. Bizzarro a partire dal titolo,
dedicato ai denigratori della band, che
usavano, appunto, questa parola per
definirla e considerati tra i veri e
propri ispiratori del gruppo (!!!). Uno
che fa, di solito, quando ha un Cd nuovo
tra |
le mani?
Lo apre, ovvio, e io mi sono trovato
davanti a questa copertina coloratissima,
folle, con tanto di gioco "a la
gioco dell'oca" con le varie
fermate, in cui vengono usate punizioni
come "Lick the person to your
left" o "The person to your
right must give you a foot
bondage"... tutto da provare,
insomma... Un look tra pornostar, Lolita,
cyberwhore (bello 'sto termine, eh? M'è
venuto così...) e chi più ne ha più ne
metta, un paio di video (uno sul Cd ed
uno su un Dvd che mi hanno allegato, una
performance live che parla da sola....)
dove le intenzioni sopradescritte sono
molto più che esplicite... E la musica?
Beh, per quella ci muoviamo nelle zone
basse (e vai col gioco di parole) delle
sette note, dato che siamo di fronte ad
un mix leggerino di electro minimale,
elettroclash, pop, dub, jungle,
drum'n'bass, qualche chitarrina, voci
effettate, gemiti, sospiri e via dicendo.
Ma devo ammettere che questo mix di bassa
lega funziona... è accattivante quanto
basta ed è, soprattutto, la colonna
sonora ideale per le performance delle
tre ragazzine + belloccio, veri e propri
party selvaggi dove tutto è possibile e
per "tutto" intendo
"tutto". Non privi di una
massiccia dose di (auto?) ironia, i Team
Plastique sono da prendere in
blocco per ciò che sono, ovvero un
enorme circo ambulante, dove è
impossibile scindere il lato visivo da
quello prettamente musicale. Prendendo
questi due fattori singolarmente,
infatti, sono alquanto ridicoli, messi
assieme, invece, raggiungono un livello
di kitcheria enorme che non può non
incuriosire ed attrarre. Perché non si
può non sorridere di fronte a testi tipo
"I wanna fuck a Dj..." e
perché, usando parole loro, "We may
be pretentious but fuck we're having
fun"... Non lasciateveli scappare,
soprattutto nella dimensione live. [Max
13-34]
Sito web: www.team-plastique.com |
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° FRUSTRATION -
"Frustration" [Manic depression,
2005] |
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Quando venti minuti
spazzano via ore di musica. Quando alla
mente sovvengono una marea di nomi, tutti
di almeno 25 anni fa e tutti di altissimo
livello, non posso non gioire. Perché
sia chiaro, qui non c'è nulla di nuovo,
ma forse è proprio questo il bello. Post
punk tirato e secco nella migliore scuola
Joy Division/Wire e compagnia
bell(issim)a. Questo Cd è la ristampa
del primo 12" della band, più un
paio di chicche, ovvero la cover di
"Teens" degli Anteenagers e,
udite udite, "Holocaust" dei
Crisis!!!! Ora, come posso restare
impassibile di fronte a questo? Come
posso non amare alla follia questa band
che, se fosse nata cinque lustri fa,
avrebbe fatto sfaceli |
e che
oggi è una tra le poche a portare alta
la bandiera di un genere che ha fatto
storia? Come posso cercare di dare un
giudizio critico quando il materiale che
ho tra le mani e nelle orecchie è
talmente puro e cristallino da colpire
direttamente al cuore? Non si può e non
lo farò. Dico solamente che chiunque ami
il post punk, quello vero, DEVE
assolutamente fare suo questo disco.
Ascoltarlo, amarlo, consumarlo e
comprarne un altra copia data l'usura
dell prima. Sei pezzi sei, che entreranno
nel vostro cervello senza uscirne più,
che vi faranno entrare in camera con
sguardo maniacale, prendere la marea di
dischi e Cd che avete accumulato negli
anni alla ricerca della new sensation e
del genere più alla moda, guardarla con
aia schifata e buttarli dalla finestra.
Ok, magari non proprio dalla finestra, ma
perlomeno accantonarla per far spazio a
questo dischetto ottico sublime. La
Francia colpisce ancora, e lo fa con
stile, senza pietà, senza fronzoli e
soprattutto in modo convincente. Non
esitate. E non cercateli nemmeno sul web,
dato che un sito non ce l'hanno. Ed è
giusto e coerente così, alla fine. [Max
13-34]
Sito web: www.manicdepressionrecords.com |
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° KUTNA HORA -
"Obsession, faith, perseverance" [Ars
musica diffundere, 2005] |
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Ma che bella sorpresa...
Non conoscevo questa band argentina e
devo ammettere che ne sono rimasto
positivamente colpito. Tra folk e
spruzzate leggere di elettronica pop wave
i nostri hanno le carte in regola per
riuscire a far meglio. E' una
contraddizione? Sì e no, perché questo
album è pieno di spunti eccellenti che
però alla lunga si perdono a causa della
lunghezza dei brani e della direzione
musicale ancora non chiara. Nonostante
tutto, però, ammetto che fan di band
come In My Rosary potrebbero innamorarsi
perdutamente di questo lavoro e, ripeto,
gli ingredienti positivi ci sono eccome.
Lavorerei di più sulla voce, non
incisiva al punto giusto, |
soprattutto
nei brani più folk/marziali, e mi
concentrerei sulle influenze pop, che
sono a mio avviso quelle dove i nostri si
muovono meglio. Ottima promessa per il
futuro. [Max
13-34]
Sito web: www.ars-musica-diffundere.de |
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° JABBERWOCK -
"Jabberwock" [Panic distortion, 2005] |
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Questo quartetto francese
non è assolutamente male. In bilico tra
indie, electroclash e
industrial/commerciale (si, è un
neologismo, ma magari si capisce cosa
intendo), sono convincenti in parecchi
momenti (vedi l'opener "Happy")
risultando sicuramente piacevoli. Il
problema di questo album sono i remixes
presenti. Non perché siano brutti o
belli, ma semplicemente sono superflui e
tendono a distrarre l'ascolto sulla lunga
durata. Meglio concentrarsi quindi sulle
dieci tracce che compongono virtualmente
l'album "vero e proprio". Oltre
alla già citata "Happy", i
brani più validi sono l'ipnotica
"Off", la grandiosa
"Comfort" (immaginate le
Malaria elettroniche |
un
pochino più danzereccie), la bordata di
microchip saltati in padella (?!?!?!) di
"Now" e la chiusura acidissima
di gioventùsonichiana memoria,
"Sucks". Un album che non mi ha
cambiato la vita e non credo nemmeno lo
farà a molti di voi, ma sicuramente
accattivante. Di quelle cose che se te le
porti in macchina, poi, ti ritrovi a
farle girare nel lettore per settimane
senza accorgertene. Non noiosi, non
megalomani, i mostri Jabberwock si
distinguono dalla massa con la loro
freschezza e una dose di originalità non
eccezionale ma sufficiente per farmeli
preferire a decine di altre band. Da
notare le foto promozionali, presenti
anche sul sito. Un riciclaggio di un idea
che ho sempre trovato eccezionale!!! Non
possono non essermi simpatici... W la
France!!! [Max
13-34]
Sito web: http://jabberwock.free.fr |
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° THE HUSBANDS -
"Introducting the Sounds of the
Husbands" [Swami records, 2003] |
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I più attenti di voi
sapranno già che le Husbands non sono
altro che la band che comprende, oltre
alla batterista Nikki Sloate, Sadie Shaw
e Sarah Reed, ex The Lies. Vi basta? Ok,
allora ricordo anche che Sadie è colei
che stava dietro le tastiere dei
Vanishing quando ancora erano deathrock,
ovvero su "Into the bathaus" e
"Songs for the psychotic
children" (capolavori inarrivabili,
a mio parere). Incuriositi? Bene, perché
è proprio per persone curiose questo Cd
micidiale. Quattordici canzoni per meno
di mezz'ora, otto pezzi propri e sei
cover (che spaziano da Bo Diddley, Carole
King...) con la produzione lasciata in
mano a nientepopodimeno che John Reis dei |
Rocket
From The Crypt!!! Che vi aspettate
quindi? Bravi, garage a tutto spiano, con
le due chitarre che sguaiate e selvagge
si mescolano con la batteria facendo
inevitabilmente battere il piedino per
tutti i ventisei minuti e rotti
dell'album. Niente tastiere, niente
basso, niente fronzoli, solo sporco e
crudo rock and roll. Se ascoltando
"Nostalgia del buio" eravate
rimasti incuriositi da quella traccia
così genuina e diretta, non esitate e
fate un tuffo spazio temporale con questo
Cd. Chissà che non vi venga voglia anche
di andare a riscoprire gli originali,
ritrovandovi poi a dire "Beh, non
erano tutte scemenze allora...".
Grandissime, non vedo l'ora di vederle in
azione dal vivo, magari in un pub fumoso
e decadente, luci basse e tanta voglia di
far casino! [Max
13-34]
Sito web: http://members.cox.net/thehusbands |
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° NEW RISEN THRONE/CRUEL
HARVEST - "Shadows over humanity"
[God is myth, 2005] |
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Interessante questo split
edito dalla God is myth, che mi fa
conoscere due realtà che fin'ora
ignoravo. I New Risen Throne, one man
band capitanata da Stielh, sono in
attività da diversi anni ed hanno già
pubblicato parecchi demo e Cd. Propongono
una sorta di dark ambient, molto oscuro,
sulla scia di band come i Raison D'etre.
Claustrofobici ed ossessivi quanto basta,
creano con le tre traccie a loro
disposizione degli scenari grigi e densi
a tratti malinconici e decadenti. Un po'
diversi invece i debuttanti Cruel
Harvest, che si muovono all'incirca nelle
stesse acque, ma con una dose di
(passatemi il termine)
"cattiveria" in più. Splendide
le foto che accompagnano il Cd, |
evocative
ed adatte alla musica proposta. Manca
solo, e sono punti di vista, un supporto
visivo. Non smetterò mai di dire che
musica come questa non è semplicemente
"d'ascolto", ma va vissuta in
maniera particolare, in contesti diversi
da quelli canonici. Un film, magari anche
solo con riprese o flash, un po' alla
NAQOYQATSI di Godfrey Reggio. Per il
resto, ottimi livelli. Non mi stupirei di
vedere presto i NRT su Cold
Meat... [Max
13-34]
Sito web: www.stielh.com |
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