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° CINEMA STRANGE -
"Quatorze exemples authentiques du triomphe
de la musique décorative" [Trisol, 2006] |
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Bla, bla, bla...
si è parlato molto di questo disco,
moltissimo, e non era ancora uscito. E'
precisamente dalla fine del 2002 che si
vocifera su questo album. Che doveva
uscire, poi no, poi si. Poi nel 2003 i
Cinema Strange hanno fatto un tour
europeo e allora le voci hanno
ricominciato a girare alimentate dallo
stesso Cinema Strano, che affermava che i
brani erano pronti e registrati. Appunto.
E poi è uscito il box commemorativo con
i demo e le versioni risuonate. E poi è
uscito il Dvd. E poi altri concerti. E
poi Deadfly Ensemble. E poi... e poi... E
poi alla fine mi ritrovo in mano questo
Cd. E i conti, a modo loro, tornano.
Anche se alcuni titoli sono stati
cambiati |
rispetto
a come le conoscevamo (si, i bootleg live
esistono e le scalette si prendono ancora
dal palco. Tutto a mano. Wikipedia o
Google non funzionano da soli). Anche se
di deathrock qua non c'è nemmeno la
puzza, e meno male, perché le band degne
di esistere possono permettersi di
rilanciare un fenomeno sepolto, per poi
abbandonarlo appena gli viene voglia di
fare altro, e se questo "fare
altro" è ciò che sento mentre il
dischetto gira nel lettore, ben venga.
Tecnicamente parlando, l'inserimento di
Danny Walker alla batteria ha dato nuova
vita al sound degli americani (splendido
musicista con una tecnica ineccepibile. E
ci mancherebbe, uno non può suonare con
gruppi death metal o thrash come gli
Exhumed o gli Intronaut senza sapere il
fatto suo dietro le pelli), ma non si
tratta solo di tecnica o generi musicali,
si tratta di quanto sia importante avere
qualcosa da dire con la musica. E i
Cinema Strange hanno libri e libri da
darci, poco importa se molte pagine sono
bianche. E' una scelta ben precisa come i
silenzi che sono importanti quanto le
note nelle loro composizioni, come la
melodia drammatica che rimanda
direttamente alla cinematografia
post-bellica piuttosto che alle lacrime
di Robert Smith. Come mille altre cose e
nessuna di esse. Questo è un disco zeppo
di brani che potrebbero essere
considerati riempitivi, vedi i tre esempi
sparsi. E allora mi tornano alla mente
lavori come "17 Seconds" dove i
tre brani-non brani erano fondamentali
all'equilibrio dell'album, alla sua
atmosfera ed alla sua completezza
stilistica. E allora ben vengano le
cavalcate energiche di "Unlovely
baby", "Needlefeet" o
"Mr. Quilt's rotten luck" (chi
non ha sentito odore di Blonde Redhead
nel bridge centrale probabilmente non ha
ben chiaro il percorso che il Cinema
Strano sta intraprendendo poco alla
volta), fermo restando che le cose
migliori vengono fuori quando gli stilemi
si azzerano e rimane solo l'anima a
comporre. "Molars", dieci
minuti di sonorità simili ai Sonic Youth
più che ai Christian Death la dice
lunga. Goths di mezzo mondo, i Cinema
Strange se ne stanno andando, o forse
erano già su un altro pianeta e non
tutti ancora se ne erano accorti. Ecco un
gruppo che tra dieci anni avrà ancora
qualcosa da dire, nonostante
probabilmente l'abbigliamento sarà più
sobrio e non ci saranno più reginette
gotiche in fila fuori dai camerini.
Ottima la confezione, tre libretti e
multidigipack per due dischi. Ah, vero,
il secondo disco... ovvero due storie
scritte e recitate da Lucas. O ve la
cavate bene con l'inglese o sono inutili,
ma, se riuscite, fatevele comunque
tradurre, folli e divertenti come nel suo
stile. Insomma: quattordici esempi di
musica decorativa si riducono a tredici
tracce più due fiabe... i conti non
tornano, in apparenza... ma in fondo in
fondo è tutto chiaro, basta stare
attenti e il rebus è risolto... Buon
ascolto. Obbligato, ovviamente. [Max 13-34]
Sito web: www.trisol.de |
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° SUPER HEROINES -
"Anthology 1982-1985" [Cleopatra, 2006] |
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Era ora. Era Ora.
ERA ORA!!!! Punto. Non dovrei dire altro.
Perché CHIUNQUE abbia un po' di
dimestichezza col death rock (quello
vero, non le pagliacciate da ragazzini
che vengono spacciate per tali dopo
l'avvento dei Cinema Strange... peraltro
ottimi, loro) sa già tutto. O meglio,
avrà già perso la bava di fronte a
questo titolo. Che DEVE assolutamente
entrare nelle vostre case. Punto. Vengono
qui raccolti per la prima volta i due
album delle mitiche Super Heroines,
sinora inediti su Cd, ovvero quella
pietra miliare del genere che risponde al
nome "Cry for help" e il
successivo "Souls that save".
Inutile ricordare che le Super Heroines
erano la band di Eva O, che aveva già
militato nelle Speed Queens e sarebbe poi
entrata nella storia per |
aver
suonato con gruppi come Shadow Project e
Christian Death (nonché nota per essere
stata moglie di Rozz Williams). Inutile
dire come qui il death rock sia vero,
crudo, sparato a mille senza troppi
fronzoli. Nessuna concessione a
ritornelli poppeggianti o finte
esagerazioni da circo. Qua c'è solo il
suono unico ed inconfondibile della
"Iceman" di Eva sparato fuori
da un marshall da 100 watt e poco importa
se il tutto suona troppo grezzo alle
orecchie incipriate dei darchettini
sfigati che preferiscono andare in pista
a sciogliersi sulle note dei Vnv Nation.
Poco importa, perché sinceramente NON
C'E' parentela, quindi... sciò, via...
Per gli altri, che già vedo con la bava
alla bocca, ricorderò solo che pezzi
come "Convicts" sono immortali
e suonano splendidi ora come venticinque
anni fa, e che la carica di Eva, allora
poco più che adolescente, fa tutt'oggi
impallidire le post rrriot gggrls o le
false alternative modello Suicide Girls.
Una ristampa imprescindibile per poter
finalmente avere in mano due capolavori
del death rock americano, di sicuro tra i
dieci dischi più importanti del genere.
Due bonus track (le storiche
"Children of the light" e
"Tears of a star, con una Jill Emery
splendida, poi negli Shadow Project e
nelle Hole di Courtney Love) completano
il quadro, anche se erano già state
incluse nell'unico Cd compilation di
materiale postumo delle nostre
Supereroine, "Love and pain". A
questo punto potevano anche metterci le
tre tracce presenti su "Hells comes
to your house" (compilation STORICA,
cercate cercate, è stata ristampata su
Cd l'anno scorso!!) e il quadro sarebbe
stato perfetto. Ma va bene così. Buttate
tutte le stronzate che vi hanno passato
come new sensation del deathrocche e
dategli fuoco, danzando intorno ai fumi
con Cry for help sparata a palla. Questa
è Storia. [Max 13-34]
Sito web: www.evao.com |
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° VIOLET TEARS -
"Cold memories and remains" [Fossil
dungeon, 2006] |
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Dopo anni di vita
nell'underground, finalmente i Violet
Tears arrivano al debutto su Cd.
L'attenta Fossil Dungeon ha visto lungo
ed ha messo sotto la propria ala la band
di casa nostra, ed hanno fatto bene! In
un periodo in cui tutto è gotico, dagli
Him a Zombina and the Skeletons, sentire
un disco che è davvero legato a quelle
sonorità "dure e pure" può
far solo che piacere. Ricordo quando
sentire dischi romantici, decadenti e
malinconicamente "neri" era
normale e tanto bastava a definirsi goth.
Poi sono entrati in ballo l'elettronica,
il pop e il folk e duemila cose (ottime o
meno, ma che non c'entravano granché...)
e le acque si sono mischiate. Ecco,
dischi come |
questo
dei Violet Tears servono a ristabilire
l'ordine. La bella voce di Carmen De
Rosas svetta paurosamente su quelle di
molte delle più blasonate gothic divas
estere, a riprova del fatto che chi
continua a cercare "fuori" i
prodotti di spessore, si perde davvero le
cose migliori. Ridatemi gli Autumn e i
Lycia. Anzi, datemi i Violet Tears.
Ottimi e, chi non li recupera, che vada
pure a spappolarsi il cervello in
discoteca. Preferisco di gran lunga
sentire dischi veri con l'anima. Rari, di
questi tempi. Ma preziosi. Ottimo lavoro.
Grafica splendida. [Max 13-34]
Sito web: www.violettears.com |
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° ZOMBINA AND THE
SKELETONES - "Death valley high"
[Ectoplastic records, 2006] |
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Dopo una lunga
serie di 7" autoprodotti, ecco
finalmente arrivare sul mercato il primo
Cd di Zombina and the Skeletones. Per chi
ha già sentito le loro opere precedenti,
tranquilli, sono rimasti gli stessi. Tra
Misfits e Beach Boys il bubblegum
deathpunk è sempre lo stesso. Ma un po'
come i pocket coffee, è sempre buono e
gradito, anche se non sarà mai eccelso
come una torta nuziale fatta al momento.
Tredici brani brevi e diretti (il più
lungo dura poco più di tre minuti...)
che restano in testa quel tanto da
farceli canticchiare alla mattina appena
svegli. Manca forse la vera hit
("Nobody likes you when you're
dead" resta inarrivabile sotto
questo punto di |
vista)
ma la formula easy degli inglesi resta
vincente. Liriche sempre spassosissime,
tra morti zombie e situazioni tra il
surreale e il gore-comico viaggiano su
questo calderone orecchiabile e
ballabile. Ottimi per halloween, per
intenderci. Mi sarei aspettato delle
evoluzioni nel sound dagli esordi ad ora,
sound che alla lunga si ripete parecchio,
ma in fondo va bene così. Simpatici,
hanno il loro perché. [Max 13-34]
Sito web: www.zombina.com |
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° AUTUMN'S GREY SOLACE -
"Shades of grey" [Project/Audioglobe,
2006] |
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Ottimi. Dopo tre
album e una manciata di brani sparsi tra
singoli e compilations, gli Autumn's Grey
Solace tornano alla grande. Dire che la
loro musica è fuori tempo massimo di
dieci anni buoni potrebbe farvi capire
meglio il genere. Un misto tra dark,
shoegaze e pop, in continuo bilico tra
Cure, Curve, Cranes e Mephisto Walz più
melodici, per intenderci. "Treasure
box", che apre il lavoro, è dolce e
sognante, tanto quanto è aggressiva e
"scura" la seguente "Cold
sea" (al quale avrei eliminato il
tamarrissimo e fuori luogo solo di
chitarra). "Angel of light" ha
odori vaghi di Cocteau Twins, così come
"Last tear", liquida e
"galviniana". Ecco, senza
troppi giri |
di
parole, più volte ci si trova di fronte
ad un prodotto che rimanda spesso alle
sonorità eteree di "Terra
Regina", pur senza raggiungere
quelle vette compositive. E non è poco,
soprattutto pensando che non è il 1992,
ma (appunto, come detto prima) quasi tre
lustri dopo. Demodè? Meglio.
"Hidden" è scanzonatamente
pop, mentre "Shades of grey"
rialza i ritmi immergendo il tutto in una
malinconia vagamente
"smithiana".
"Fodderwing" è una delicata
ballata semiacustica di chiara matrice
postrock, mentre con il trittico "In
the darkest night/Edge of the world/The
Call" la darkwave romantica del
tempo che fu torna a far da padrona,
prima che "Still", dilatata e
vaporosa, chiuda in modo egregio l'album.
Che dire, dischi come questo mi fa capire
cosa potrebbero essere i Kitsune con una
produzione migliore. Oppure mi fa capire
che, forse, un certo modo di intendere il
goth non è (fortunatamente) scomparso.
Questo disco è ottimo, e non sto dicendo
che è un capolavoro, ma farà
sicuramente la gioia di molti nostalgici
come me, regalando un raggio di sole in
mezzo al marasma di nulla che ci
circonda, musicalmente, da troppi anni.
Un duo (Erin Welton alla voce e Scott
Ferrell, polistrumentista) da tenere
sott'occhio. Bel lavoro. [Max 13-34]
Sito web: www.autumnsgreysolace.com |
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° AUTUNNA ET SA ROSE -
L'art et la mort" [Ark records, 2006] |
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Particolarissimo
lavoro questo degli Autunna Et Sa Rose,
lavoro dove vengono riproposti scritti di
Antinin (è suo il ritratto che vediamo
nella copertina), Baudelaire, Pier Paolo
Pasolini, Friedensreich Hundertwasser,
Hugo von Hofmannsthal. E sarebbe anche da
considerare un disco di cover, dato che i
brani sono basati su pezzi già noti
nell'ambiente goth e dintorni, ma sarebbe
un grosso errore liquidare il lavoro
così, anche perché di carne al fuoco ce
n'è parecchia, eccome. Il disco si apre
con una nuova versione di "L'art et
la mort" e prosegue con una
"Quand nous reverrons-nous",
reinterpretazione destrutturata di
"Decline and fall" dei Virgin
Prunes, |
continuando
con brani stravolti di Laibach, Bauhaus,
Einsturzende Neubauten, una cover ben
riuscita di "Canzona" (qui
reintitolata "Lune et arcades")
degli Ataraxia ed altri. Insomma, un
calderone apparentemente senza senso ma
che nel complesso raggiunge un valore
poetico/teatrale enorme. La sequenza dei
brani e il risultato dell'unione di certe
linee musicali con determinate poesie o
scritti è sorprendente e, nonostante non
sia di facile ascolto, ci si ritrova a
risentire il lavoro svariate volte, tanto
è forte il suo fascino. Una ottima
prova, elegantissima confezione a
libretto rettangolare orizzontale
corredato da bellissime immagini a cura
di Disorder. [Max 13-34]
Sito web: www.ederdisia.com |
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° BELLMER DOLLS -
"The big cats will throw themselves
over" [Hungry eye, 2006] |
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Ecco una band di
quelle che se promosse bene faranno un
certo successo nell'underground. Come i
Vanishing o come le frizzanti Von Iva o i
Phantom Limbs o Veronica Lipgloss, questo
combo è made in iuessei e, come le band
sopraccitate, ha qualcosa da dire. E si
rifà al passato ma senza scopiazzare. Ed
ha peculiarità che lo differenziano dai
colleghi. Prendete gli Zeppelin,
costringeteli a suonare come i primissimi
Sonic Youth e ingrigiteli un po' con
tonnellate di fumo proveniente da un bar
malandato di quartiere. Poi fategli
ascoltare a ripetizione i Birthday Party,
dando comunque fuoco a buona parte del
punk e mettendo su un piedistallo la
psichedelia sensuale anni '70. |
Convinceteli
che un bluesaccio è sempre meglio di un
pezzo pop da tre minuti per rimorchiare.
Dategli i Cramps e i Doors in mano
sostenendo comunque che i grandissimi
Make Up erano cento volte meglio. O più
semplicemente, mettete questo dischetto
nel lettore e godetevelo fino in fondo.
Se per anni avete cercato gli alter ego
dei Bone Orchard con voce maschile, li
avete trovati. Adorabili. Caldi. Sudati.
Gole bruciate dalle sigarette e dal
troppo alcool ingurgitato. Cuori spezzati
e occhi a mezz'asta, passati rovinati e
futuri brevissimi. Grande Ep per sei
brani d'oro! [Max 13-34]
Sito web: www.bellmerdolls.com |
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° ALBIREON -
"Indaco" [Cynfeirdd, 2006] |
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Nuovo lavoro per
gli Albireon, sempre su Cynferdd e sempre
votato a sonorità vagamente neofolk.
Sono rimasto sorpreso quando ho visto che
a questo nuovo progetto hanno collaborato
anche Ian Read e Sonne Hagal, a
dimostrazione di come le band quando
hanno qualcosa di concreto da offrire,
prima o poi si tolgono le loro piccole
soddisfazioni. A livello prettamente
musicale questo Ep segue la scia del
precedente "Il volo insonne",
nonostante le lievissime concessioni al
"moderno" denotate in "A
cold embrace" potrebbero essere
delle nuove strade da battere... L'Ep
dunque può essere benissimo considerato
un omaggio ai fan in attesa del prossimo,
vero album in studio. Avrei evitato
l'inclusione della versione live de
"Il testamento
dell'avvelenato", non fosse altro
per la bassa qualità della
registrazione, ma tant'è e il documento
di quella serata organizzata da La Rose
Noire va preso come un cameo all'interno
del disco. |
Ottima
confezione in formato slim Dvd limitato a
373 copie. Per i fan. Agli altri curiosi,
consiglio di ricercare "Il volo
insonne". [Max 13-34]
Sito web: www.albireon.it |
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° THE SOIL BLEEDS BLACK -
"Alchemie" [Fossil dungeon, 2006] |
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Edito
originariamente per la World Serpent e
fuori catalogo da parecchio (a proposito,
sulla defunta World Serpent un giorno
vorrei sentire altre versioni dei fatti,
diverse da quelle di Douglas P. per
intenderci... qualcuno sa qualcosa?)
viene ristampato questo quarto lavoro dei
Soil Bleeds Black. Quindici ballate in
bilico tra medievale e folk nerissimo,
con riferimenti più o meno espliciti
all'occulto nell'accezione più
naturalistica del termine e sonorità che
restano in bilico tra il magmatico ed il
soave. Dolcezza nera dunque? Si, in
parte. Perché nonostante il lavoro possa
sembrare pretenzioso, nella realtà
possiede uno spessore artistico notevole |
e
risulta fruibile anche per il cosiddetto
ascoltatore medio di sonorità oscure.
Questo è un punto negativo?
Assolutamente no, anzi. Ottima ristampa
dunque, che contiene anche il cameo della
collaborazione degli Arcana sulla traccia
"Lapis Philosophorum" che unita
alla sobria eleganza del digipack con cui
il lavoro viene presentato, rende questo
dischetto appetibile a molti. Buon
ascolto. [Max 13-34]
Sito web: www.soilbleedsblack.com |
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° GOTH TOWN - "The
Clouds" [autoproduzione/Ultravena Records,
2006] |
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Napoli, città di
riferimento della musica dark nazionale
nella prima metà degli anni novanta, ci
regala un nuova interessante band: i Goth
Town. Il quartetto capitanato dal
frontman Goth, autore di testi e musica,
esordisce sulla lunga distanza con
l'album "The clouds" che,
anticipato di qualche mese dal Mcd
"The angel of mercy", da nuova
linfa alla già rilevante scena gotica
italiana. Dalle prime note del disco si
comprende che i Goth Town sono dei
perfezionisti: ogni suono è sviluppato,
prodotto ed inserito nell'album come una
tessera in un puzzle, creando onirici
paesaggi autunnali nell'immaginazione
dell'ascoltatore. Una darkwave
chitarristica a metà |
fra i
conterranei Trees e gli Inglesi AATT
caratterizza la maggior parte del lavoro
con malinconiche ballate in nero
("The angel of mercy",
"The blood runs cold") che
trovano in "Under my stone",
varata da mesti violini iniziali e da
luttuose campane nel suo incedere, la
loro più cupa espressione. Ancora
"novembrina" darkwave con
spruzzate di pop è riscontrabile in
"Run" ma soprattutto nella
coppia di tracce "She wants" e
"Wannadie" dove ritmi
orecchiabili, sebbene intrisi di umore
nero, contribuiscono alla loro
immediatezza. L'album non manca neppure
di pezzi più grintosi come la stupenda
"The waiting girl", in cui giri
di chitarra gothic-rock si uniscono ad
una sezione ritmica tipicamente post
punk, la frizzante "You are
loser" vagamente Smithiana e
"Who wants the world" compendio
delle due canzoni precedenti. Tirando le
somme, con "The clouds" i Goth
Town superano brillantemente l'esame del
primo full-length, colonna sonora di un
autunno dal cielo plumbeo in cui i raggi
del sole non sono che un vago ricordo. [Mr.Moonlight]
Sito web: www.penombra.it/goth-town.htm |
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° DAVID E. WILLIAMS -
"Pseudo erotica and beyond, 1986-1998"
[Old Europa café, 2005] |
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Molti di voi
conosceranno David E. Williams per la sua
collaborazione con Rozz Williams. I due
infatti suonarono assieme il 26 ottobre
1996 in occasione del Dark Harvest
Festival a Philadelphia riproponendo
brani dell'uno e dell'altro oltre a
qualche cover bizzarra ("The winner
takes it all" degli Abba è da
morire). La performance è stata
parzialmente pubblicata sul Cd
"Accept the gift of sin". Tutto
questo per dirvi che si, se voi
deathrocchettari avete sentito sto nome,
un motivo c'è. E anche se le sonorità
del Sig. David non sono propriamente
chitarristiche, le sue viziosità
elettroniche non potrebbero non
affascinarvi, tanto sono cariche di |
malattia
e romanticismo mischiate assieme. Perché
la musica si sposa con i testi, ma gli
uni sono il rovescio della medaglia degli
altri... Il Cd in questione raccoglie il
primo mini Lp pubblicato dall'artista
americano, qui presentato per la prima
volta su Cd con la bellezza di diciannove
bonus tracks, eliminate dai suoi lavori
durante il periodo 1986-1998. Una
raccolta ottima sia per gli estimatori di
David, sia per chi non lo conosce e vuole
farsi un idea della caratura artistica
del nostro. Soundscapes, tastiere,
melodie e malattia. Benvenuti
all'Inferno. [Max 13-34]
Sito web: www.davidewilliams.com |
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° SLEEPING PICTURES -
"Many hands should throw stones" [Old
Europa café, 2006] |
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Dopo tre Ep ed un
album, riecco apparire gli Sleeping
pictures e, anche questa volta rimango,
piacevolmente sorpreso. Riprendendo il
discorso lasciato in sospeso dalla
precedente uscita (quel "Nether
edge", densissimo di malinconia e di
amarezza in gola) i nostri non si
ripetono e immergono la loro creatura in
sonorità nuovamente diverse. Accanto
alle soluzioni acustiche alla quale ci
avevano abituato, entrano in gioco
chitarre iperdistorte che vanno a creare
in più di un occasione un wall of sound
degno della scena noise primordiale,
facendola sposare con ritmiche che
spaziano dalla drum'n bass ("Kodak
moment"), mentre ballate per |
voce e
pianoforte ("Saviour's
knuckle") accentuano non poco il
valore malinconico del duo. Un disco
profondo, emotivo e pieno, che sa
regalare emozioni senza sconti. Gli
Sleeping Pictures si confermano come una
delle realtà migliori in campo melodico
degli ultimi anni. [Max 13-34]
Sito web: www.sleepingpictures.co.uk |
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° BLACK SUN PRODUCTIONS -
"The impossibility of silence" [Old
Europa Café, 2006] |
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Quando ad un album
collaborano artisti come Lydia Lunch, Val
Denham, Sudden Infant, Sonne Hagal e
Testing Vault le cose dovrebbero essere
abbastanza chiare. L'ultimo
"OperettAmorale" aveva già
suscitato scalpore tra gli appassionati
del genere e sono certo che questo nuovo
lavoro del progetto italiano non
scontenterà nessuno. In bilico tra
ambient, soundscapes e colonne sonore
ideali per film disturbanti e disturbati,
in continuo equilibrio tra erotismo,
dannazione e passionalità scorrono le
ventitré tracce del doppio album, alcune
delle quali provengono da "Toilet
chant once in a full moon", due
lavori pubblicati precedentemente |
in
versione limitata. Bene, se tutti i
lavori etichettati come
"experimental ambient innovative
soundscapes e menate varie" fossero
così, ci sarebbe da gioire. Qui si
rimettono in gioco alcune cose che sono
state perse nel tempo, purtroppo, come la
sperimentazione e la voglia di osare, non
fini a se stesse però. Un bel lavoro
piacevole e pregno di spunti, ottima
colonna sonora mentale per viaggi a gogo
dentro e fuori di noi. [Max 13-34]
Sito web: www.black-sun-productions.com |
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° CHILDHOOD DILEMMA -
"Atropa belladonna" [autoproduzione,
2006] |
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Sebbene il
progetto Childhood Dilemma fosse vitale
già in precedenza, si può considerare
il 2005 come l'anno in cui il gruppo
inizia la propria attività grazie al
giusto feeling musicale sorto, dopo una
lunga ricerca, tra il chitarrista Lance
Yabut, unico membro fondatore, ed il
resto dei componenti. La possibilità nei
mesi scorsi di poter scaricare dal sito
ufficiale alcune canzoni dell'album in
versione demo, mi ha permesso di cogliere
l'abilità e la perizia musicale del
terzetto tanto da adoperarmi per avere
una copia del Cd da recensire ai lettori
di EdS. "Atropa belladonna",
nelle sue dieci tracce più due bonus, è
un album compatto e meticoloso in cui
sono ben evidenti |
tutti i
ruoli dei componenti del gruppo
all'interno della musica offerta: la
calda voce di Benjie Collantes, che
durante i passaggi più strazianti
raggiunge toni vocali cari ad Andi
SexGang, sempre protagonista; i giri di
chitarra di Lance Yabut, un virtuso dello
strumento paragonabile a Rik Joyce dei
The Last Dance/The Prophetess, mai
banali; il basso di Angelo Castillo
sempre puntuale con un ruolo di collante
tra parti vocali e chitarristiche.
L'estrema pulizia del suono, così come
labile uso dei synth, si unisce
all'effetto eco dei vocalizzi ad al
costante riverbero dei riffs di chitarra
creando un sound onirico che pervade
tutto l'album, accompagnamento musicale
di un lento viaggio notturno nel cuore di
una città dormiente. Le suadenti note di
"Helen", il romantico
procedere cadenzato dal rimbombo di una
goccia in una stanza vuota di
"Affection", "Grey
skies" dedicata alla memoria dell'11
Settembre o "The executioner",
aperta e chiusa dal suono di un temporale
estivo in un mood che ricorda "Lies
spoken" dei Corpus Delicti, sono
solo alcune perle musicali contenute in
questo album che consiglio vivamente a
tutti gli amanti della buona musica. [Mr.Moonlight]
Sito web: www.childhooddilemma.com |
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° FOUR A.M. ETERNAL -
"Ambivalence" [autoprodotto,
2006] |
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Dopo un demo
ricevuto qualche mese fa, eccomi arrivare
il primo lavoro su lunga durata dei
siciliani Four a.m. eternal ed è un
peccato che non abbiano un contratto con
una indie. Si, perché i nostri ci sanno
davvero fare. Il miglioramento netto
rispetto alle tracce d'esordio è
tangibile, i suoni risultano più curati,
così come gli arrangiamenti che non
lasciano spazio al caso, nonostante non
risultino mai artificiosi o pesanti. Sin
dall'opener "Chrysalis" è
chiaro che non siamo di fronte ad una
band goth in senso stretto, bensì ad un
combo che attinge da varie scuole,
specialmente da quella che una volta
veniva chiamata alternativa (oggi è
alternativa |
a
cosa?). Spettri di Sonic Youth o Polvo si
muovono leggeri tra partiture che devono
molto anche alla darkwave che fu, vedi
gli attacchi post punk di
"Infinite". Resta il fatto che
brani come "Over the infinite"
sono piccole gemme melodiche non comuni,
così come le finezze di "Looking
for faith" sono di quelle che
scaldano il cuore. Un ottimo dischetto,
che come già detto pesca qua e là senza
tributare in modo eccessivo nessuno in
particolare. Fresco e piacevole, venato
di malinconia ma non di
autocommiserazione, ben suonato e ben
prodotto. Da provare. [Max 13-34]
Sito web: http://xoomer.virgilio.it/fourameternal |
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° MEDUSA'S SPELL -
"Mercurial behaviour" [Cold meat
industry/Audioglobe, 2006] |
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Mara Lasi e
Daniele Serra dei Chirleison (il loro
album su Fossil Dungeon mi piacque
parecchio) sono tornati con un side
project che pur distanziandosi
musicalmente dal gruppo madre, resta su
altissimi livelli. Prodotto dal
leggendario Simon Balestrazzi, noto per i
suoi trascorsi nei TAC e nei Kirlian
Camera, l'album si compone di brani che
brani non sono. Senza titoli, le dieci
tracce vogliono essere degli atti, atti
in cui l'ascoltatore può calarsi nei
panni e nelle visioni di un omicida.
Raffinato, elegante e (cosa rara nel
genere) non pretenzioso, questo piccolo
gioiello fatto di ballate malinconiche e
piovose immerse in sonorità liquidamente
acustiche si fa amare già |
dopo il
primo ascolto. Ottimo l'utilizzo della
voce di Daniele, così come ottimi gli
arrangiamenti al piano di Mara. Un
piccolo diamante da scoprire ed ammirare.
[Max 13-34]
Sito web: www.medusaspell.com |
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° INFIERI - "Stolen
sky" [autoprodotto, 2006] |
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Gli Infieri non
perdono colpi e, a breve distanza dai
loro ultimi lavori, ritornano sulla scena
con questo nuovissimo "Stolen
sky". Le coordinate sonore del trio
non cambiano direzione, a cavallo tra
Depeche Mode, Xymox e una certa cold wave
di chiaro stampo eighties. Nulla di nuovo
dunque rispetto alle prove precedenti? Si
e no. Perché i tentativi di andare oltre
ci sono e sono validi. "My
key", seppur appoggiandosi sempre a
quelle sonorità, manifesta il desiderio
di una evoluzione compositiva timida ma
efficace, così come "Back to
me" risulta essere, ad ora, la
traccia di stampo cold wave/elettro pop
meglio riuscita dal combo. Una band con
delle |
potenzialità,
ma che devono ancora essere espresse al
meglio. Passo falso? No, solo un altro
tassello nella loro evoluzione. [Max 13-34]
Sito web: www.myspace.com/infieri |
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° DIASYA - "The shape
of silence" [autoprodotto, 2006] |
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Guidati da Libero
Volpe e da Maryla, i Diasya mi fanno
pervenire questo mini Cd autoprodotto
composto da cinque tracce in bilico tra
Dead Can Dance, Ordo Equilibrium Solis et
simila. Nulla di originale o sconvolgente
a dire il vero, ma i pezzi non sono
assolutamente male e sono ben arrangiati,
risultando piacevoli sotto molti punti di
vista. Purtroppo l'impossibilità (o la
scelta?) di non usare strumenti acustici
limita un po' la resa finale, ma nel
complesso mi sento di dire che non vedrei
sfigurare i Diasya vicino a nomi
altisonanti della scena. Sono soprattutto
brani come "Yrmn" che staccano
la band dal mucchio, rendendola
interessante nel tentativo |
parzialmente
riuscito di recuperare certe sonorità da
bar fumoso con tavoli vuoti dopo l'ora di
chiusura. Bella la voce di Maryla (se ben
sfruttata potrebbe regalarci delle
sorprese in futuro) e buon gusto negli
arrangiamenti di Libero Volpe, già noto
membro degli Infieri. Avanti così. [Max 13-34]
Sito web: www.myspace.com/diasya |
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° LETATLIN - "La
sepoltura delle farfalle" [Ark
records/Masterpiece, 2006] |
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Ed eccoli
finalmente al debutto. Dopo due Cd-r
autoprodotti di cui si è parlato già su
queste pagine, i Letatlin finalmente
riescono ad arrivare al contratto
discografico e la cosa non può che
fargli onore. Questo nuovo lavoro
continua la strada ostica intrapresa dal
trio nei lavori precedenti, ripescando da
essi (o meglio, dall'ultimo "1919:
naissance du robot", uscito tre anni
fa) alcune tracce, quasi a voler
sottolineare il filo conduttore che tiene
unito il percorso evolutivo della band.
Tra darkwave minimalista e sperimentale
dei primi '80, Sonic Youth agli esordi,
bizzarrie alla Tuxedomoon e
non-convenzionalità, si snodano queste
quattordici tracce che splendono, |
nonostante
i vari accostamenti, di luce propria.
Stravaganze come "Affoga
l'asino" vanno ad incastrarsi in
ballate glaciali come "Cerulex"
o "4 corvi", mentre episodi
più elettronici alla Cabaret Voltaire
("Falene") ci fanno capire
quali siano le coordinate del mondo
Letatlin. Un ottimo lavoro che, con
l'ultimo album dei La mamoynia e i demo
di H2S, ridona davvero smalto ad un certo
modo di fare musica. Buono. [Max 13-34]
Sito web: www.letatlin.net |
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° VIDNA OBMANA & ALIO
DIE - "Echo passage" [Project, 2006] |
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Da tempo fuori
catalogo, viene ristampato dalla Project
questo dischetto ambito da molti nel
mercato collezionistico. Originariamente
uscito per Musica Maxima Magnetica, il Cd
si compone di una lunga piece di sessanta
minuti ed oltre, divisa in tre sezioni.
La musica parte soffice, trasformandosi
pian piano in una lunga spirale
fluttuante per poi risorgere alta verso
il finale. Questo lavoro, che univa due
tra le menti più rispettate in ambito
ambient, a distanza di anni non ha perso
il suo fascino palpabile e di certo gli
amanti di queste sonorità si perderanno
dolcemente negli scenari immaginari
creati dal duo. Veste grafica rinnovata
ad opera di Martina |
Verhoeven
e Sam Rosenthal che a mio giudizio supera
l'originale, per un lavoro che, grazie a
questa resuscitazione, potrà essere
apprezzato anche da chi se lo era
lasciato sfuggire sette anni fa.
[Max 13-34]
Sito web: www.vidnaobmana.be |
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° BOYSKOUT - "Another
life" [Three ring records, 2006] |
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Tornano le
terribili ragazzine cattive con un
secondo album che va dritto dritto al
sodo, schietto e fresco come lo fu il
precedente di cui parlammo su queste
pagine tempo fa. Non si denotano
particolari cambiamenti nel songwriting
del combo, se non una più accurata
ricerca negli arrangiamenti e, devo dire,
che la cosa è un bene a mio avviso.
Avevo paura di trovarmi di fronte ad un
secondo disco pomposo e pesante, ma per
mia fortuna le cose non sono così.
L'amabile "Suicide", graziosa e
delicatamente sinistra, va dritta dritta
tra le loro composizioni migliori, così
come la successiva "Fantastic"
nuota tra atmosfere wave chitarristica
tra grigiori e |
sprazzi
di luce fioca. Non siamo di fronte
ovviamente ad un lavoro
"oscuro", ma la matrice wave
che si respira su tutte le dodici tracce
è innegabilmente affascinante. Una volta
queste cose sarebbero passate su
Mtv120minutes, tanto per intenderci.
Amavo quel calderone, quando ancora c'era
una vera distinzione tra mainstream ed
alternative, cosa che oggi ha perso
parecchio del suo significato. Un
accostamento lo si può fare con le altre
ragazze terribili, le Organ, ma
personalmente continuo a preferire
l'appeal e l'approccio delle Boyskout,
che pur nei suoi limiti, risulta molto
più personale delle pur brave ragazze di
"Grab your gun". La dolcezza di
"Everybody know" rimanda al
Sig. Macis, per intenderci, mentre la
rilettura di "The model"
stranamente non mi ha annoiato (e vi
giuro che non ne posso più di questa
canzone). Insomma, un bel dischetto, che
non fa gridare al miracolo ma che si fa
piacere. Brave. [Max 13-34]
Sito web: www.boyskout.com |
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° FALLING YOU -
"Human" [Fossil dungeon, 2006] |
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Ritorna John
Michael Zorko e il cielo si spegne. Come
nel precedente "Touch", il
compositore si fa affiancare da svariate
collaboratrici per i suoi brani e come in
passato il risultato è meravigliosamente
bello. Dru Allen (This Ascension), Aimee
Page (Vishnu's Secret), Jennifer McPeak,
Erica Mulkey e Suzanne Perry (Love
Spirals Downwards) donano vita a queste
sottili composizioni in bilico tra
elettronica non invasiva e soundscape
sognanti e melodici. Dolci e sognanti, le
nove tracce che compongono l'album si
fanno amare al primo ascolto,
riconfermando Zorko come uno dei
compositori più interessanti degli
ultimi anni. Fatelo vostro. [Max 13-34] |
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° BRANCHES -
"Distance" [autoprodotto, 2006] |
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Nella bio allegata
leggo che le influenze principali della
band ruotano attorno ai grandi nomi della
darkwave che fu. Joy Division, Cure,
Bauhaus, Sound, Dead Can Dance e simili.
Sinceramente non ho sentito particolari
influenze degli ultimi tre, come i
richiami alla band che oggi, meno uno, si
fa chiamare New Order (ma forse esce un
disco nuovo.... dio mio) mi sembrano
davvero pochini. Ma questo importa poco.
Molto, molto piacevoli e vivaci,
soprattutto in pezzi più waveggianti (da
qui l'accostamento ai Sound? Hmmm... si,
anche, ma molto Smith, comunque) come la
bellissima "My time is fading
out" o nella tiratissima "Show
me your face" (amo queste velocità
sostenute... io ballerei 'ste canzoni a
vita!!). Un bel salto nel passato
confezionato con gusto e stile: per tutti
gli amanti della darkwave un ascolto
obbligatorio. [Max 13-34]
Sito web: www.branches.it |
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