Credo che la prima domanda che tutti noi ci siamo chiesti quando ci siamo imbattuti nei Collection d'Arnell-Andrea è stata: perché questo nome così strano? Se la parte iniziale e centrale dello stesso sono abbastanza facili da intuire visto che il cognome di uno dei membri fondatori è appunto "d'Arnell", chi è questo fantomatico "Andrea" che non compare da nessuna parte?
Beh, la risposta è abbastanza semplice: un certo Pascal Andréa è stato uno dei co-fondatori del gruppo nel lontano 1986, ma abbandonò il progetto pochi giorni prima del loro debutto dal vivo e quindi il suo nome non compare in nessuna pubblicazione ufficiale al di la del nome della band... Svelato questo arcano araldico, passiamo alla loro storia vera e propria! :-)
Il gruppo si forma in una piccola cittadina di nome Gien situata sulle rive della Loira (ad un centinaio di chilometri a sud di Parigi). Dopo un paio d'anni di classica "gavetta" viene notato dall'etichetta inglese Vallotte che dà alle stampe il loro primo 12" intitolato "Autumn's breath for Anton's death" composto da quattro differenti brani. Ai tempi la band è composta da soli due elementi: il già citato Jean Christophe d'Arnell e la singer Chloé Saint-Liphard. Il disco, ormai quasi introvabile e reperibile solo nel mercato dei collezionisti, è caratterizzato da atmosfere particolarmente profonde e ammalianti in puro stile ethereal che si fanno largo soprattutto tra il pubblico francese e inglese.
Nell'autunno (che è davvero il leitmotiv del gruppo) dell'anno successivo i Collection d'Arnell-Andrea (passati ad una formazione a cinque elementi) danno alla luce il loro primo lavoro completo "Un automne à Loroy", pubblicato per l'etichetta parigina Lively Art/ New Rose che accompagnerà le loro produzioni fino alla metà degli anni '90. Vera e propria orazione funebre all'autunno, ha sonorità caratterizzate da una unione di atmosfere darkwave ed ethereal, in cui spiccano la bellissima voce di Chloé e
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i suoni allungati del violocello e del synth. I momenti migliori del disco sono senza dubbio le bellissime "Automne et long silence" e "Aux aurores", vere e proprie gemme del gruppo transalpino.
La loro musica spicca per originalità rispetto alle produzioni di quel periodo, anche se viene spesso accostata a quella di band storiche come Cocteau Twins e Dead Can Dance. Le varie composizioni si basano sullo sfondo ritmico della drum machine (quando presente) davvero essenziale e preciso, in cui si inseriscono il basso, il violoncello e le parti di tastiera a volte semplici e a volte sinfoniche. A tutto questo si aggiunge il cantato che si staglia come un lamento all'interno dei brani e che ha indubbiamente un
Copyright by Noémie Ventura ruolo fondamentale e va considerato a tutti gli effetti il quinto strumento del gruppo. I testi, naturalmente in francese, hanno fortissimi richiami alla poetica surrealista di inizio secolo e narrano di visioni malinconiche e di ricordi offuscati persi nel tempo e nella memoria come celati dietro una fitta coltre di nebbia.
Sulla scia di un consenso sempre crescente i Collection d'Arnell-Andrea pubblicano l'anno successivo l'album "Au val des roses". Il disco si sviluppa in otto pezzi dalle sonorità ancora più malinconiche di quelle del suo predecessore. L'incredibile voce di Chloé accompagna le lunghe nenie strazianti che trasportano l'ascoltatore in una dimensione lontana nel tempo e nello spazio.
L'ennesima prova di grande maturità stilistica e compositiva ci viene proposta nel 1992 con L'album "Les marronniers", da molti considerato il loro lavoro migliore e più completo. Oltre alla voce della cantante, il protagonista di questo disco è il pianoforte, che in molti brani disegna melodie davvero stupende. In generale il lavoro ripercorre i sentieri già tracciati dalle esperienze precedenti che però qui vengono sviluppati senza risultare ripetitivi o noiosi. E questo è sicuramente uno dei pregi più grandi del gruppo francese, perché proponendo un certo tipo di musica è assai facile cadere in questo tipo di "trappole" che sono sempre dietro l'angolo.
Forse è proprio per questo motivo che qualcosa cambia con il lavoro che segue a due anni di distanza. La voglia di cambiamento rispetto al passato si riscontra chiaramente in "Villers-aux-Vents (Février 1916)" che è esplicitamente ispirato
dagli avvenimenti della prima guerra mondiale. Infatti nelle liriche si trovano frasi dedicate ai soldati, alle vittime, ai corpi sepolti, alle croci e alle trincee. Musicalmente cominciano ad intravedersi tracce dei cambiamenti che avrebbero caratterizzato in pieno il lavoro successivo. Per la prima volta compaiono delle chitarre distorte e degli elementi più ritmati che tolgono un po' quell'aura di
solennità che ha da sempre caratterizzato i Collection d'Arnell-Andrea ma che, d'altra parte, aggiungono un maggiore pathos, tensione e oscurità.
Proprio in quello stesso anno (1994) chiude i battenti la "storica" etichetta New Rose, ed il gruppo passa sotto la Last Call Records che, oltre a ristampare tutti i loro album precedenti, da alla luce nel 1996 il loro ennesimo nuovo prodotto. A dieci anni di distanza dalla nascita del gruppo transalpino, "Cirses des champs" rappresenta anche, a detta di chi vi scrive, il loro primo passo falso. L'introduzione di elementi elettronici e ritmi danzerecci non può far altro che stonare con tutto quello che i Collection d'Arnell-Andrea rappresentano. Per fortuna, con il senno di poi, si può affermare che Circes si è dimostrato un elemento isolato e non ha cambiato il modo di rapportarsi alla musica del gruppo francese.
Infatti dopo la pubblicazione nel 1998 della doppia raccolta di successi intitolata "Coll Age" e dopo 4 anni di silenzio, i Cdaa sono tornati alla ribalta con l'album "Tristesse des Mânes" uscito per l'etichetta transalpina Prikosnovénie specializzata nella produzione di gruppi dalle sonorità eteree e neoclassiche. Ed è proprio in questa categoria che si va ad inserire il lavoro che presenta un totale di 14 tracce divise in sette nuove composizioni e
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sette vecchi brani completamente riarrangiati (anzi, in questo caso è più appropriato dire riorchestrati). Il loro ritorno alle origini è stato accolto con entusiasmo sia dalla critica che dai fans di vecchia data, ma le due date italiane del 2003 hanno dimostrato che si è trattato solo di un episodio isolato e che ormai i Collection d'Arnell-Andrea hanno intrapreso una nuova via con sonorità aggressive e veloci... gli auguriamo buona fortuna! [Articolo a cura di Erbadellastrega.it - Febbraio 2003. Per le foto ringraziamo il sito www.funprox.com e la fotografa Noémie Ventura]
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