MEPHISTO WALZ - 3rd Incarnation
cd baby 2011
Ogni volta che negli ultimi 25 anni un nuovo disco dei Mephisto Walz è apparso sugli scaffali dei negozi, il mio cuoricino ha avuto un sussulto. Poco importa se stavolta niente scaffali, ma posta prioritaria: l'effetto è lo stesso. Barry Galvin fa parte di quella ristrettissima cerchia di musicisti che, a prescindere dalla tecnica, risultano riconscibili in ogni brano in cui suonano. Il sound dei Mephisto Walz è sempre stato distintivo, personale, e nonstante i tentativi di plagio siano stati innumerevoli, nessuno è mai riuscito a replicarne in modo convincente le sonorità e le emozioni che BariBari riesce a trasmettere dalla sua telecaster pesantemente customizzata. La prima vera novità di questo album si cela dietro al titlo stesso: se infatti la prima incarnazione della band vedeva Creature alla voce, la seconda e sinora più longeva aveva dietro al microfono Christianne, vera icona per i deathrocker di mezzo mondo, che ha fatto sognare ed innmorare diverse generazioni di nerovestiti nei vent'anni passati con i MW. Ora, con Christianne uscita dalla band, i MW rinascono nuovamente, e stavolta è proprio Barry a cantare, affiancato in alcuni brani dalla brava Sara Reid. Il risultato non delude, con 15 canzoni in perfetto american deathrock style, tra sfuriate poganti ( Keep Me from Walking, Damaged Art Hippy, Going Underground.. ) e ballate acide come solo Barry sa scrivere (Betrayal By Light, The Beast Within...) , senza dimenticare i chili di melodia e romanticismo (Alexandria, Voices, The Storm..). Insomma, nessuno scossone, la ricetta è sempre quella ed io continuo ad amarli proprio per questo. E' un disco camaleontico, dove ad ogni ascolto saltano fuori nuove sfumature, rendendolo poco alla volta una delle migliori cose partorite da Barry dopo la prima metà del '90. Come scritto sopra, non è facile trovare un artista riconoscibile tra mille, che ha fatto scuola, il tutto senza mai scendere a compromessi. 3rd Incarnation è uno di quegli album che dovrebbero uscire più spesso, perchè per chi scrive QUESTO è Death Rock, Gothic Rock, Goth, chiamatelo come volete. Lasciate perdere i cloni e i dischetti con finti darche in copertina che suonano tutt'altro, e correte ad ascoltare gli originali. Long Live to Barry Galvin!