VERDIANA RAW - st
autoprodotto 2010
Dalla Toscana a Palermo. Per portare la pazzia. O per fuggire da essa. Poco importa. E andiamo al sodo. Questo dischetto mi è stato consegnato da un amico e collega (si può dire collega?) al Moonlight Festival. Ed è una delle cose più interessanti che mi siano capitate tra le mani negli ultimi tempi. Verdiana Raw si esprime solo con il pianoforte e la sua voce. Il primo fa da accompagnamento alla seconda. Che è semplicemente incantevole. Una Diamanda Galàs addomesticata? Una Kate Bush che osa di più? Non ho parole. "Big Eye Dog" si regge su una nota sola di pianoforte ripetuta in modo ossessivo sulla quale la voce carezza, seduce, pugnala e squarcia. Poi si arriva a metà e parte il pezzo con l'atmosfera che non ti saresti aspettato, che ti spiazza e sconvolge. "Escape from the Guards" sembra uscita da un disco dei Reinassance. Pure meglio direi (!). "Headless Baby Bitch" (con campionatura di Black Sabbath in sottofondo) è più teatrale. Dark Cabaret? Mmm... volendo. Ma con una voce così, puoi pure dire che fai mazurka ed hai vinto... "I Never Killed a Butterfly" ha una linea musicale apparentemente dissonante portata avanti da uno strumeto a corde mentre Lei vocalizza e ritorna a volare, giocare, sperimentare, colpire l'anima. "Japanese Garden" è un pezzo di classe incredibile. A Chiudere il lavoro, tre tracce apparentemente senza titolo registrate dal vivo (non so se in pubblico, in studio o a casa, poco importa) che nonostante la bassa qualità della registrazione fanno venire la pelle d'oca. Verdiana Raw ha talento, ha tecnica, ha gusto. Verdiana Raw è solo sfortunata: fosse nata ven'anni prima avrebbero carte false per metterla sotto contratto. Verdiana Raw è talmete incredibile che dalla prima volta che l'ascolti già ti immagini di vederla dal vivo. Ma non nel club: al Teatro Romano di Verona. A 30 euro il posto scarso. E credetemi, glie li dareste. Perchè questa ragazza di fattori x (perdonatemi l'esempio televisivo) non ne ha uno, ma centomila. Mettetela soto contratto. Ora. Prima che la sua bellezza si perda nel mare infnito di internet, tra poche perle e una marea di sporcizia. Questo diamante va salvato.