VOODOO CHURCH - Eminence of Demons
Strobelight 2009
Ci sono un paio di cose da tenere presenti prima di cadere nell'errore. I Voodoo Church storici, quelli che hanno dato alle stampe nel 1982 il leggendario 12" senza titolo con 4 brani scolpiti nella storia del Deathrock, non esistono più. E non ora, ma da diciassette anni. La formazione resuscitata da Tina Winter nel 2002 che mise alcuni brani sul defunto mp3.com è defunta. E meglio così, dato che le nuove versioni dei vecchi brani zeppi di assoli velocissimi ultrametal non è che mi piacessero granchè. Meglio allora la seconda reincarnazione con rimescolamento di carte avvenuta nel 2004, anche se 'Unholy Burial', il disco partorito da quella line-up, di certo non mi aveva fatto gridare al miracolo, nonostante un paio di pezzi fossero davvero belli (su tutte, New Death). Sembrava un occasione mancata, malgrado la partecipazione alla stesura dei brani di Tony Havoc e Bob Reimer, storico chitarrista e compositore della line up '82. Oggi invece la signora Inverno ha cercato di muoversi meglio. Ha fatto salire a bordo proprio Bob Reimer, ora a tempo indeterminato. Ha lasciato che quel geniaccio di Rikk Agnew (Christian Death, Adolescents etc etc etc) suonasse qua e là scrivendo pure qualche arrangiamento, ha messo al basso Donato Canzonieri, noto per i trascorsi negli Electric Frankenstein, per aver suonato dal vivo in qualche data degli Shadow Project, in studio su Iron Mask con i Christian Death e su Every King a Bastard Son di Rozz Williams. Un cast di tutti rispetto dunque. E il risultato? Già vedo tutti i deatrockers di vecchia data leccarsi i baffi, ma solo da una parte - perchè si sa, gli anni passano. Bene, diciamo subito che l'album è di sicuro più efficace rispetto al suo predecessore. Continuiamo col dire che, probabilmente, è troppo lungo. Una cernita più accurata avrebbe significato un album più breve, diretto, senza riempitivi di sorta. Ma andiamo con ordine. Il lavoro si apre con Crumble, simil ballata in aria Faith And The Muse più rockeggianti e prosegue con Darker My Love, probabilmente una delle migliori del lotto, dove non è difficile ritrovare la matrice chiave dei Voodoo Church vecchio stampo. Buona anche Burning Obsession, anche se le influenze moderne si fanno sentire...ma ne parlerò più avanti. Everywhere è figlia di quell'industrial/Goth che ha fatto la fortuna di Marilyn Manson, cadenzata e quadrata. Deaths Messengers è abbastanza innocua, e siamo sempre dalle parti del sig Warner periodo Holy Wood per intenderci. Glass Pyramid è invece semplicemente bella, sinistra ed acida come è giusto che sia. Andiamo avanti con Entity, preludio rumorista che lascia spazio a Delicious Suicide. E sembrerò noioso, ma anche qui l'ex anticristo superstar ha lasciato il segno. Dai cori di fondo, all'incalzare del pezzo, alla produzione... Veils Of Masquerade è una ballata gotica vecchio stampo, con chitarre aperte e riverbero a gogo. Nulla di che. Flesh è molto moderna, con un inciso acustico ben riuscito, ma non splende di luce propria. Unhappily Ever After è un nuovo inciso che ci porta dritti nelle braccia di Lullaby Curses, piacevole ballad con i cori alla Hole (si, proprio quelli di Courtney Love). Idleness And Industry, come da titolo, ha nuovamente la lancetta spostata verso l'industrial rock o come volete chiamarlo, ma è piacevole ed ha un bel tiro. Once Upon sembra nuovamente un pezzo delle Hole che suonano Deathrock. E proprio questa bizzarria simil pop la fa risaltare nel mucchio. Eminenza è lo strumentale pianistico che chiude il lavoro, prima della classica Ghost Track, ovvero una nuova versione riregistrata dell'immortale Steeple Walls. Che rimane un pezzo immenso. Che da solo spazza via buona parte di questo pur dignitoso album. Ma non voglio essere troppo negativo, perchè come già detto, l'album in se è buono. Semplicemente avrei scelto otto brani secchi. Ovvero avrei eliminato tutti i pezzi dove i Voodoo Church hanno cercato di ricalcare sonorità moderne già proposte da altri artisti che paradossalmente sono stati influenzati da sonorità create dai Voodoo Church stessi. Questa specie di dialisi musicale non sempre giova, ed è indubbio che i brani in cui la band ha cercato di mantenere il proprio suono, pur dandogli una verniciata di fresco, siano quelli più riusciti. Un buon ritorno dunque, se scremato bene. Azzardo una scaletta personale:
01-Crumble 02-Darker My Love 03-Burning Obsession 04-Glass Pyramid 05-Lullaby Curses 06-Idleness industry 07-Once Upon 08-Steeple Walls 2009