LEVINHURST - Blue Star
Aut 2010
Tornano i Levinhurst dell'ex Cure Lol Tolhurst, ormai al terzo album vero e proprio. Le novità sono svariate, a partire dalla formazione. Insieme a Laurence ed alla moglie Cindy Levinson stavolta troviamo Michael Dempsey (anch’egli nei Cure dal 1976 al 1979, uscito subito dopo le registrazioni del primo album) ed da Eric Bradley (noto ai più per il suo lavoro con gli Alice in Chains, gli Young Royals...). Musicalmente il percorso musicale dei Levinhurst sta continuando senza sosta, la band sembra non aver perso la voglia di fare musica per il piacere di farlo, e si passa quindi dalla ballata malinconica alla Cure di "Dark", al pop Psichedelico di "Emty", alla splendida "Mau Mau" (dove i Levinhurst sembrano più Cure dei Cure stessi. Fossi in ciccio mediterei...), alla fumosa e jazzata "Sargasso", all'elettronica cesellatura di Saved... insomma, non un album 'pacco' fatto solo per avere la scusa di andare in tour, ma un vero e proprio gioiellino che ci regala una serie di tracce che, se non memorabili, di sicuro non ci faranno rimpiangere i bei tempi andati. New wave attuale, che non puzza assolutamente di riciclaggio, bensì profuma di passione, di voglia di fare, di desiderio di mettersi continuamente in gioco. Senza alzare troppi polveroni e senza fare troppi proclami. Ci fossero più dischi come questo, il livello medio sarebbe elevatissimo e noi non annegheremmo nella mediocrità discografica degli ultimi anni. Piacevole, onesto, sincero, schietto, non pretenzioso, vero. Blue Star vi metterà in crisi. Quando la band passerà in italia, sono convinto che molti di voi ameranno di più questi brani piuttosto che le reinterpretazioni dei classici dei Cure. Cosa anomala in teoria. Non quando stiamo parlando di album così però. Robert Smith dovrebbe prendere nota ed uscire dal guscio. L'iperprodotto 4:13 Dream scompare di fronte a questo album, semplice, ma dannatamente bello. Fatelo vostro.