RECENSIONI DISCHI

I MELT - Il Nostro Cuore a Pezzi

La Tempesta 2009

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E' dal 1992 che i vicentini Melt sono sulle scene. Diciotto anni. Un demo e cinque album all'attivo. Tour in mezza Italia. Prodotti da Giorgio Canali. Mica male per un trio di amici senza pretese... "Il nostro Cuore a Pezzi" si inserisce in quel filone Indie Pop figlio della scena inglese che partendo dai Beatles passa per gli Smiths sino ad arrivare ai figli illegittimi del Brit Pop. Ma è impossibile non sentire tra le righe le infarciture della scena americana a cavallo tra gli '80 ed i '90 (Dinosaur Jr, Sonic Youth et simila per intenderci), oltre a spruzzate di Wave classica. I Dodici brani qui presenti spiccano proprio per l'eterogeneità del progetto, che invece di fossilizzarsi su stilemi ben precisi, continua a spostare il tiro verso soluzioni differenti mantenendo alta l'attenzione. L'opener 'Anidride' è un esempio perfetto delle sonorità nelle quali I Melt sanno eccellere: riff portante crudo, malinconico ma non "piagnone", contrapposto ad un ritornello con un apertura melodica memorabile. Segue 'la Bella Bambina' , pop indie leggero e scanzonato a cui segue la title track, brano che mi ha fatto ricordare 'L'angelo' di Paolo Martella per il riff principale. Il brano si scontra con l'assalto punk di 'Raccontami il tuo Inverno', mentre  'Filo Interdentale' è la ballata mid-tempo americana dell'album, piacevole ed orecchiabile. Vero manifesto della decadenza data dal cuore in frantumi che si legge nel titolo, è il pezzo per solo voce e chitarra 'Non Mordo Più', uno dei testi più semplice e proprio per questo laceranti degli ultimi anni. E proprio per sottolineare la natura policromatica del lavoro, a seguire troviamo 'Varano di Komodo', figlia di ore di ascolti Wave che gli Afterhours avrebbero volentieri coverizzato. Anche se il pezzo che a mio avviso Agenlli e co avrebbero reso al meglio è la splendida 'Conforme al Tempo e Idoneo all'Uso Esterno'. Odori di New Order in 'Silenzio-Assenso', mentre 'Ferragosto' guarda con la coda dell'occhio i Blonde Redhead che suonano 'In Utero'. 'Tornerò' è un pezzo debole se paragonato al resto dell'album, mentre la conclusiva 'Il Cielo Sopra Francoforte' non riesce a colpire nel segno. Qui la band ha mirato troppo in alto, andando a toccare corde che probabilmente non sono nel loro bagaglio e il risultato davvero è così scarso che si stenta a credere che sia la stessa band. Un tentativo andato male però si perdona a tutti, soprattutto quando la media generale è così alta.La produzione è ottima, grazie al lavoro certosino dietro al banco di regia di Steve Dal Col (Frigidaire Tango), p8 e Michele Rebesco. I testi non banali sono a volte sacrificati, in quanto l'unico appunto che trovo riguarda la voce: andrebbe rivista, dato che spesso sembra mancare della sicurezza e della naturalezza essenziale per amalgamarsi al cento per cento con le tessiture melodiche dei pezzi. Comunque sia, ottimo ritorno per una band dalle mille risorse che non tradisce praticamente mai.


http://www.meltrock.com
http://www.myspace.com/meltrock

Max1334

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