BLACK TAPE FOR A BLUE GIRL - 10 neurotics
Project 2009
Nuovo attesissimo lavoro di Sam Rosenthal mente e anima sin dal 1986 del progetto Black tape for a Blue Girl. Questo 10 neurotics è l'ultima (?) parte di un trittico dedicato all'erotismo, iniziato con "This Lush Garden Within" e continuato con "As One Aflame Laid Bare By Desire". In un ambientazione feticista tra personaggi che confessano le loro paure ed i loro desideri, si muove il concept di questo album, che mai come ora risulta essere una vera e propria svolta all'interno dei Black tape. Rimaneggiata la formazione, con Athan Maroulis e Laurie Reade alla voce (quest'ultima ex-Attrition)e il geniale Brian Viglione dei Dresden Dolls, che presta la sua batteria eccellente ai solchi di questo dischetto. Troviamo ancora ospiti di rilievo, tra i quali spiccano Lucas lanthier (Deadfly Ensemble, Cinema Strange) che si presta su Curious yet Ashamed e la bravissima e sottovalutata dai più Nicki jaine che regala pure emozioni con la sua partecipazione a Rotten Zurich Cafè, elegante brano in chiave retrò che farebbe gola a più di una band che si professa a sproposito Dark Cabaret. Ed è proprio questo il tappeto sonoro sul quale si muove questo nuovo lavoro di Sam, che sembra aver abbandonato parte delle sonorità che hanno resi grandi i Black Tape per avventurarsi verso territori inediti. Il lavoro è riuscito solo a metà, dato che ancora forte è il legame con quello che la band fu, ed è innegabile che quelli sono gli episodi che catturano da subito (penso a "Marmalade Cat", "Inch Worm" o "The Perfect Pervert") mentre tentativi estremi di rinnovamento quali "Sailor Boy" risultano perlopiù abbozzi senza un vero senso di compiutezza. La rilettura di "Tell Me You've Taken Another" tratta da "As One Aflame Laid Bare By Desire" lascia il tempo che trova, dato che per chi scrive la versione originale era già ottima di per se, mentre episodi come "The Pleasure In The Pain" sono più efficaci nel titolo che non nella forma. Eppure non è difficile notare tra le righe alcuni passaggi che, se meglio elaborati, potrebbero DAVVERO regalare nuova linfa vitale ai Black tape. Un album non completamente riuscito dunque, ma assolutamente onesto, schietto e coraggioso, che a mio avviso servirà a Rosenthal come tabula rasa per sviluppare in futuro il nuovo corso della band, nuovo corso che se ora come ora lascia dubbiosi, in realtà può nascondere delle sorprese piacevoli. In ogni caso, giù il cappello per una band che sempre e comunque ha fatto dell'integrità artistica e della libertà di scelta stilistica la propria bandiera, in barba a mode e richieste di mercato. Se siete fanatici della band, non fatevi scappare questo lavoro, potreste non capire altrimenti il disco che vi ritroverete in mano tra un anno o due.