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LUCEED - Songs of the widow ep
Autoproduzione 2008
Non nascondo la mia amarezza quando mi giunse l’annuncio, nel 2004, dello scioglimento dei Pronoian Made dopo quindici anni di onorata carriera proprio nel momento migliore della band, ossia con un album come “Cherubim” apprezzato da tutti gli addetti ai lavori ed un meritato accordo di distribuzione dello stesso cd con la Equinoxe Records. L’amarezza fu parzialmente mitigata alcuni mesi più tardi dall’apparizione dei Luceed, la nuova band formata dal singer -nonché autore di testi e musiche dei Pronoian Made- Oliver che con il supporto del vecchio bassista e di due nuovi elementi aveva come obiettivo il creare un potente e diretto sound “pop/alternative-rock”. L’amarezza d’un tempo scompare totalmente oggi all’ascolto di “Songs of the widow” poiché i Luceed non sono altro che la naturale evoluzione dei Pronoian Made e quel “pop/alternative rock” di sopra si traduce chiaramente in gothic-rock. Così, se “Cherubim” rappresentava il perfetto album goth “old school”, questo ep ci riconsegna Oliver Made e soci in una veste più moderna in cui già dall’ascolto della hit “Number 8”, promossa da un video ed inclusa in alcune compilations tra cui "Keeep the fire burning” della Equinoxe, si nota il costante uso di synth a rendere più corposo il suono gothic-rock di chitarre e basso. Canzone simbolo della nuova vena compositiva dei Luceed è “Masonic” che grazie al sapiente uso delle tastiere risulta essere la traccia più interessante e piena di pathos di “Songs of the widow”; minimale e iper-orecchiabile è “Girls in Berlin” mentre l’ep si chiude con “1000 Tears”, canzone che ricalca gli stilemi della nuova scena goth-pop tedesca, Zeraphine su tutti. Tirando le somme, i Luceed hanno tutte le carte in regola per diventare una band di primaria importanza del circuito gothic rock europeo: li aspettiamo alla prova sulla lunga distanza…