TESTING VAULT
Luglio 2008
Era da molto tempo che non rimanevo folgorato da un album industrial ot simila. Non potevo dunque farmi sfuggire l'occasione di scambiare due chiacchiere con la mente che si cela dietro al progetto Testing Vault...
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01-prima di tutto, presentati ai lettori di EDS
Dunque innanzitutto ciao a te Max e salve a tutti i lettori di EDS, io sono dANi/ALvo, fondatore e “Direttore di Teatro” (diciamo che do alle persone che partecipano come “guest stars” un copione visivo da recitare in musica, da qui preferisco definire “Teatro” la mia musica anziché “Orchestra”) del progetto Testing Vault, ho 24 anni, provengo dalla provincia di Vicenza, dipingo, faccio yoga, leggo molto e… faccio il musicista! :)
02-secondariamente, un pò di storia...
Testing Vault, sulla carta, è nato ufficialmente nel Marzo del 2003, quando avevo 19 anni. Avevo passato tutta la mia adolescenza dai 13 anni in poi a ricoprire tutta una serie di ruoli come cantante, bassista, percussionista, e così via in una miriade di bands dai generi musicali più disparati, partendo dal noise per finire all’hardcore punk e all’industrial metal di Godflesh et similia… il problema è che ero sempre il più ambizioso delle varie combriccole e quando veniva l’ora di proporre il momento di registrare qualcosa in uno studio e di proporlo ad un pubblico più vasto, le persone si tiravano sempre indietro, preferendo rimanere al sicuro nel loro “guscio all’interno della città”… Lasciai parecchio frustrato queste esperienze e in una cattiva condizione di salute fisica e psicologica (troppi vizi fin da giovane..!), così nel Marzo 2003, dopo due anni di astinenza totale dal fare musica in maniera concreta, decisi di riprovarci da solo organizzando le idee, e mettendo su nastro quello che sognavo (dal terzo anno di Liceo Artistico riesco a ricordare, dopo anni di esercitazioni, i sogni che faccio, e molti li annoto), così cominciai a realizzare i primi demo su cassetta di Testing Vault, dando molta importanza nel trovarmi “dentro” al concept che volevo realizzare in ogni disco, dal Satanismo LaVeyano al Dada-Surrealismo a cui sono tutt’ora molto legato (tanto che finora gli unici due veri live che ho tenuto erano all’interno di una Scuola d’Arte)… da lì lungo la mia strada ho fatto una miriade di conoscenze, molte buone, altre meno, e si arriva al Marzo 2008, dove finalmente ho realizzato (con un bel po’ di gavetta e di insegnamenti da mentori ed amici che adoro) quello che desideravo, ovverosia pubblicare un disco con un’ottima label, che dire, il mio “piano quinquennale” sembra aver funzionato… ed è solo l’inizio di quello che voglio fare!!!
03-il tuo lavoro mi ha colpito in maniera definitiva. Sembra che tu abbia raccolto in pieno gli insegnamenti di Rozz Williams in campo industrial e li abbia fatti tuoi, in modo da sviluppare uno stile tuo partendo da lì...
Beh, grazie infinite per queste parole, per me è uno dei complimenti più grandi che io possa ricevere!!!
Fondamentalmente parto da una “scuola di base” (ed essendo amico e collaborando con Black Sun Productions da anni non può che essere così) molto Coiliana come forma, i Coil sono stati il mio punto di riferimento per anni e mi hanno insegnato molto sul come realizzare una composizione di qualsiasi lunghezza e che risulti completa, senza contare l’utilizzo dei samples e dei rumori concreti… ma Rozz Williams e Chuck Collison, con i loro Premature Ejaculation, mi hanno fornito l’umore che andavo cercando per questo disco e per il mio percorso personale… in poche parole, i Coil mi sono sempre vicini per certe sonorità di base, ma la progressione sonora, emotiva ed immaginaria sarà legata a triplice mandata a Rozz Williams, la figura che con John Balance mi ha cambiato la vita esattamente 10 anni fa… Lo scoprii proprio in un piccolo trafiletto di tre righe su di lui e la sua morte nel 1998, incredibile quanto una figura così importante sia stata lasciata andare così, senza celebrazioni o riconoscimenti per il suo operato, che cosa ORRIBLE… ed oggi tre quarti dei darkettini ad incensarlo solo per “Romeo’s Distress”… nel ’98 non avevo il computer per saperne di più su di lui o altro, e così mi dedicai negli anni ad una ricerca forsennata dei dischi che fece e di informazioni su di lui (cosa non facile fino a pochi anni fa, mica come ora!), ed ogni volta era una sorpresa scoprire in quanti progetti venne coinvolto, era una meraviglia sentire la sua versatilità da un disco all’altro… coi Premature Ejaculation presi la botta definitiva e dissi “quest’uomo sapeva fare TUTTO”. Nonostante l’immaginario alla SPK ed affine a molti altri gruppi di musica industriale, qui c’era una profondità emotiva molto differente, una poetica legata al surrealismo che con “Pig” e la sua soundtrack giunse ad un climax per me insopportabile (e credimi, ho ascoltato e visto di tutto negli anni!) tanto da riuscire a scuotermi nervi e viscere… quella colonna sonora rimane il disco di musica industriale definitivo per il sottoscritto. Ed il film, anche se gradirei approfondirlo a livello di tematiche e dirti cosa penso al riguardo, beh, mi limiterò a dire che rimane una delle tante opere memorabili che Rozz ha lasciato a chi ha saputo seguirlo in tutti i suoi passi nel pazzo ma inimitabile puzzle che fu la sua vita, il suo miglior seppur disperato epitaffio assieme a “Wound Of Exit”, “The Whorse’s Mouth” e “From The Heart”.
Testing Vault è molto legato ai Premature Ejaculation e a Rozz Williams dunque, che mi ha indirettamente fatto scuola su come trattare, filtrare o rendere claustrofobici dei samples già di per sé ossessivi, oltre che a lasciare libero sfogo al mio immaginario surreale senza avere dei freni inibitori, mi ha insegnato a lasciare l’immaginazione libera da briglie, taboo o cose simili. E di non aver paura di inserire le cose più assurde all’interno delle mie composizioni, come staccare dalle pareti dei tubi del gas in cui soffiarci dentro per produrre i suoni di fondo di “How Find The Hands”, o di prendere un violino e violentarlo letteralmente, visto che non lo so suonare (e si sente!), all’interno di “Out From My House”, provare a suonare senza sentire le note, registrare in presa diretta quel strambo psychobilly di “Tombstone Part One” e così via… nessuna paura, è creazione, è libertà. E va vissuta con gioia, sfogo e liberazione.
04-vuoi parlarci di The laughing Torso (titolo curioso, tra l'altro)?
“Laughing Torso” è in origine il titolo di un libro scritto da Nina Hamnett, un’artista “bohemienne” dell’inizio del ‘900 circa , una stilista principalmente più che una scrittrice (anche se fu amica di Dylan Thomas e molti altri), un’artista visuale tanto da essere amica di Picasso e da avere una sua linea di abiti… in quel libro, racconta senza mezzi termini tutti i suoi eccessi giovanili e non, come a volerli condividere con il mondo non per pentimento, ma per una sorta di esorcismo, come se avesse aperto gli occhi dopo un lungo periodo di cecità… Crowley venne menzionato e cercò di citarla in giudizio ma senza successo, anche se questo aspetto non mi interessa… quello che mi interessa al di sopra di tutto fu la sensazione che provai, da amante della scrittura automatica, appena lessi le parole “LAUGHING TORSO”. Hanno una potenza onirica estrema e totale, non le puoi collegare ad un qualcosa di preciso, in quel libro potevano esserci scritti automatici surrealisti come uno scritto classico capisci? E così ho estrapolato queste splendide parole dal loro mondo cartaceo e le ho appiccicate malamente al mio disco pieno di piccoli rumori, perché così il tutto può suonare finalmente a lavoro finito: sghembo, improbabile, infantile, improponibile, grottesco, sciocco, esagerato, idiota, violento, aggiungi un aggettivo negativo o positivo a caso e vedrai che rientra nel disco… l’ho composto, non ho remore a dirlo ora, dopo 4 anni (in cui comunque ho composto molte cose come TV) di cure contro attacchi di panico e fobie varie in un Centro di Igiene Mentale, dove invece di curarmi mi hanno portato all’esaurimento nervoso di tutte le mie risorse psicofisiche… questo collasso accadde il 27 Giugno dello scorso anno, e fui molto impaurito all’idea di perdere il contatto con la realtà visto che effettivamente per tre giorni rimasi sveglio e tremante con la paura di morire riuscendo malapena a parlare e rimanendo accovacciato a terra per paura di stare in piedi al terzo piano (a volte la testa fa brutti scherzi)... ero finito e stanco. In quei giorni composi “Out From My House” e gran parte del materiale più teso del disco. Se ho sempre detto che faccio musica per “esorcizzare”, esattamente come Nina Hamnett scrisse “Laughing Torso”, ho inciso questo disco in assoluto stato di crisi per ammazzare le paure, che stavano ammazzando me… oh, suona così melodrammatico da fare schifo, ma beh, preferisco dire la verità sulla genesi reale del lavoro piuttosto che qualche sciocchezza di circostanza, non voglio mentire e spero di affermare che il prossimo disco nascerà in maniera molto più gioiosa e felice. Non sono state queste session di registrazioni piacevoli, sono stati veri e propri “bagni di paura”, ma va bene così: li ho sopportati e ho aperto un cerchio che chiuderò con il mio prossimo lavoro che avrà un ospite davvero inaspettato e che sto affrontando con molta energia, superando definitivamente, mi auguro, problemi simili.
05-cos'è, dov'è l'apocalisse?
L’Apocalisse… credo che sia una cosa più spirituale ed allegorica che fisica (anche se l’uomo sta distruggendo il mondo molto prima che Dio stesso possa venire a giudicarci!), che stia più dentro al cervello di ognuno di noi insomma; Non sono molte le persone che l’affrontano, ma se ciò accade ho sempre visto nei secoli e nelle storie un solo uomo che lotta contro sé stesso e “l’Apocalisse”, che viene raffigurata come la sua più grande paura (o paure) del suo tempo o dell’individuo stesso, e c’è chi ha voglia di lottare e chi non ce la fa, e cede prima… ecco, amo troppo la vita per potermi permettere di perdere contro la “mia” Apocalisse, dunque lotto, e lo faccio a modo mio, anche con l’aiuto fondamentale di chi mi sta accanto ogni giorno e con Testing Vault, il mio sfogo principale con cui posso esternare tutte le mie ossessioni o feticci…
06-quanto a tuo avviso l'uomo moderno ha perso i contatti con se stesso e quante possibilità ci sono di riallacciare gli stessi?
L’uomo moderno ormai è un involucro arrogante, nevrotico e convulso di carne perlopiù inutilizzata… ha dimenticato da dove viene, e nel giro di soli venti anni per quel che ho visto e vissuto i ritmi sono cambiati così tanto che sembra siano già nati bestemmiando e correndo, senza fare altro nella vita se non prendersi un caffé nella pausa lavoro, sempre bestemmiando e correndo seppure in pausa, e considerarlo come la parte più divertente della giornata; è un’epoca tesissima a livello politico e sociale e me ne dispiaccio, perché non vedo una via d’uscita a questo atteggiamento negativo… se è una cosa che invece ho sempre ritenuto sacra e che ho rivalutato, rispolverato e messa su un piedistallo dopo aver affrontato le mie nevrosi, è proprio la mia infanzia, lo stupore per le più piccole cose, ed applicare questo sentimento ad ogni piccolo evento straordinario… quand’è l’ultima volta che ti sei specchiato in una pozzanghera durante la pioggia, fermando il tuo cammino, e ti sei scoperto a sorridere e a godere della pioggia che cade? Questa semplicità permetterebbe all’uomo di riscoprirsi più gentile con sé stesso con ogni essere vivente e con la natura… un legame che dovrebbe essere molto stretto e piacevole e che ormai non c’è, anche chi decide di andare a fare due passi in un prato ormai lo fa di malumore, ripeto, correndo e bestemmiando, hahahaha…! Cazzo, io mi siedo e gioco coi fili d’erba per un’ora… è tutta una questione di ritmi ossessivi imposti che andrebbero distrutti, e già si potrebbe ragionare di più tra esseri umani. Ci sarebbero più sorrisi, e sarebbe un bellissimo segno di umanità che ritorna… gli unici che si ricordano come si fa a sorridere ormai sono le persone anziane, tanto che mi fermo a parlare ore con loro a volte… c’è tanto da imparare da loro per ritornare indietro e ricordare come si stava bene da bambini, per apprezzare quello che si è diventati e cercare di strapparsi via di dosso le parti che il tempo ha corrotto.
07-non hai mai pensato di mettere assieme delle performance, delle installazioni? Credo che donerebbero spessore alle tue già ottime composizioni...
Il primo live in assoluto di Testing Vault fu una performance infatti!!! ;-) durò un quarto d’ora circa ed è riportata quasi integralmente come title-track del mio precedente lavoro uscito su Anarcocks, “Some Voices Say Rosemary’s Not Dead”. Mi piacerebbe riuscire ad affrontare il pubblico con un vero live a dire il vero, rimane una delle mie poche “piccole fobie” perché arrivo a detestare quelle persone (non so il perché, ma un motivo ce l’avrò, mah!!!), e senza motivo poveretti, sono lì per ascoltarmi! Poi dopo il concerto rido e scherzo con tutti, ma sul palco sono ancora un fascio di nervi, e questa è un’arma a doppio taglio… vorrei essere un po’ più ben disposto verso il pubblico insomma :)
Le installazioni sono lunghe e difficilissime da realizzare, senza contare che la musica dovrebbe essere molto più complessa, lunga ed applicata alla installazione stessa… è un aspetto interessante che però per ora non ho mai voluto approfondire un po’ per questioni di budget un po’ perché le installazioni raramente mi colpiscono, ma chi lo sa, il futuro è radioso ma pieno di incognite al tempo stesso, tutto potrebbe accadere!!!
08-nel digipack hai scritto "our house is a drama in a chicken's leg"...cosa intendi?
E’ un tipico caso di scrittura automatica, compongo molti testi in questa maniera che differisce molto dal cut-up (con cui non mi trovo del tutto a mio agio) ma che mi dà molte più soddisfazioni… mi piaceva l’immagine di una casa sulla zampa di una gallina, credo che fu usata per presentare in una vecchia graphic novel di “Hellboy” di Mike Mignola per descrivere la casa di una stregona, la lessi da giovanissimo e mi rimase molto impressa, così venne fuori dal nulla questa frase e credo che sia una buona frase per riassumere tutto “The Laughing Torso”, in completa libertà di associazioni automatiche si viene a creare un mood molto cupo e un concept molto forte che fa sì che le canzoni si leghino tra di loro. il “drama” insomma, era necessario, ed è uscito, beffardamente, ancora prima di comporre il disco.
09-so che sei in contatto con Chuck Collison, Ron Athey ed altre persone che erano vicine a Rozz nei suoi lavori meno accessibili...amicizie o possibilità di collaborazioni?
Amicizie in primis, e anche molto profonde e ben radicate soprattutto nel caso di Chuck Collison e Doriandra degli EXP ed Omewenne e Ryan Gaumer… con Ron ci sentiamo poco sfortunatamente a causa del ruolo fondamentale che ha nell’Arte odierna, ed essendo uno dei pochi Artisti viventi REALI che io ritengo tali (quanta merda gira nell’Arte, e non è per nulla piacevole!!!) capisco che abbia la sua vita ed il suo bel daffare!!! :)
Mi hanno accettato in molti nella “family” di Rozz, sono tutti molto uniti e sono estremamente orgoglioso di farne un po’ parte anch’io, perché ho sempre ammirato le persone che collaborarono con lui, mai una volta (anzi, una sola volta a dire il vero, ma lasciamo perdere… ;-D ) ha sbagliato un collaboratore, ed ha sempre tirato fuori con loro opere che resistono al test del tempo. Incredibile. In ogni caso, per tornare alla tua domanda, sì, sono amico con molti di loro e di sicuro ci saranno delle collaborazioni: in primis ho collaborato con Doriandra, che gentilmente mi ha prestato la sua incredibile voce per un brano che proporremo assieme ad altre chicche inaspettate con un altro monicker probabilmente; in secondo luogo ho chiesto a Ron Athey se gli andava di realizzare un paio di brani in spoken words con me, ed ha accettato, ma sfortunatamente ci metterà molto a realizzarli… con Ryan Gaumer invece le cose sono state molto più semplici perché abbiamo un umorismo molto simile e molti gusti in comune, così parteciperò nella compilation del giornale che sta realizzando… è un giornale che si chiamerà “Magi-Zine” e conterrà scritti e brani INEDITI di Rozz Williams, Premature Ejaculation, EXP, Gitane Demone, eccetera… Poi io e Chuck abbiamo in mente di fare qualcosa insieme, ha già a casa sua 3 lunghe basi mie sulle quali lavorare, mentre Omewenne sta scrivendo una canzone che io post-produrrò e nella quale suonerò insieme a lei… insomma, non voglio stare con le mani in mano come vedi, ed una volta dentro al “giro”, beh, tanto vale darci dentro al massimo e portare il proprio messaggio, sia esso saggio o folle…!
10-come lavori ai tuoi cut ups? Crei da solo i samples? Analogico o digitale?
Più che “cut-up” le chiamo “Polaroid Paranoiche”, un piccolo richiamo alla teoria Paranoica-Critica di Salvador Dalì… nemmeno lui sapeva in cosa consisteva e neanche io, ma credo di aver afferrato il concetto! ;-)
I samples vengono catturati da ogni fonte possibile, agli inizi prendevo tutto dalla televisione, poi piano piano mi sono allargato e registravo qualche parte di tastiera, poi ho imparato ad editare i samples analogici con programmi digitali per conferire loro ulteriore profondità o stravolgerli ulteriormente e a registrare dei field recordings o dei rumori concreti con un piccolo registratore a cassette… Una volta ero “patito dell’analogico”, ma perché era tutto quello che potevo avere! Ora sono più conscio di quello che voglio esprimere e alla domanda “analogico o digitale?” rispondo: tutto!, purché abbia un bel suono!!! :-)
11-Cosa vedi di concreto oggi nella scena industrial? ti senti legato ad essa in qualche modo?
Mi sento dentro alla scena industrial odierna, ne faccio parte musicalmente per certo o non saprei cosa sto portando avanti (se non la mia personale visione del Cabaret Voltaire di Hugo Ball distorta in una serie di piccole sinfonie paranoiche e dal sapore esoterico), ma in rari casi ne faccio parte anche esteticamente od eticamente… Sono pochissimi i progetti attuali italiani che rispetto di musica elettronica, tralasciando gli ormai classici Teatro Satanico, Teardo, Atrax Morgue, MB, e così via nei nomi nuovi vedo delle luci accese solo per Black Sun Productions (anche se non è “italiano” del tutto), Corpoparassita, SantAAgostino e progetti ad esso correlati, Condanna, Bahntier (anche se sono industrial “di deriva ritmica” –passami il termine-)… insomma gente che ha le idee in testa e le trasferisce in musica e non solo in rumore distorto se mi capisci, l’estetica rude e cruda fatta solo di omicidi, sesso esplicito, calci in bocca, destrofili et similia ormai non è abusata, ma ben peggio, è sgonfia come una vecchia prostituta di gomma… vedo poche altre realtà interessanti insomma. Vedo poche idee concrete e di conseguenza poco interesse in un genere già di nicchia di suo, non sono molto ottimista al riguardo insomma… non basta più il rumore, il muro del suono, è già stato fatto, ci vorrebbe un approdo nuovo anche sotto quel punto di vista, una nuova concezione del rumore visto che i “vecchi maestri” già ci hanno insegnato molto… ed è da 70 anni che si fa rumore, è ora di andare avanti e non fermarsi al distorsore o al feedback e basta, no? ;-)
12-che mi dici di Final Muzik?
Onestamente? Ritengo Final Muzik una gran label e un grandissimo traguardo personale, è una delle pochissime etichette che mi hanno sempre affascinato e che ha sempre guardato alla qualità piuttosto che alla quantità. Gianfranco e Deison inoltre sono stati gentilissimi e disponibili con me, instaurando con me prima di tutto un rapporto di amicizia davvero splendido e concedendomi (caso raro credo) ogni tipo di libertà artistica sia sul piano artistico visivo che concettuale, una volta spiegatogli il senso del disco assieme alla musica a loro basta poco per capire se questa sia musica che può dare qualche frutto nel tempo o meno… ho instaurato con questa etichetta insomma un profondo rispetto personale e lavorativo, e ritengo che abbiano, perdonami il termine, le palle anche per dire di no a dei progetti apparentemente appetitosi ma alla fin dei conti poco gustosi e senza un vero fine artistico. Sono bravissimi ed ammiro praticamente il 90% degli artisti che hanno pubblicato!!!
13-progetti futuri?
Mio Dio, non so se riuscirò a dirteli tutti in maniera fluida senza fare una lista!!! Dunque mi sa che dovrai sorbirti una lista! ;-)
01 – Prossimo EP per Testing Vault a fine anno/inizi 2009, con un ospite davvero speciale che, perdonami ancora il termine esplicito, darà un calcio in culo al 95% degli act odierni e farà capire come girano le cose…
02 – Collaborazione con Black Sun Productions per un disco assieme… tutto sarà rivelato nel Solstizio D’Autunno!
03 – Partecipazione a varie compilation estere e non
04 – Collaborazione con Val Denham per il suo prossimo album “Titania”, dove ho scritto per lui 8 canzoni
05 – Produzione di una band inglese alla Residents, si chiamano The Jerusalem Crickets e sono folli!!!
06 – Collaborazioni varie con Omewenne, Doriandra, Chuck Collison e molti altri
In più in un futuro mi piacerebbe riapprodare alla forma canzone, magari un po’ alla Steve Von Till di “If I Should Fall To The Field” mista ad umori di Rozziana memoria, ma è un progetto molto ancora “sognato” che per ora mi limito ad accarezzare con la mente…!
34-le ultime sono per te
Ti voglio ringraziare infinitamente per la tua gentilezza, per le belle domande, per lo spazio che mi hai concesso, e per aver apprezzato il mio lavoro! Mi auguro che questa intervista possa risultare interessante per te e per chi legge, grazie dunque anche a chiunque si interesserà e leggerà!