MOONLIGHT FESTIVAL, FANO, PU, day 2, 01 Agosto 2009
MOONLIGHT FESTIVAL, FANO, PU, day 2, 01 Agosto 2009
MOONLIGHT FESTIVAL, FANO, PU, day 2, 01 Agosto 2009
Max1334:
Ci riprendiamo dallo stato comatoso dopo una manciata di ore di sonno. Ed è già passato mezzogiorno. Il tempo per una doccia, capire chi siamo e perchè esistiamo e ci rendiamo conto che è sabato, ovvero la serata più importante del festival. Arrivati in zona porto ci rendiamo subito conto che la gente c'è e continua ad arrivarne nonostante molti duri e puri del venerdì oggi preferiscano passare il pomeriggio in maglietta e pinocchietti, dato che il caldo si fa sentire a tal punto che anche i più narcisi cedono un pò. Pranzo/merenda/cena (quello che è, quando si mangia alle 4 del pomeriggio), giretto tra stand e bancarelle varie e via, tra una chiacchiera e l'altra si attende l'inizio della seconda serata del festival. Aprono le danze i Global Citizen, band electro fautrice di una proposta musicale complessiva molto più ostica di quello che ci si potrebbe aspettare. Il frontman Rich X è davvero calatissimo nella parte. E' magnetico, spietato, e nonostante non fossero di certo popolari sul suolo italico, tutti gli occhi sono su di lui. Il set lascia senza fiato, tutto un tiro claustrofobico, sinistro e malato che spacca in due l'audience. I Global Citizen si rivelano una band da amare o da odiare, senza mezzi termini. Efficaci e spiazzanti, hanno reso la vita difficile al gruppo che li ha seguiti. Quando infatti salgono sul palco i Din[A]Tod, le carte vengono scoperte. Il duo ha un repertorio in realtà molto piacecvole, zeppo di brani di chiara matrice postpunk, ballabili e facilmente assimilabili. Il problema è che in sede live devono per forza di cose appoggiarsi unicamente alle basi. Ovvero un simil-karaoke che rovina non poco la performance. A poco servono le manciate di accordi sulla Stratocaster di Sven, il concerto non decolla e manca di quella fisicità tipica delle esibizioni live. Peccato, avessero avuto una vera band alle spalle sarebbero stati ottimi. Così com'è sono risultati un pò freddi e sottotono. In più, come in un sandwich dove la sottiletta deve morire, dopo di loro tocca ai Neon. E ragazzi, non ce n'è stato per nessuno. Sarà che i tecnici audio e luci erano i loro, sarà che il palco era davvero eccezionale...ma i nostri hanno tirato fuori la miglior performance della loro rinata carriera. Set tiratissimo, coinvolgente, con una band in forma smagliante e una serie di hit in successione da cardiopalma. Dark Age ha seppellito tutto e tutti incendiando definitivamente un Porto Cesareo in delirio totale. Peccato per la mancanza in scaletta di Information of Death, primo 7" di sempre della band, che avrebbe qui ricevuto l'onoreficenza di essere suonata davanti a varie generazioni di Neon-fans, ma è un granello di polvere che non si vene neppure. Uno show praticamente perfetto. Solo un'altra grande band potrebbe avere il coraggio di salire onstage dopo un concerto simile o dei folli... bene, abbiamo entrambi. Per la prima volta in italia, la leggenda goth inglese che partendo dalle serate al batcave ha infilato il germe glamrock nella wave. Si, perchè ditemi quello che vi pare, ma gli Specimen erano una band Glam che ha adottato l'estetica goth. Ed erano magnificamente eccezionali. Molto più vicini ai Motley Crue del primo album che ai Bauhaus? Certo! Che c'è di male o di strano? E poi, dopo quasi trent'anni, che ci frega... Le band così non hanno bisogno di etichette o menate simili se non per vendere qualche maglietta in più. Così dopo che il palco è stato trasformato in una filiale del Batcave, i nostri salgono onstage al buio mentre un intro li accompagna, prima che Stand up Stand Out esploda dalle casse ed investa i presenti. Presenti che, tranne le prime file, faticano un pò a farsi coinvolgere: troppa carica ha dato e tolto il set dei Neon per poter essere subito pronti ad un altro show caldo e fisico, ma bastano pochi brani a Jonny Slut & co. per prendere in mano la situazione e incendiare i presenti. Sequenza di greatest hits ineccepibile, fino alla chiusura classica di kiss Kiss Bang Bang. La gente ne vuole ancora, e quindi i nostri tornano on-stage per una versione esilarante della gayssima Sharp Teeth Pretty Teeth, degno finale per una band che ha fatto dell'ironia una delle sue armi migliori. Divertenti, goliardici, spassosi, fluorescenti, unici. Sfacciataggine e sfrontatezza glam che si incrocia con le zone più oscure della musica underground. La band è in palla piena e anche se il dottor Ollie ha dovuto in un paio di occasioni usare il defibrillatore per svegliare il pubblico, il concerto è stato un successo. Di certo il più divertente dell'intero festival. Backstage animato, vivace e festoso, chiacchiere con i vecchi amici, finchè Morfeo non chiama. See ya tomorrow!
Ultima nota: alle 3 e mezza del mattino il termometro segnava 26gradi...
L'Aurore Assassine:
La seconda serata inizia con i Global Citizen, gruppo londinese electro, cantante e due tastieristi. Sinceramente pensavo peggio, nonostante non ami particolarmente il genere, restano comunque particolari... e tendenti verso il tamarro spinto! I Din[a]Tod sono il secondo gruppo a suonare, e la loro performance non mi ha fatto cambiare l'opinione che avevo verso la loro musica, dato che li ho sempre considerati un pò piatti e non ho visto guizzi particolari durante il loro set... Un attimo di attesa e finalmente tocca ai Neon: Appena salgono sul palco è delirio! Le loro canzoni più belle una dopo l'altra, eseguite in maniera impeccabile con il pubblico che segue a ruota Michelotti, tanto che a un certo punto scende dal palco porgendo il microfono al coro. Molti saranno daccordo con me nell'affermare che il loro è stato il concerto più bello di tutto il festival, che ha divertito pure chi li aveva già visti parecchie volte e che magari pensava di annoiarsi. C'era qualcosa di diverso e di più bello che non so spiegarmi... Infine gli Specimen salgono sul palco, dopo che è stato addobbato a dovere adeguatamente, per regalarci altre e nuovissime emozioni, dato che era il gruppo più atteso del festival. Su qualcuno di loro il tempo ha lasciato le sue tracce inesorabili com'è ovvio, mentre il cantante sembra rimasto lo stesso. Che belle sensazioni sentire canzoni come Hex, Kiss Kiss Bang Bang e Beauty of Poison (per citare le più famose) dal vivo da un gruppo storico come quello! Bravi e divertenti.
ZA:
La seconda delle tre conferenze in programma verte sulla presentazione di due libri di due giovani autrici; l'incontro è moderato dal professor Alberto Berardi, preparatissimo, che introduce i due libri con critiche e osservazioni che offrono spunti di riflessione inediti alle autrici stesse. Il primo libro è di Erika Polignino e si intitola "Nero fluorescente": è
un racconto autobiografico in cui la protagonista, e quindi l'autrice, è una ragazza sorda, disoccupata, appassionata di musica goth. L'autrice ne legge vari stralci, riguardanti le disavventure causatele dal suo handicap, a causa del quale viene emarginata e spesso umiliata, anche in ambito familiare. Personalmente alcuni passaggi mi hanno messo i
brividi, tenendo conto che si tratta di un'autobiografia e non di fiction. Ospite dell'incontro c'è anche una band, gli Hexperos, che propongono brani musicali tra una lettura e l'altra: il genere è classico/etereo, con arpa, violoncello, flauto e voce.Il secondo libro e' "L'inutile guida" di Rita Girola. Purtroppo la conferenza è cominciata
con mezz'ora circa di ritardo: la discussione sul secondo libro e' cominciata cosi' a mezzogiorno, e per noi è ora di avviarci a pranzare. Per chi fosse interessato, rimando alla nota stampa presente sul sito ufficiale del Moonlight a questo indirizzo:
http://www.moonlightfestival.com/incontri.htm
Dopo il pomeriggio in spiaggia e cena in albergo, torniamo al porto. L'apertura della seconda serata di concerti e' affidata agli inglesi Global Citizen. Al nostro arrivo al porto lo spettacolo e' gia' cominciato, li becchiamo più o meno a metà concerto credo. Non mi paiono male: il terzetto e' composto da due synth e un vocalist, il quale mi ricorda non poco, a livello di look, il cantante dei nostrani Adam Kult.
Musicalmente propongono pezzi marziali e atmosferici che abbinati al look da frate del cantante attraggono le mie orecchie e il mio sguardo. Da approfondire. Seguono i Din[A]Tod. Piaciuti per niente. I pezzi che propongono non sono male: post punk galoppante e tirato su tappeto di synth; il tutto pero' stride con la staticità del gruppo sul palco. Il problema e' che la band consta di soli due elementi: voce/chitarra e addetta alle basi. Ecco, purtroppo tutto era una base, e proporre del rock dal vivo con tutto in base tranne la chitarra non puo' che portare alla noia dello spettatore. Peccato, con un paio di elementi di supporto per i live forse i Din[A]Tod potrebbero anche piacermi, cosi' no di certo. Come se non bastasse ero in fibrillazione per il successivo live, quindi la noia si è successivamente trasformata in fastidio e voglia che il duo liberasse in fretta il palco per far posto agli immensi Neon.
I Neon...cazzo che concerto che hanno fatto...chi non c'era ha indubbiamente perso una data perfetta della band fiorentina. Rispetto a quando li vidi un anno e mezzo fa, a livello di formazione c'e' stata la dipartita di Adriano Primadei e la sua sostituzione con Nardo Lunardi. Dicevo concerto pazzesco. Suoni, luci e intesa perfetta tra i quattro: Nardo Lunardi cola sudore letteralmente sulla sua chitarra, una prova che piu' fisica non si puo'; Leo Martera picchia sulla batteria a testa bassa per tutto il concerto come un rullo compressore, preciso e potente che sembra un cyborg; Piero Balleggi elegante dietro le tastiere cesella le melodie dei pezzi; per Marcello Michelotti non ci sono parole...è un monolite catalizzatore di energie, un autentico ipnotico sciamano da cui è difficile distogliere lo sguardo. Quando parte con la mossa delle pistole poi mi fa impazzire. Non gli invidio però l'evidente scottatura solare che sfoggiava. Un concerto da manuale, se devo trovare un pelo nell'uovo e' l'esclusione di Red Light dalla scaletta, pezzo che amo su disco e ancor di piu' dal vivo ma sara' per la prossima volta. Chiudono la serata ancora delle leggende, gli Specimen. Per la prima volta in Italia. Commento di un ragazzo al loro ingresso sul palco: "che palle sono pelati anche questi!". Bravo, benvenuto nel 2009. Sicuramente l'aspetto dei nostri non e' dei piu' rassicuranti: il bassista mi ricorda i freak di Tod Browning, quelli magri e pelati; John Klein sembra un malato terminale fuggito da qualche ospedale. Ollie mi sembra quello messo meglio data l'età, il batterista non fa testo perché e' uno dei tanti che hanno cambiato e probabilmente non hanno fatto in tempo a contaminarlo, Johnny Slut anche lui messo bene ma e' relativamente giovane rispetto agli altri. Beh le apparenze ingannano ovviamente. Fortunatamente dall'ultimo brutto disco pescano solo il pezzo di apertura; meglio tuffarsi nella loro (purtroppo scarna) produzione passata, dove le hit abbondano. Il concerto è ottimo, il gruppo ne ha ancora a pacchi di energia, tra le urla di Klein e le mosse gaie dello Slut, temibile quando si passa la lingua sulle labbra avido di carne giovane.
Setlist bands sul mainstage:
GLOBAL CITIZIEN
Naughty Naked Nude
The Only One
Slave
Lady Killer
Metal
Tea Time
My Lovers
===============
DIN[A]TOD
Some kind of hate
Margarita
Westwerk
Glory in the highest
Creation crucifixion
Patron of the young
Time made dogs of us
Vorwärts
===============
NEON
Runnin'
Last chance
Isolation
Harry
My blues is you
Sentimental love
Sacrifice (intro)
Dark age
Lobotomy
Boxes
================
SPECIMEN
Stand Up Stand Out
Tell Tail
Beauty of Poision
Hex
Dead man's Autochop
Syria
Wolverines
Lovers
Returning from a Journey
Death Drive
Oooze
Kiss Kiss Bang Bang
Sharp Teeth Pretty Teeth
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