MOONLIGHT FESTIVAL, FANO, PU, day 1, 31 Luglio 2009
MOONLIGHT FESTIVAL, FANO, PU, day 1, 31 Luglio 2009
MOONLIGHT FESTIVAL, FANO, PU, day 1, 31 Luglio 2009
Max1334:
A causa del traffico e del lavoro abbiamo perso le conferenze mattutine, anche se il dispiacere è stato immediatamente sostituito da un pensiero assillante. Più una sensazione fisica che un pensiero. Una specie di mantra che ci accompagnerà per tutte e tre le giornate del festival: caldo caldo e ancora caldo. Dopo una doccia al volo partiamo con l'amico Alex Daniele (Ascension Magazine) alla scoperta di Fano. Piacevole cittadina marittima, meriterebbe la visita solo per il piccolo gioiellino che è il centro storico e la cordialità della gente. Arrivati al bar ristorante salvasquagliamento, mangiamo due cose mentre i dj set si alternano passando classiconi e chicche nascoste. Molto piacevole, magari un impianto migliore permetterebbe volumi inferiori e qualità maggiore, ma poco importa. Si vede gente che non si incrociava da anni, molti curiosi, neogoth in bilico tra emo e derivazioni varie, qualche superstite, qualche pesce fuor d'acqua, qualche marpione, qualche donzella in cerca di marpioni. Perfetto, il festival è iniziato! Da notare il buffet, buono, con una buona scelta e dei prezzi tutto sommato accessibili. A causa di alcuni problemi tecnici, il soundcheck è in estremo ritardo, cosa che porterà a dover tagliare mezz'ora a set per i gruppi del venerdì. Peccato. Tra una birra e una chiacchiera, si arriva a sera, e il concerto ha inizio. Aprono le danze i Christabel Dreams, band romana che dopo pochi anni di attività già si è fatta notare per la professionalità dimostrata sia in sede live che in studio. Un concerto eccellente, sobrio, efficace, pulito e senza troppi fronzoli. Gianmarco Bellumori (ex More, ora a capo degli Wolf Studios di Roma) ha prestato piedi e bacchette alla band e devo ammettere che la presenza di un batterista vero cambia non poco l'impatto della darkwave classica proposta dai nostri. Un' ottima conferma, per una band che farà parlare ancora a lungo di sé. Rapido giro di birre, ed appaiono sul palco i Gothika. Questa band nipponica in bilico tra Synth Pop, Nu EBM e sigle dei cartoni animati, ha riscosso un successo inaspettato. E probabilmente i motivi sono semplici. I brani sono orecchiabili, sul palco hanno una buona presenza ed il leader ha quel tocco carismatico che può fare la differenza. Nonostante la barriera linguistica (nonostante cantino in inglese, non è che lo parlino speditamente) l'interazione con il pubblico è stata ottima. Evitabile a mio parere la cover di Enola Gay, ma come spesso accade, è un dato oggettivo che durante il pezzo degli OMD le prime file si sbracciavano saltando contente. Non è la mia tazza di tè, come si dice, ma la maggior parte del pubblico gradisce e va bene così. Dopo i Gothika è ora della padovana adottata da Bologna Tying Tiffany. Che dire? Un concerto che ha rovesciato totalmente le carte della nostra. Molto più Rock che electro, poche basi, un chitarrista e una bassista e la Tiffany che mi ha ricordato le figure di punta migliori del movimento Rrriot Grrrl in quanto attitudine, stile ed efficacia. Brani vecchi e nuovi si sono mischiati con materiale inedito per un concerto coinvolgente e convincente. Che la crisalide si sia aperta? Promossa. Altro giro, altro spettacolo. Salgono sul palco Laura Musig e Martina Filippi di gothicbellydanceitalia.com, che si esibiscono con una performance di danza del ventre su basi di Prodigy, Siouxsie, Coil ed altri. L'idea è bella, le ragazze brave, la musica piacevole, ma secondo me non è la situazione adatta. Avrei preferito vederle nella sala antistante il palco dove stanno i dj, più raccolta ed intima, magari con dei fondali a tema. Vedere le ragazze che cercano di esprimersi al proprio meglio con dietro ampli e batteria, cercando di non inciampare tra i cavi del palco, non ha giovato ad una performance comunque buona, ma che sicuramente meritava più attenzione. Attimo di pausa e ne approfitto per scambiare quattro chiacchiere con Jon Klein che gironzola in zona mixer. Nel frattempo Clive Malcolm Griffiths, il presentatore delle tre serate, già personaggio di culto negli anni 80 tra Videomusic, radio ed altro, va per le lunghe. I Sex Gang tardano a salire sul palco e tutti cominciano ad essere impazienti. Sono loro gli headliner della serata ed è innegabile che la maggior parte della gente sia qui per sentire la voce acida di Andi. Personaggio unico nel panorama musicale, con tutti i suoi pro e i suoi contro, quando il piccoletto inglese compare tra il ghiaccio secco dietro lo stage, già sprizza carisma da tutti i pori. Ma non basta. Il concerto parte e non decolla, il pubblico si scalda con i grandi classici come Mauritia Mayer, Song and Legend, Barbarossa... Ma la presenza massiccia di brani più recenti e un paio di inediti e pezzi intimisti non riescono a far esplodere lo show. Andi dedica anche un brano al figlio Sasha che è nel backstage con la ex moglie, ringrazia il pubblico, zompetta di qua e di là, ma mi convince meno di mille altre volte che l'ho visto. Il bis con arpista e violinista a base di Les Amants D'un Jour e Sebastiane è un ultimo grido, ma non basta a rendere grande uno show che ha lasciato molti non completamente soddisfatti. Divertente però quando ha ricordato che il festival (e sottointeso la cultura goth) è attitudine e non una robetta fashion, aggiungendo "e sapete a chi mi riferisco". Uno sguardo in giro al volo e in molti hanno storto il naso con l'aria "Mbè che cazzo vuole questo?". Obiettivo centrato Andi! Manca all'appello Dieche così come non ci sono sorprese particolari. Chessò, una Quick and the Dead che tra l'altro è il primo pezzo goth che ho sentito in vita mia, quando uscì Phenomena. Ah, nostalgia!. So che non era dei SGC, ma ammettiamolo, è solo una questione di Moniker...
Le luci si accendono, Clive chiede ancora tempo ma lo show deve chiudere per trasferirsi nella sala di fronte cove i DJ cominciano a pompare vecchi cavalli di battaglia mischiati a nuove tendenze, carinerie e porcherie varie. Tutto fa brodo finchè la gente sta in pista e si diverte, e così sia!
L'Aurore Assassine:
Fano è facilmente raggiungibile, ed è una bella cittadina. Essendo arrivata un giorno prima ho potuto visitare un po' il centro di sera, vedere la piazza, le mura e apprezzarla; visita che non avrei potuto fare nei giorni seguenti e per questo è stata una scelta indovinata. Il caldo ha infatti molto inciso sulla nostra tabella di marcia che si era quindi ridotta a : perdere le conferenze del mattino, cibarsi a ora di pranzo, tornare e rimanere il pomeriggio in albergo per non rischiare la liquefazione per strada e uscire per recarsi al festival solo dopo le 19. La gente del posto si è rivelata abbastanza cordiale e non troppo stupita dall'orda nera (a parte qualcuno, come una moglie che ho sentito sussurrare al marito : " ma io queste cose non le ho mai viste in vita mia!" riferendosi a qualche pvc-stivalonizeppe munito [di giorno]). il posto che ospitava i darkettoni affamati era una tavola calda vicino al luogo del festival, persone cordiali e gentilissime che però dovrebbero pensare a un impianto di condizionamento per non rendere quel posto ancora più afoso dell'esterno. Il menù era comprensivo di primo secondo contorno e bibita a scelta a soli 11 euro, cosa che dal mio punto di vista è stata molto apprezzata ed economica; più o meno stessa formula per il serale, bouffet a 15 euro e prendevi in due piatti ciò che volevi, e noi dividendone uno in due lo abbiamo sfruttato al meglio (montagne di tutto in due soli piatti!). La soluzione offerta dai menù era abbastanza economica e vantaggiosa, anche se effettivamente non c'era molta scelta per chi avesse voluto mangiare di meno e con minor costo. Molti infatti si sono lamentati e si sono chiesti come mai accanto allo stand della birra non ci fosse quello del paninaro... Il luogo dove si svolgeva il festival è il porto della Marina dei Cesari, ampio spazio così suddiviso per l'occasione : subito all'entrata angolino per gli stand musicali e di abbigliamento, stand del Moonlight, piccolo angolo bar, spazio per godersi i concerti che si tenevano su di un palco con sul retro yacht e mare. Di fronte, la struttura dove prima dei concerti si mangia e dopo i concerti si balla. A proposito delle danze, la nota negativa è stata quella dei dj. Dove non dovevano preoccuparsi di far muovere fantocci a ritmo delle solite canzoni (e quindi per esempio durante il pranzo o negli intermezzi tra i concerti), si sono sforzati di più, mettendo qualcosa di più "inusuale" (si fa per dire) come Clock Dva, Secession, Cabaret Voltaire, Asylum Party... nei dj set post concerti invece quanto di più scontato sentito in vita mia. Addirittura ho sentito gli stessi brani tutte e tre le serate, misti anche a pezzi un po' indecenti e fuori tema ma su cui ho visto il dj agitarsi eccitato col pugnetto alzato neanche fosse un dj del cocoricò. Tutto ciò non mi ha fatto divertire granchè, a parte la prima serata dove invece qualche pezzo indovinato mi ha fatto ballare un po'. Ma alla fine tutto questo è storia vecchia... Solo un po' di delusione poichè speravo di sentire qualcosa di più particolare,dato che l'evento ERA particolare...Ma torniamo al nocciolo del festival, che non ha deluso: i concerti. La prima sera vede i Christabel Dreams aprire le danze. Peccato per il ritardo che ha fatto saltare metà della loro scaletta...loro comunque ottimi come sempre, mai nessun gruppo secondo me, è stato così vicino ai Lowlife, pur mantenendo comunque un suono personale. Seguono i Gothika, formazione giapponese elettronica, un po' grottesca a dir la verità...tutte per loro le Gothic Lolita presenti...poi Tying Tiffany, il cui pop elettronico condito da sculettamenti qua e là non mi ha fatto granchèimpressione. Chiudono i Sex Gang Children, band che nonostante mi abbia annoiato qua e là, ha fatto un concerto decente che nel complesso mi è piaciuto.
ZA:
Il Moonlight Festival si apre ufficialmente la mattina del 31 Luglio, poco dopo le 10.30, con la prima delle tre conferenze in programma al Teatro della Fortuna. La giornata è calda e ci ritroviamo in qualche decina di persone ad assistere alla conferenza di apertura, quella che personalmente aspettavo di più, dato l'argomento in programma. Se la giornata è calda, il teatro lo è ancora di più: la sala è imponente, ma priva di aria condizionata...un grande forno. I relatori sono Luca Frazzi di Rumore e Stefano Morelli di Ritual: in realtà nel programma era previsto l'intervento del solo Frazzi e un successivo discorso sulla letteratura gotica tenuto da un'altra persona, ma quest'ultimo non c'è stato. Personalmente ho preferito così, la
conferenza è risultata molto istruttiva. L'intervento principale è di Luca Frazzi, che lo intitola DARK E POST-PUNK: UNA QUESTIONE DI TERMINI? Titolo in forma di domanda la cui
risposta, secondo Frazzi, è NO. Non è una questione di soli termini, non sono due termini intercambiabili ed equivalenti, è questione anche di sostanza. Guardatevi attorno e vi accorgerete che effettivamente new wave, post-punk, dark, gothic vengono usati spesso e volentieri alla cazzo come fossero sinonimi: l'intervento di Luca è molto chiaro nell'esporre una visione delle cose che a conti fatti si rivela corretta. Se non altro Luca ne può parlare da persona che in quegli anni c'era e non era spettatore passivo; dopo aver riletto e meditato
sull'intervento per conto mio, ritengo le sue parole giuste e definitive a riguardo. Il testo dell'intervento è stato messo a disposizione nel forum del Moonlight Festival, consiglio caldamente a tutti di andarselo a studiare. Stefano invece inizia un rapido excursus da dove all'epoca Luca abbandonò la scena, cioè la fine degli anni '80, per giungere fino ai giorni nostri: si è parlato dell'esplosione del gothic rock, gli agganci col metal, la scena americana e scandinava, la salvezza Marilyn Manson, il visual key giapponese...
Il pomeriggio passa e scende la sera...
Dovendo cenare in albergo e data quindi l'impossibilità di arrivare al porto per le 20.30, ora di inizio dei concerti secondo il programma, avevo preventivato di perdere l'esibizione dei Christabel Dreams, così come quella dei gruppi che avrebbero suonato per primi nelle serate seguenti. Al nostro arrivo alle 21.30 invece i Christabel sono sì sul palco, ma sono ancora affaccendati negli ultimi preparativi prima dell'inizio del concerto. A presentare tutte le serate è stato chiamato Clive Malcolm Griffiths...Non lo conoscevo, e per chi non lo conoscesse ancora si tratta di uno dei primi presentatori di Videomusic e attuale speaker a Radio Monte Carlo. Personaggio professionale ma molto alla mano, simpatico e preparato, come presentatore mi è piaciuto. A proposito del ritardo. Con mia grande gioia, anche nelle due serate seguenti i concerti non sarebbero iniziati puntuali: a parte l'inizio di Global Citizen il secondo giorno, non abbiamo perso così nessuna esibizione. Meno gioia devono aver provato i Christabel, che si scusano in anticipo con il pubblico. Non hanno infatti avuto il tempo per un soundcheck e temono che la cosa possa rovinare il loro spettacolo, già tagliato di mezzora a causa dei ritardi tecnici. Beh, alla fine si sono fortunatamente rivelate scuse inutili: il gruppo offre uno spettacolo ottimo, proponendo i pezzi del primo EP ufficiale e i pezzi del precedente promo gia' ampiamente rodati dal vivo. Rispetto a quando li vidi l'anno scorso, si presentano col batterista, elemento che valorizza non poco la resa dei pezzi. Salutati calorosamente dal pubblico, i Christabel Dreams lasciano il palco per far posto ai giapponesi Gothika. Non li conoscevo per nulla: per questa occasione il duo orientale, vocalist e synth/tastiere, si presenta sul palco con un batterista guest, italiano, ma non sono riuscito a capire da che gruppo l'hanno preso in prestito. Che dire...indubbiamente divertenti, visivamente ben organizzati, col cantante che inizia in kimono e dopo poco lo toglie rimanendo in tenuta da ufficiale militare, pero' musicalmente deludenti. L'impressione personale e' che gran parte, se non tutto, il comparto musicale fosse preregistrato: il tastierista spesso e volentieri zampettava qua e la' abbandonando gli strumenti, e i pezzi, che ci fosse o meno, proseguivano identici; il batterista piu' di una volta mi e' parso entrare fisicamente in ritardo coi colpi, ma questi risultavano perfetti lo stesso...boh. Propongono anche una versione cover di Enola Gay degli OMD e il cantante la introduce piu' o meno cosi': "mi pare di aver capito che questo e' un festival new wave, allora ho preparato questo pezzo...". Ad ogni modo, onorevoli...pur nel loro essere cartoni animati. Tocca a Tying Tiffany, e qui non essendo molto interessato mi allontano dal palco. La seguo comunque, lo spettacolo non e' male, musicalmente non mi dice niente. Sicuramente la presenza di una bassista/tastierista e di un chitarrista rendono il tutto molto più godibile e più fisico rispetto ad un ascolto su disco che credo mi annoierebbe dopo cinque minuti. A chiudere il primo giorno, i Sex Gang Children. Uno dei gruppi
fondamentali del post punk inglese, basilare per il successivo sviluppo del gothic. Nonostante ciò, spesso ingiustamente dimenticati a mio avviso. Non so perche' ma non mi aspetto uno spettacolo monumentale e infatti così e'. Il gruppo fa un concerto onesto senza dubbio, pezzi eseguiti magistralmente, apprezzo in particolare il chitarrista Adrian Portas al quale mi trovo di fronte: sembra quasi in trance, molto concentrato durante tutta la performance. Andi Sex Gang, molto malgiogliano nell'aspetto, ha la voce, eccome se ce l'ha; si prodiga nelle tipiche mosse e posizioni plastiche da misto dandy/folletto, senza esagerare. Ne risulta in complesso uno spettacolo forse troppo statico, comunque godibile: le hit ovviamente ci sono tutte, e finisce cosi' la prima giornata.
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Setlist bands sul mainstage:
CHRISTABEL DREAMS
Sheila in the Daylight
Life That Never Was
Lies
One More Time
Guilt Persistant
Babette
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GOTHIKA
Gusano
Beyond God and Evil
Army March Drawn Sword Police
Partisan
Precious Earth
Enola Gay
Rink
Adonis
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TYING TIFFANY
Black Neon
LCD Soundsystem Is Playing At My House
I Wanna Be Your MP3
3 Circles
Lost Way
I'm Not A Peach
Shake A Snake
Wake Up
Slow Motion
Show Me What You Got
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SEX GANG CHILDREN
Bormann Chain
Hollywood Slim
Shout & Scream
Salamun Child
Barbarossa
Arms of Cicero
Alien Baby
Die Traube
Medea
Mauritia Mayer
Song & Legend
Les Amants D'un Jour
Sebastiane
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